Più che una serie è un
film espanso diviso in tanti segmenti quante sono le puntate ma, sia quello che
sia, Dash & Lily (Netflix) è una
rom-com adorabile e perfettamente riuscita in particolare perché, per una
volta, l’amore fra i due non nasce dal nulla per il solo fatto di essere
scritto su un copione, ma si capisce che cosa attragga l’uno dell’altra. Certo,
ci sono coincidenze ed elementi scontati, ma poco importa, sono declinati con
leggerezza e brio, ed è un perfetto escapism
romantico natalizio sullo scenario di una New York vestita a festa.
Lily (Midori Francis) è una diciassettenne che adora il Natale.
Quest’anno, i suoi genitori, che non glielo hanno detto ma dovranno trasferirsi
per lavoro, vanno alle Fiji durante le feste; il nonno (James Saito), con cui
solitamente trascorre gran parte del suo tempo, lascia la città per raggiungere
una sua fiamma con cui vorrebbe potersi sposare; il fratello Langston (Troy
Iwata) ha un ragazzo, Benny (Diego Guevara), con cui trascorre romantiche giornate e
serate; a lei rimangono solo gli amici adulti con cui va a cantare le Christmas carols in giro per la città. Si
sente sola.
Dash (Austin Abrams) pure
è un adolescente, e odia il Natale. I genitori, separati, pensano che sia uno a
casa dell’altro; la sua ex Sofia (Keana Marie) si è trasferita altrove, ma torna
giusto in tempo per rischiare di essere un ostacolo al suo futuro sentimentale,
e il solo ad essergli vicino è l’amico Boomer (Dante Brown) che lavora in una
pizzeria.
Langston dà a Lily un
gran suggerimento: mettere un’agenda rossa accanto ai libri che preferisce,
nella sezione dedicata a Salinger, nella sua libreria del cuore, con delle
iscrizioni per chi lo troverà e delle “sfide”. E così lei fa. Il diario viene
trovato da Dash. Loro imparano a conoscersi vicendevolmente proprio attraverso
quelle pagine che si passano l’un l’altra con istruzioni varie.
In questo modo si confidano, ma riescono anche
a spingersi ad essere delle versioni migliori si se stessi, imparando a
lanciarsi in situazioni inusuali e a rilassarsi, e a essere più coraggiosi emozionalmente.
Non ricordo a chi va attribuita la frase per cui bisognerebbe innamorarsi con
gli occhi chiusi, ma qui è quello che avviene, in un certo senso, perché
sebbene i protagonisti si incontrino anche in un paio di occasioni, senza
saperlo, tutta la loro relazione si costruisce in absentia. Qui appunto non c’è il grande amore a prima vista o
l’irresistibile attrazione, ma i personaggi si innamorano mostrandosi
reciprocamente quello che pensano e provano, ammettendo le proprie paure e
vulnerabilità. Nel loro essere separati, ma uniti, sono anche particolarmente
adatti a questa situazione di pandemia.
Io non conosco la città
a sufficienza da accorgermene da sola ma Meghan O’Keefe su Decider scrive: “La stessa New York
City non si presenta come appare ai turisti delle festività natalizie, ma ai nativi.
Certo, ci sono scatti del Macy's Santaland e del Rockefeller Center brulicanti
di gente indaffarata, ma la maggior parte dell'azione si svolge in punti di
riferimento locali come The Strand, Two Boots e la Morgan Library. L'intera
serie è una celebrazione di come la città diventa luminosa nei periodi più bui
dell'anno”. Le fa eco Judy Berman sul Time, che osserva come la serie vada
ben oltre l’impegno a rappresentare accuratamente la geografia della Grande
Mela, ma di come “si scambia la generica Manhattan da rom-com di carrozze
trainate da cavalli per la New York estremamente specifica occupata da due
adolescenti idiosincratici. C'è il noleggio di pizze e video al Two Boots
nell'East Village, la torta al Four & Twenty Blackbirds di Gowanus, una
gita al luogo di noleggio di costumi del Theatre Development Fund ad Astoria.
Al posto delle Rockettes a Radio City, ci sono le decorazioni natalizie
esagerate che adornano le case nel quartiere semisuburbano di Dyker Heights a
Brooklyn. Anche se è probabile che la maggior parte di questi luoghi si trovino
in qualsiasi guida turistica decente, il fatto di vederli raramente raffigurati
in storie d'amore sul piccolo schermo conferisce a questa una vitalità unica”.
Ideata da JoeTracz (Una serie di sfortunati eventi) e basata sulla serie di libri young adult
“Dash and Lily’s Book of Dares” di David Levithan e Rachel Cohn (che ne ha
anche scritto la 1.07), le otto puntate della prima stagione scivolano via in
un’atmosfera briosa e festosa. E c’è una sensazione da favola – e alla
scarpetta di Cenerentola si sostituisce uno stivale rosso . Dolce, ma non sciropposo.