Dopo la pausa delle festività, il primo a riprendere la messa in onda, fra i telefilm che hanno debuttato nell’autunno del 2010, è Hawaii Five-0. Almeno negli USA. In Italia doveva esordire prestissimo anche in Italia, su Rai2, ma fin’ora non si è visto. Se cercate una serie tutta testosterone, con più pallottole che minuti nei primi 5 e mitra che sparano all’impazzata come leit-motiv, allora questo telefilm è quello che fa per voi. Se siete come me non vi ricordate della serie originaria, che risale al 1968, ideata da Leonard Freeman, ma vi è rimasto in mente l’orecchiabile motivetto della sigla, ripresa nell’incarnazione partita il 20 settembre sull’americana CBS.
Steve McGarrett (l’attore australiano Alex O’Loughlin), un ex-militare a cui è stato ucciso il padre, torna alle Hawaii e accetta di lavorare come detective, anche per trovarne l’assassino (James Marsters, sempre un bel vedere). Dopo qualche battibecco iniziale si trova a lavorare con Danny "Danno" Williams (Scott Caan) che odia la spiaggia e quello che considera solo un buco pieno di ananas, ma che ci vive per poter star vicino alla figlia, ancora una bimba. Reclutano a far parte della squadra il detective Chin Ho Kelly (Daniel Dae Kim di Lost), che conosce i pro e contro delle isole rispetto alla terra ferma, come il fatto che in posti con meno di un milione di abitanti, “i cattivi sanno chi sono i buoni” ed è meglio stare attenti. Ecco che perciò reclutano anche la cugina di Kelly, la bella Kona Kalakaua (Grace Park di Battlestar Galactica) prossima al diploma all’accademia di polizia e desiderosa di esperienza sul campo. Per essere sicuri che non stoni fra questo macho-macho men, la prima che le vediamo fare appena esce dall’acqua in bikini, è tirare un pugno all’uomo che poco prima le è andato addosso mentre entrambi facevano surf. E, giusto per non far dimenticare che è una donna, la sola altra cosa che fa a parte qualche mossa di combattimento, è venire costretta a spogliarsi dal cattivo di turno che vuole verificare che non abbia addosso microspie.
La serie originaria aveva personaggi più maturi d’età. Qui si va per le grandi esplosioni e azioni e capitomboli e effetti da videogioco. Tecnicamente e come coreografie la regia del pilot è anche accattivante e gli esablishing shots, le inquadrature che ci fanno capire dove siamo cioè, sono mozzafiato. È sul contenuto che ho molte riserve. ‘Che poliziotti siete voi?’ Si lamenta una altro dei cattivi di turno che legato, viene colpito violentemente con un posacenere al volto e persuaso con minacce ai suoi familiari. Come è stato osservato in proposito su Popmatters ‘la nuova task force ha “immunità” dal Governatore per fare tutto quello che serve per prendere i cattivi, per star meglio al passo con programmi come 24, si presume. Non sono solo detective, sono uno speciale braccio della legge ce non deve aderire a “procedure” e “regolamenti”. Non un buon segnale da dare, né una buona base per rendere multidimensionali i personaggi. Ma chiaramente questa non è una preoccupazione in questo caso. Io passo.
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