Ho letto qualche recensione negativa sul nuovo impegno televisivo di Eugenio Ghiozzi, in arte Gene Gnocchi, come se la sua vis comica avesse dato il meglio di sé in passato e lui si fosse ormai spento. Sarà che il suo genere di umorismo surreale mi piace solo in piccole dosi, e non sempre lo gradisco a disturbo in contesti più seri, ma lo trovo irresistibilmente esilarante invece ne L’Alamanacco del Gene Gnocco (Rai3, domenica, ore 23.35), il cui titolo già fa ridere, mettendo in campo il conduttore, la genetica e l’eredità televisiva nazionale. È una versione fuori di testa dello storico Almanacco del Giorno Dopo, la rubrica del TG1 in onda dal 1976 al 1992, infatti, di cui riprende giocosamente qualche aspetto grafico e appuntamenti storici come “domani avvenne”, “il sole sorge” o “il santo del giorno”. Garbatamente dissacrante, pieno di nonsensi, calembour e molto “scritto”, questo spazio comico di costruisce su tante microscenette, ora filmate o con collage realizzati al computer, ora con interviste, ora con semplici freddure… e si passa dai tagli alla cultura della settimana alla nuova religione della settimana, dalla nipote di Mubarak della settimana al paradiso fiscale della settimana, dal dibattito della settimana all’incarico governativo della settimana. Insomma, prendete le più balzane idee che vi vengono in mente e aggiungete “della settimana” e siate certi che potrebbe esserci una rubrica. Certe volte sono così assurde da risultare perfino tenere in virtù della loro bizzarria. L’effetto è un progressivo montare di ilarità, ma anche un commento fra lo sconsolato, l’ironico e il graffiante alla realtà quotidiana (“l’Accademia del bullismo” docet).
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