Dopo solo sei puntate, chiude per ora la seconda stagione del sempre eccellente Men of a Certain Age. Le puntate dovevano essere 10, per cui l’annuncio che la sesta puntata era l’ultima ha lasciato un po’ di disappunto. In realtà la rete che la manda in onda, la TNT, ha deciso di allungare questo arco con altri due episodi e di dividere la stagione in due parti: le rimanenti 6 puntate andranno in onda probabilmente quest’estate.
Questa prima parte, intanto, non ha deluso. Joe (Ray Romano, anche co-ideatore insieme a Mike Royce) ha portato il suo problema con il gioco ad una nuova dimensione, con costanti scommesse mentali che hanno cominciato a paralizzare la sua vita; Owen (Andre Braugher) ha cercato di uscire finalmente dall’ombra del padre e di farsi valere come nuovo capo, salvo trovarsi in un braccio di ferro con il genitore che fatica ad andare in pensione e a lasciare le responsabilità che lo hanno sempre fatto sentire vivo, e salvo venire a scoprire che la rivendita d’auto si trova in una situazione finanziaria disastrosa; Terry (Scott Bakula) ha abbandonato temporaneamente i suoi sogni di gloria come attore per vendere macchine accanto a Owen che gli dà una possibilità, anche se pochi accanto a lui credono veramente che possa essere affidabile.
Il tema portante è, come in passato, l’essere “uomini di una certa età”. E, come è stato suggerito su PopMatters in un articolo di Renée Scolaro Mora: “(l)a sua analisi dell’identità maschile, ricca di sfumature e di strati, rende Men of a Certain Age meritevole d’esser visto. È un intelligente e ponderato distacco dalla glorificata perpetua adolescenza che ha piagato la caratterizzazione degli uomini nel cinema nel corso degli ultimi anni e in televisione nelle ultime decadi.”
Nessuna serie come questa guarda in faccia quello che dovrebbe essere un tema molto più approfondito dalla fiction, ma che nessuno affronta: l’invecchiare. E lo fa in modo senza sentimentalismi. Un’immagine della finale di metà stagione, “Let the Sunshine in” (2.06), in questo senso è emblematica: quella di un uomo molto anziano che si trascina in ospedale. I tre protagonisti sono lì per una colonscopia, una sorta di regalo per il cinquantesimo compleanno di Terry che tutti e tre hanno trasformato in una specie di avventura e di vacanza. Mentre aspettano di fare l’esame passa loro davanti quest’uomo. E ciascuno di loro, separato dall’altro, lo vede e lo guarda. È stato potente. In questa stagione è diventato un tema molto forte: penso al padre di Owen ex-star dello sport che non ha nessuno davanti a sé a chiedergli l’autografo quando il giovane sportivo accanto a lui ha una lunga fila – la sua stella ormai è tramontata e accettarlo è amaro; penso al padre di Joe che i tre amici vanno a trovare con riluttanza; penso all’allibratore di Joe che scopre di avere il cancro... Men of A Certain Age, fra le altre cose, guarda a ciò che di brutto c’è nella vecchiaia e lo fa con onestà, ma anche con leggerezza, una cosa ardua da riuscire a mettere a segno.
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