The West Wing incontra Brothers
and Sisters, con un pizzico di Dallas
e una buona ispirazione dalla vita reale di Hillary Clinton, nella nuova serie
di Greg Berlanti Political Animals che ha debuttato il 15
luglio su USA Network. Il risultato del pilot è tiepido.
L’ex first lady Elaine
Barrish (Signoury Weaver), che durante la presidenza del marito Bud Hammond
(Ciran Hinds) per anni ne ha sopportato le scappatelle, deve rinunciare alla
corsa alla Casa Bianca – odia le campagne elettorali che definisce “uno sport
olimpico, in ipocrisia” - e quella sera stessa chiede il divorzio. Accetta il
ruolo di Segretario di Stato per il nuovo presidente Paul Garcetti (Adrian
Pasdar, Heroes), che ha come
vice-presidente Fred Collier (Dylan Baker, Kings).
Quando si trova ad affrontare
la crisi di alcuni giornalisti rapiti dal governo iraniano che vuole giustiziarli
- crisi che viene risolta mandando in
quel Paese l’ex-presidente (un po’ come era successo con i Clinton in Nord
Corea) -, la giornalista Susan Berg (Carla Cugino) le chiede come faccia a
reggere quello che deve affrontare con tale determinazione. Lei replica che il
modo standard in cui risponde di solito è che condivide l’ethos della maggior
parte degli americani per cui se lavori sodo e metti tutto te stesso in quello
che fai il domani sarà migliore dell’oggi. Le viene chiesto: e la verità? E
lei risponde (nella mia traduzione): “La
maggior pare della vita è un inferno, è piena di fallimenti e perdite. Le
persone ti deludono, i sogni non si realizzano, i cuori si spezzano,
giornalisti innocenti muoiono. E i migliori momenti della vita, quando tutto va
a posto, sono pochi e fuggevoli, ma non arrivi mai al successivo gran momento se
non continui ad andare avanti, perciò questo è quello che faccio, continuo ad
andare avanti”.
La giornalista in
questione, con cui si instaura un rapporto di fiducia, inizialmente riesce ad avere una settimana con Elaine grazie a un
ricatto: se non glielo avesse concesso avrebbe dato alle stampe la notizia che
il figlio gay con problemi di droga Thomas “TJ” (Sebastian Stan, in un ruolo
abbastanza simile in quello che ha avuto in Kings),
nel dicembre precedente aveva cercato di togliesi la vita. La storia esce
comunque dopo che lei lo rivela al fidanzato e suo capo Alex (Dan Frutterman, Giudice Amy). Elaine ha come capo del
personale l’altro figlio, Douglas (Jimmy Wolk, Lone Star), fidanzato con Anne (Brittany Ishibashi), che ha
problemi di bulimia, e ha vicina anche l’anziana madre senza peli sulla lingua
e spesso alticcia Margaret (Ellen Burstyn).
Non è la prima volta che
Berlanti si addentra in territori “politici” – ricordiamo Jack e Bobby su due fratelli uno dei quali diventerà da adulto
presidente. Qui si intrecciano vite private e questioni pubbliche, con un tono
vagamente melodrammatico. A momenti c’è ispirazione e realismo, in altri si
inciampa in situazioni trite e dialogo fiacco. Nonostante un cast di prim’ordine
che assicura un’ottima recitazione, la serie, in 6 puntate, non riesce mai ad
essere al livello a cui la vorresti, ma non di meno è godibile ad un livello
superficiale. E si vede comunque l’intento di costruire dei personaggi
femminili tosti e pieni di grinta. C’è
insomma né più né meno di quello che è sempre stata la scrittura di Berlanti.
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