Episodio 2.
Scritto da: Russell T. Davies
Regia: Menhaj Huda
Plot. Al bar, i tre protagonisti raccontano le loro
rispettive serate: Stuart l’ha fatto con uno dallo sperma arancione, Vince ha
mandato via uno a cui fanno vomitare gli spazzolini e Nathan ha svegliato
l’intero quartiere col clacson della macchina in cui stava a pomiciare con la
sua ultima conquista. Hazel e Bernie mettono delle riviste porno nella macchina
di Graham, il collega di Vince, suo rivale, e con una scusa fanno sì che la
responsabile delle promozioni le noti. Risultato: con gran gioia di tutto il
supermercato, Vince è il nuovo vicedirettore. È il compleanno di Nathan (ne fa
17, ma ufficialmente fa dire 18), e lui organizza una gran festa. Stuart gli
regala sesso che, di proposito, non va a buon fine. Nathan si sente un leone e
considera Stuart un “vecchio decrepito”. A scuola si ribella al bullismo di
compagni e professore. Alexander tenta il suicidio. Stuart, sapendo che la
colpa è della madre di quest’ultimo, va da lei e le fa saltare in aria l’auto.
Decide poi di trasferirsi a Londra. Hazel fa irruzione nella riunione di Vince e lo convince a non
farsi scappare l’amico. Con una spericolata corsa in auto porta il figlio da
Stuart. Decidono di scappare insieme, ma per gli USA.
Commento. L’ultimissimo episodio si apre con un
parallelismo a tre e prosegue con la diversa direzione che le rispettive
vicende prendono. Nathan, in parte, è l’erede spirituale di Stuart. Rimane il
forte filo conduttore dell’omofobia su cui si agisce per prendere il
sopravvento: Nathan che stanco dell’insegnante che finge di non sentire gli
insulti lo invita a farsi mandare dal preside, Vince che ha la rivalsa sul
collega, Staurt a cui non basta più dire “fanculo”, di fronte al comportamento
della madre di Alexander. La puntata è puntellata da micropennellate: la scelta
registica iniziale di come raccontare la serata dei tre, il dolore di
Alexander, Stuart che fa il santerellino con la polizia e cavalca l’immagine
del gay da stereotipo che non capisce nulla di motori contando sul pregiudizio
per farla franca, Stuart nel bagno con Nathan, Stuart che dà del denaro a
Hazel, le reazioni corali dei dipendenti del supermercato… Danno chiaroscuro a
tutti gli eventi. Ci si ferma a riflettere un attimo su ciò che è stato. Su ciò
che si vuole sia. C’è l’urgenza e il coinvolgimento nella gran corsa finale
verso il grande incontro con Stuart, resa di maggiore suspense grazie agli
ostacoli: le majorette che li bloccano, loro che le ignorano, l’inseguimento
della polizia che li ferma, Hazel che colpisce un poliziotto e incita Vince a
scappare, la sua corsa a perdifiato. Inaspettato il cambio di registro, con il
giorno che diventa notte e l’auto di Stuart che ruota come fosse su una pedana
e sfreccia verso gli USA. Infine una piccola coda con, a flash, la sorte dei
personaggi. E’ significativa anche per la versione americana, che riprende
questi lampi in alcune sue storie. Si dice che Bernie diventa un magnate del
porno. Nella versione USA, a questa carriera si dedica Ted. Hazel sposa il
poliziotto a cui ha tirato un pugno nella sua fuga con Vince. Anche la madre di
Michael, il corrispettivo di Vince nella versione americana, finirà per
mettersi con un poliziotto. Il finale rimane comunque aperto: Stuart e Vince
alla fine che cosa hanno scelto per se stessi? Amore o amicizia? La lettura è
ambivalente. Per dirla con Queer as Folk:
“Girano molte storie su Stuart e Vince. E sono tutte vere”.
Nessun commento:
Posta un commento