giovedì 26 luglio 2012

QUEER AS FOLK: una guida agli episodi - 2.02


Episodio 2.

Scritto da: Russell T. Davies
Regia: Menhaj Huda

Plot. Al bar, i tre protagonisti raccontano le loro rispettive serate: Stuart l’ha fatto con uno dallo sperma arancione, Vince ha mandato via uno a cui fanno vomitare gli spazzolini e Nathan ha svegliato l’intero quartiere col clacson della macchina in cui stava a pomiciare con la sua ultima conquista. Hazel e Bernie mettono delle riviste porno nella macchina di Graham, il collega di Vince, suo rivale, e con una scusa fanno sì che la responsabile delle promozioni le noti. Risultato: con gran gioia di tutto il supermercato, Vince è il nuovo vicedirettore. È il compleanno di Nathan (ne fa 17, ma ufficialmente fa dire 18), e lui organizza una gran festa. Stuart gli regala sesso che, di proposito, non va a buon fine. Nathan si sente un leone e considera Stuart un “vecchio decrepito”. A scuola si ribella al bullismo di compagni e professore. Alexander tenta il suicidio. Stuart, sapendo che la colpa è della madre di quest’ultimo, va da lei e le fa saltare in aria l’auto. Decide poi di trasferirsi a Londra. Hazel fa irruzione  nella riunione di Vince e lo convince a non farsi scappare l’amico. Con una spericolata corsa in auto porta il figlio da Stuart. Decidono di scappare insieme, ma per gli USA.


Commento. L’ultimissimo episodio si apre con un parallelismo a tre e prosegue con la diversa direzione che le rispettive vicende prendono. Nathan, in parte, è l’erede spirituale di Stuart. Rimane il forte filo conduttore dell’omofobia su cui si agisce per prendere il sopravvento: Nathan che stanco dell’insegnante che finge di non sentire gli insulti lo invita a farsi mandare dal preside, Vince che ha la rivalsa sul collega, Staurt a cui non basta più dire “fanculo”, di fronte al comportamento della madre di Alexander. La puntata è puntellata da micropennellate: la scelta registica iniziale di come raccontare la serata dei tre, il dolore di Alexander, Stuart che fa il santerellino con la polizia e cavalca l’immagine del gay da stereotipo che non capisce nulla di motori contando sul pregiudizio per farla franca, Stuart nel bagno con Nathan, Stuart che dà del denaro a Hazel, le reazioni corali dei dipendenti del supermercato… Danno chiaroscuro a tutti gli eventi. Ci si ferma a riflettere un attimo su ciò che è stato. Su ciò che si vuole sia. C’è l’urgenza e il coinvolgimento nella gran corsa finale verso il grande incontro con Stuart, resa di maggiore suspense grazie agli ostacoli: le majorette che li bloccano, loro che le ignorano, l’inseguimento della polizia che li ferma, Hazel che colpisce un poliziotto e incita Vince a scappare, la sua corsa a perdifiato. Inaspettato il cambio di registro, con il giorno che diventa notte e l’auto di Stuart che ruota come fosse su una pedana e sfreccia verso gli USA. Infine una piccola coda con, a flash, la sorte dei personaggi. E’ significativa anche per la versione americana, che riprende questi lampi in alcune sue storie. Si dice che Bernie diventa un magnate del porno. Nella versione USA, a questa carriera si dedica Ted. Hazel sposa il poliziotto a cui ha tirato un pugno nella sua fuga con Vince. Anche la madre di Michael, il corrispettivo di Vince nella versione americana, finirà per mettersi con un poliziotto. Il finale rimane comunque aperto: Stuart e Vince alla fine che cosa hanno scelto per se stessi? Amore o amicizia? La lettura è ambivalente. Per dirla con Queer as Folk: “Girano molte storie su Stuart e Vince. E sono tutte vere”.

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