giovedì 31 gennaio 2013

FUMETTOLOGY: i miti del fumetti italiano

Fumettology – I miti del fumetto italiano (Rai5, giovedì seconda serata, ore 22.45 circa) colma una lacuna enorme e parla dell’arte del fumetto nostrano, con interviste e insight di sceneggiatori, curatori, disegnatori, in modo da appassionare che già li legge con avidità e li conosce bene, e di coinvolgere nuovi potenziali lettori.
Le puntate sono dedicate ai grandi miti del genere - Tex, Diabolik, Valentina, Zagor, Lupo Alberto, Nathan Never, Martin Mystere, Max Fridman, Dylan Dog, John Doe – attraverso sezioni specifiche: identikit, che descrive il personaggio; genesi, su come è nato; compari & comprimari, sui personaggi secondari; nero su bianco, con attenzione al disegno; l’avventura, sulle storie e sceneggiature; fuori dalla carta, sulle esperienze esterne degli autori o dei personaggi; il cultore, con un fan famoso che ne parla. È uno spazio ghiotto, fatto con passione e competenza, che dà voce agli addetti ai lavori delle case editrici mostrando giustapposti stralci di intervista senza che si senta la domanda che vien loro posta. Si analizzano molti aspetti narrativi e stilistici, ma ci si lancia anche nei ricordi.
Fa tenerezza e commuove sentire gli autori di Zagor ricordare che da bimbi mettevano i fumetti per terra nella loro cameretta e ci si tuffavano come Paperone nelle monetine del suo deposito, o che si vestivano come lo Spirito con la Scure per Carnevale, o ancora che la mamma ha passato loro una telefonata di Sergio Bonelli che, per non rispondere sempre per iscritto alla numerose lettere, aveva deciso di chiamare. C’è spazio per tanto ancora, volendo, ma è un inizio, e fatto in modo egregio. 

lunedì 28 gennaio 2013

SAG Awards 2013: i vincitori


Sono stati consegnati gli Screen Actors Screen Awards, che premiano i migliori attori di cinema e televisione. Ecco sotto i vincitori per la parte relativa al piccolo schermo.

Miglior Ensemble in un Drama: Downton Abbey
Miglior attore in un Drama: Bryan Cranston, Breaking Bad
Miglior attrice in un Drama Series: Claire Danes, Homeland

Miglior Ensemble in una Comedy: Modern Family
Miglior attore in una Comedy: Alec Baldwin, 30 Rock
Miglior attrice in una Comedy: Tina Fey, 30 Rock

Miglior attore in un TV Movie o Miniserie: Kevin Costner, Hatfields & McCoys
Miglior attrice in un TV Movie o Miniserie: Julianne Moore, Game Change

Miglior performance d’azione da un gruppo di  Stuntmen in una series TV: Game of Thrones

venerdì 25 gennaio 2013

THE CARRIE DIARIES: Carrie pre-Sex and the City


The Carrie Diaries, che ha appena debuttato sull’americana CW ed è previsto per giugno su Mya, è una sorta di prequel di Sex and The City, basato sull’omonimo libro di Candace Bushnell diventato in italiano Il diario di Carrie (Edizioni Piemme). La Carrie Bradshaw che abbiamo imparato a conoscere è qui adolescente (AnnaSophia Robb).
Siamo negli anni ’80, lei ha da poco perso la madre e ha un difficile rapporto con la sorella più piccola, la ribelle quattordicenne Dorritt (Stefania Owen). Frequenta il terzo anno delle scuole superiori e gli amici del cuore: Jill (Ellen Wong) detta “Mouse”, Maggie (Katie Findley), e Walt (Brandan Dooling) che è fidanzato con Maggie, ma è segretamente gay. A scuola fa subito colpo l’avvenente e ricco nuovo arrivato Sebastian Kydd (Austin Butler, Switched at Birth), ma si deve fare i conti anche con la ragazza popolare e acida di turno, Donna (Chloe Bridges). Grazie al padre Tom (Matt Letscher) Carrie riesce ad avere un piccolo stage nella sua agognata New York, la città che le cambierà la vita. Fra parentesi, per non turbare gli animi, gli autori hanno deciso di presentare the City senza le Torri Gemelle, pur trattandosi degli anni ‘80. È una scelta che non sono sicura di condividere, ma che dichiara chiaramente che si tratta di una New York da favola. Qui presto conosce una delle redattrici della rivista Inteview, Larissa (Freema Agyeman), ragazza festaiola e alla moda. E un suo gusto in questo settore Carrie lo sviluppa anche come modo di mantenere un legame con la madre defunta – rientrare nella cabina-armadio della madre è sentirla vicina, e nel pilot reinventa con smalto per le unghie una borsa della madre che si era macchiata, facendone un accessorio personalissimo e trendy. Le proprie esperienze Carrie decide di registrarle in una serie di diari.
Prodotta da Josh Schwartz e Stephanie Savage (Gossip Girl) e sviluppata per la TV da un ex-sceneggiatrice di SatC, Amy B. Harris, questo telefilm è rivolto a un target di ragazzine, anche pre-adolescenti. Non c’è nulla che non si sia davvero già visto, ma le vicende sono gradevoli e qui e lì di notano echi della Carrie che verrà. Da aspettarsi c’è il risveglio sessuale delle protagoniste (già un tema delle conversazioni fra le ragazze) e look retrò.
L’atmosfera è sufficientemente dolce, con un po’ di incoscienza, menefreghismo ed egocentrismo che ritengono tipico di quell’età (che nella mia esperienza di vita non ritrovo, ma in TV sempre). Mi ha convinto, anche se ci sono stati elementi incoerenti: nel pilot, ad esempio, Carrie chiama “clepto” sua sorella che ha rubacchiato e nascosto in un orsacchiotto cose della madre per tenerle per sé, ma poi si sorprende e chiede a Larissa, che con la sua complicità ha rubato un abito da un grande magazzino, se sia povera.

mercoledì 23 gennaio 2013

BILLY: rubrica del TG1 sul "vizio di leggere"


Parlare di libri in TV oggi è difficile, perché il pubblico cambia canale facilmente. Billy – Il vizio di leggere, rubrica della domenica della edizione del TG1 delle 13.30, intelligentemente butta l’amo con un flash sullo schermo che poi la lenza riporta sul web e specificatamente sulla pagina Facebook per seguire le interviste complete e altri materiali (link, citazioni, immagini), creando così una comunità di appassionati (ha più di 58.000 ‘mi piace’, al momento del mio scrivere). Non è nemmeno male che si dia una spintarella alle pubblicazioni nostrane.

Nonostante questi pregi, ci sono anche aspetti di cui dolersi: provano a costruire un “solaio della letteratura”, dicono, e la sensazione di portarsi dietro anche ragnatele e muffa c’è; le carrellate di libri sono talmente in pillole che si fatica anche solo a ricordare i titoli; è promozione, vendita, pubblicità, mai vera critica o recensione (con pro, ma anche contro e con un minimo di approfondimento su temi e stile) o al limite anche opinione dei curatori – i video su YouTube fatti da dilettanti in questo senso fanno un lavoro migliore; non ci si discosta dalla linea ideologica di Rai1, rimanendo in una “zona confortevole”, quando la lettura potrebbe e dovrebbe essere anche un modo per confrontarsi, “al sicuro”, con idee diverse. 

lunedì 21 gennaio 2013

CFP Ol3Media: media stardom


Ecco di seguito il nuovo Call For Papers per il prossimo numero di Ol3Media, che sarà curato da Barbara Maio e avrà come tema il Media Stardom.

Per il prossimo numero l’e-journal Ol3Media cerca saggi sul tema delle star del cinema, della tv, del web e della musica, del presente o del passato.

Il volume vuole offrire una panoramica sul significato della star per l’industria cinetelevisiva, andando ad indagare sull’idea produttiva e commerciale, su quella estetica e su quella autoriale. Si può trattare di attori e attrici, cantanti, ma anche di registi o produttori che hanno imposto la loro figura in maniera riconoscibile e personale. Figure che vanno oltre il loro ruolo istituzionale. Attori che rimangono legati ad un particolare personaggio o registi legati ad un particolare genere.

Sono ben accetti saggi monografici o trasversali che tocchino più personaggi e temi contemporaneamente.

Alcuni personaggi e temi proposti solo a titolo indicativo:

La star classica: Cary Grant, Greta Garbo, Rita Hayworth, Ingrid Bergman, James Stewart, Grace Kelly, Humphrey Bogart, Marlon Brando, James Dean, Audrey Hepburn, Marcello Mastroianni, Anna Magnani, Sofia Loren.

Le icone: Rodolfo Valentino, Marylin Monroe, Elvis Presley, Michael Jackson, Madonna, Lady Gaga.

Il regista-star: David Lynch, Quentin Tarantino, Peter Jackson, Tim Burton, Steven Spielberg, Alfred Hitchcock. Martin Scorsese, Francis Ford Coppola, J.J.Abrams.

Horror-star: David Cronenberg, John Carpenter, Dario Argento, George Romero, Rob Zombie, Guillermo Del Toro, Roger Corman, Wes Craven.

I registi Fanboy: Joss Whedon, Kevin Smith.

Attori e attrici: Johnny Depp, Cameron Diaz, Brad Pitt, Angelina Jolie, George Clooney, Robert Downey Jr., Harrison Ford, Tom Cruise, Julia Roberts, Sylvester Stallone, Bill Murray, Robert De Niro, Leonardo Di Caprio, Meryl Streep, Samuel L.Jackson, Uma Thurman.

Tv star: Sarah Michelle Gellar, Kiefer Sutherland, David Duchovny, Hugh Laurie, Zach Braff, Zooey Deschanel, Susan Lucci.

Le star esotiche ed europee: Danny Trejo, Udo Kier, Bruce Lee, Bela Lugosi, Boris Karloff, Klaus Kinski, Sonny Chiba, Sam Neill, Mel Gibson, Jet Li, Takeshi Kitano, Jane Campion, Jackie Chan, Toshiro Mifune, Jean-Hugues Anglade, Lars Von Trier.

Transmedia cult: le dinamiche di culto ai tempi della convergenza multimediale.

Oltre la fiction: Martha Stewart, Stephen Colbert, David Letterman.

Blockbuster star: l’importanza produttiva della star nelle produzioni ad alto budget.

Non solo Hollywood: come le star vengono costruite al di fuori delle produzioni statunitensi.

Fuori dalla sala: la vita privata delle star attraverso la rappresentazione nel media.

I saggi scelti saranno pubblicati nel numero del 2013 di Ol3Media, online in autunno, disponibile in pdf e in formato ottimizzato per IPad su ITunes. Le proposte, unitamente ad una breve biografia dell’autore (5/6 righe), dovranno pervenire entro il 30 aprile 2013 mentre i saggi accettati dovranno essere conclusi ed inviati entro il 31 luglio 2013 per l’editing necessario. I saggi possono essere in italiano o in inglese. Se l’inglese non è la lingua madre dell’autore, si chiede la cortesia di accertarsi che il saggio proposto sia scritto in un inglese corretto.

La lunghezza dei saggi dovrà essere intorno alle 2000 - 3000 parole. Sono graditi collegamenti ipertestuali ad altri siti, video, foto. Immagini jpg della grandezza massima di 200 kb possono essere inviate per l’inserimento nel saggio. Eventuali ulteriori indicazioni verranno inviate agli autori dei saggi scelti.
Per informazioni e l’invio delle proposte: ol3media@uniroma3.it e barbaramaio@osservatoriotv.it

Web Site: http://host.uniroma3.it/riviste/Ol3Media/

venerdì 18 gennaio 2013

THE GOOD WIFE: seconda stagione


Ho veramente sottovalutato The Good Wife durante la prima stagione. Durante la seconda mi ha completamente conquistata e sono “in awe”, come mi verrebbe da dire in inglese, sono sbalordita e ammirata per la capacità di questa serie di tessere trame con innumerevoli fili e, come un giocoliere, di tenere in aria molte tematiche diverse, anche per la sottigliezza con cui affronta le questioni.

Il procedimento legale ha una sua innata liturgia da cui spesso e volentieri, tradizionalmente, le serie si lasciano imbrigliare. Non The Good Wife: questo è stato chiaro dall’inizio. Alla fine tratta sì casi legali fondamentalmente autoconclusivi, ma non si limita a quello.

Le vicende degli effettivi casi in sé sono legate all’attualità e fanno eco a vicende che sono apparse sui giornali. Penso a un episodio come “VIP Treatment” (2.05) su una massaggiatrice che accusa di stupro un premio Nobel che lavora per i diritti delle donne in Africa, e lo studio deve decidere se accettare il caso (una di quelle puntate che ti fanno dire “WOW”), o “Net Worth” (2.14) quella in cui un imprenditore nell’ambito dei computer alla maniera dello Zuckerberg di Facebook denuncia uno sceneggiatore alla maniera di Sorkin di The Social Network. La filigrana di situazioni reali si vede. E la tensione narrativa viene sostenuta in genere anche dalle investigazioni legate ai casi e dalla suspense dei tempi stretti in cui il lavoro va svolto.

La serie parla non solo di vicende legali, ma di politica, di pubbliche relazioni, di rapporti intraufficio, di amicizia, di famiglia e relazioni intergenerazionali, di matrimonio e di amore (la riappacificazione di Alicia con Peter si falda e la stagione termina con Alicia che insieme Will prende una camera d’albergo, a culmine di un “triangolo” magistralmente costruito), di figli, di religione (con la figlia Grace che si avvicina a messaggi cristiani), di tecnologia. Il New Yorker in un articolo di recensione intitolato Net Gain, che vale la pena di leggere, si sofferma in modo particolare sull’importanza di quest’ultimo aspetto.

 Non solo letteralmente tutti gli attori protagonisti brillano, ma la serie sceglie anche certosinamente i personaggi ricorrenti e le guest star (in questa questa stagione ricordiamo anche solo Micheal J.Fox, America Ferrera, Martha Plimpton e Dallas Roberts), e anche i giudici di fronte a cui vengono discussi i casi ritornano risultando, con poco, un eccellente strumento di fidelizzazione - come non ricordare la giudice che chiede continuamente agli avvocati di chiudere le proprie argomentazioni con “in my opinion”, “secondo me”. Ho anche notato e apprezzato che la serie, che è in onda sulla CBS, stia utilizzando numerosi attori della dismessa soap Così Gira il Mondo, che appunto era in onda sulla stessa rete.

Robert e Michelle King stanno davvero facendo un eccellente lavoro, in my opinion.

mercoledì 16 gennaio 2013

Kate Middleton, mia madre e l'IPEREMESI GRAVIDICA


La gravidanza di Kate Middleton ha ricevuto una copertura mediatica senza pari e un po’ è anche ragionevole: è gossip leggero e senza cattiveria; quando è scoppiata la notizia si era in clima di feste di Natale e in quel contesto una previsione di nascita attira sempre di più; con la crisi che c’è, costituisce una distrazione. Quest’ultima ragione è un buon motivo per lamentarsene, di per sé, e più di qualcuno dopo un po’ ha fatto risuonare qualche “chissenefrega, ora basta”.

Il buono, inaspettato di questa storia mandata per un po’ ad nauseam, è che ha fatto parlare per la prima volta di una condizione rara nota come iperemesi gravidica, che non sono le nausee mattutine, e per chi ne è colpito in modo grave può far diventare i nove mesi un vero incubo. E per questa funzione medico sociale c’è davvero da rallegrarsi che ne parlino.

Ho l’esperienza di mia madre, ormai settantenne, che ha partorito più di quarant’anni fa. Non ha mai saputo di che cosa soffriva. Per la prima gravidanza, per avere me,  è stata ospedalizzata 6 mesi, per la seconda, per avere mia sorella, 5 mesi. Ha avuto gestazioni da incubo, nessun medico le ha mai saputo dire che cosa avesse, anzi erano tutti preoccupati e un po’ la studiavano, ma nonostante ci siano stati anche numerosi consulti con altri luminari rispetto ai medici che la curavano, non si è mai giunti a nessuna spiegazione, e in passato è anche stata ridicolizzata come qualcuno che faceva tante lagne per niente. I sintomi c’erano tutti, ma non il nome della malattia: ci è voluta la duchessa di Cambridge, oltre 40 anni dopo, per scoprirlo.

lunedì 14 gennaio 2013

GOLDEN GLOBE AWARDS 2013: i vincitori


Ecco, di seguito, i vincitori dei Golden Globes, i premi della stampa straniera presente ad Hollywood, consegnati ieri sera.

Miglior drama
Homeland

Miglior Comedy o Musical
Girls

Miglior Miniserie o film TV:
Game Change

Miglior attrice (drama):
Claire Danes, Homeland

Miglior attore (drama):
Damian Lewis, Homeland

Miglior attrice (comedy)
Lena Dunham, Girls

Miglior attore (comedy)
Don Cheadle, House of Lies

Miglior attore miniserie / film TV
Kevin Costner, Hatfields and McCoys

Miglior attrice miniserie / fiml TV
Julianne Moore, Game Change

Miglior attore non protagonista
Ed Harris, Game Change

Miglior attrice non protagonista
Maggie Smith, Downton Abbey


Questi sono i vincitori in campo di televisione. Per la lista completa, che riguarda anche il cinema, si veda qui.




giovedì 10 gennaio 2013

PEOPLE'S CHOICE AWARDS 2013


Sono stati annunciati i People’s Choice Awards, premi di popolarità dati dal pubblico, un po’ come i nostri Telegatti. La qualità a volte c’è a volte è un optional.

Qui la lista dei vincitori.

Per la TV i premiati sono stati:
Drama preferito (in onda su un network): Grey’s Anatomy
Drama preferito (in onda su TV via cavo): Leverage
Drama preferito (in onda su TV via cavo premium): True Blood

Nuovo drama preferito: Beauty and the Breast.

Attore drammatico preferito: Nathan Fillion

Attrice drammatica preferita: Ellen Pompeo

Crime drama preferito: Castle

Programma di fantascienza/fantasy preferito: Supernatural

Comedy preferita (in onda su un network): The Big Bang Theory

Comedy preferita (in onda su TV via cavo): Awkward

Nuova Comedy preferita: The New Normal

Attore comico preferito: Chris Colfer

Attrice comica preferita: Lea Michele

Conduttore preferito di un programma del daytime: Ellen Degeneres
Conduttore preferito di un talk show serale: Jimmy Fallon
Conduttore preferito di un talk show nuovo: Steve Harvey

Programma di competizione preferito: The X-Factor

Giudice celebrità preferito: Demi Lovato

Fan following preferito: SPN Family Supernatural

mercoledì 9 gennaio 2013

EVERWOOD: le repliche su Italia1


È stato avvicinato tanto a Twin Peaks, quanto a La famiglia Brock e a Un medico tra gli orsi: magari per lui! Purtroppo Everwood, saccente e grassamente irritante, non ha nulla del mistero del primo, né della profondità e delle stravaganze del secondo, né della brillante eccentricità del terzo. Potrà condividere con quest’ultimo la gelida ambientazione, lì l’Alaska, qui un paesino del Colorado, “Everwood” (in replica dall’inizio su Italia1, ore 8.45) ma le somiglianze finiscono lì. Non bastano premesse simili e una serie di personaggi bizzarri a dare spessore ad un telefilm.

Greg Berlanti (Brothers and Sisters, Political Animals), che è la forza creativa dietro la serie, scriveva per Dawson’s Creek nel periodo dopo Williamson prima di ideare questo telefilm. Ha fatto tutt’altro che una buona impressione. Ero pronta a dargli il beneficio del dubbio, perché dopotutto allora scriveva una serie non sua. Non se lo meritava. Everwood è il caramelloso che nausea perché mal cotto.
La storia vede un neurochirurgo famosissimo (interpretato da Treat Williams) rimanere vedovo all’improvviso e decidere di trasferirsi di sana pianta in un paesino di montagna che la moglie gli ha sempre decantato. Con sé porta i suoi due figli: Ephram (Gregory Smith), un ragazzo adolescente, con cui ha un rapporto difficile (una delle storie a cui do effettivamente un credito), e una ragazzina più giovane. Si devono adattare tutti alla nuova realtà e agli abitanti di Everwood. Il protagonista decide di lavorare solo per la gloria e apre una clinica gratuita proprio davanti a quello che è, in pratica, l’unico medico in città. E si sorprende se a questi non va a genio! Se poi sento un altro personaggio di un telefilm che parla con un familiare defunto, urlo. In questo caso naturalmente è la “visione” della moglie che “intrattiene” il dottore. Molto Providence, in una versione sbiadita. Anche la storia di Ephram con una ragazza, che si interessa a lui perché ha il fidanzato in coma e vuole per questi il parere medico del padre, sa di scontato.

Questa è stata la mia reazione all’inizio, ma un pilot è pur sempre un pilot, per cui margini di miglioramento sono enormi e ci sono effettivamente stati. Molti hanno lodato quello che hanno visto come un nuovo Settimo cielo, capace anche di storie originali. L’atmosfera quasi fatata di bianco e di neve c’è. E’ la compagnia quella che delude, ma magari sono io che non l’ho capito e dovrei darci una seconda possibilità.  

lunedì 7 gennaio 2013

THE VAMPIRE DIARIES. seconda stagione


È diventata più epica della prima la seconda stagione di The Vampire Diaries (su Italia1, dal 5 dicembre, mercoledì, ore 23.20 circa), che è un telefilm con un grande pregio piuttosto raro ultimamente, specie per chi di storie ne ha viste molte: confeziona veri e autentici colpi di scena che non ti aspetti. E per una volta il fatto che sia una serie in cui non puoi mai essere sicuro che la morte sia definitiva non è da accogliere con un rullare d’occhi, ma come una opportunità narrativa in più: mai è fatto in modo scontato, ma è sempre ricchissimo di rivolgimenti ricchi di suspense che ti fanno domandare: e ora come escono da questa situazione?

Uno lo si trova già nella prima nuova puntata: Caroline (Candice Accola), uno dei personaggi fulcro, viene uccisa, per diventare suo malgrado una vampira, e la sua scoperta della nuova realtà è davvero ben costruita, anche da un punto di vista metaforico.

Le grandi entrate di questa stagione sono il ritorno di Katherine (Nina Dobrev), il doppio per così dire di Elena (sempre Nina Dobrev), e l’arrivo di Klaus, uno dei vampiri originari, più forti a praticamente indistruttibili. Assieme a loro assumono sempre più importanza i licantropi  e nell’interazione fra i due gruppi si costruisce la storia della maledizione del Sole e della Luna. Per spezzare l’antico maleficio, Elena sarebbe disposta a sacrificarsi… Poi le vicende si complicano e la mitologia si stratifica e diventa via via più complessa.

Come sempre il fulcro rimane l’attrazione fra Elena e i due fratelli che se la contendono: Damon (Ian Somerhalder), che la ama non corrisposto, e Stefan (Paul Wesley), il fidanzato. Godibilissimo. Per questa stagione la serie ha vinto 5 Teen Choice Awards.


giovedì 3 gennaio 2013

I migliori programmi del 2012 secondo THE HOLLYWOOD REPORTER

Tim Goodman, critico televisivo di The Hollywood Reporter, quest’anno ha scelto i migliori programmi del 2012 dividendoli nei 15 drama migliori e nelle 15 comedy migliori. Sono:
Drama:
1. Breaking Bad
2. Mad Men
3. Game of Thrones
4. The Walking Dead
5. Justified
6. Boardwalk Empire
7. Sons of Anarchy
8. Sherlock
9. Dexter
10. Treme
11. The Hour
12. Magic City
13. Boss
14. Homeland
15. Shameless
 
Comedy:
1. Girls
2. Louie
3. Parks and Recreation
4. 30 Rock
5. Raising Hope
6. Archer
7. Veep
8. New Girl
9. Community
10. It’s Always Sunny on Philadelphia
11. Modern Family
12. Don’t Trust the B---- in Appartment 23
13. Wilfred
14. House of lies
15. Ben and Kate