Torna in replica dalla prima puntata The OC (Italia1, ore 16.20), uno dei teen dramas che maggiormente sono diventati punti di riferimento di questo genere. Annata 2003, è l’ erede di Beverly Hills 90210 e Dawson’s Creek e il precursore di Gossip Girl, 90210, Pretty Little Liars… La serie, ideata da Josh Schwartz, è uno zuccherino superficiale e inconsistente, ma che sa fare dell’essere “facile” la sua forza e occasionalmente offre momenti che si elevano dal solito visto – nella settima puntata della prima stagione, ad esempio, le scene a Tijuana con Marissa che sta male.
Nella prima manciata di episodi ci sono solo feste e scazzottate, ma in seguito questo telefilm-soap prende quota. Seth Cohen (Adam Brody, che avevamo visto prima in Una mamma per amica), vulcano di battute e improbabile rubacuori, viene conteso fra Summer (Rachel Bilson) e Anna (Samare Armstrong), ed è un vero spasso. Più trito l’amore fra la sopraccitata Marissa (Mischa Barton) e Ryan (Benjamin McKenzie): un polpettone che fa sopportare Oliver, uno squilibrato che si invaghisce di lei, ma non Theresa, l’ex-ragazza di lui che ne condivide il passato a Chino, un quartiere povero e malfamato.
Come ha scritto Aldo Grasso in “Buona Maestra” (Mondatori, 2007 – Collana Strade Blu): “‘OC’ è un gioco, patinato e finto, ma consapevole di esserlo e contento di esserlo. Si gioca a ‘O.C’. Coi sentimenti, con i problemi, con le persone, con le parole. E il nostro campione è Seth. Senza di lui, non si gusterebbe fino in fondo questo strano melodramma ironico”. E ancora: “Uno dei grandi problemi trattati è appunto la contaminazione delle culture, l’ibridazione delle identità, il tradimento delle radici. Giocando s’impara. Si impara soprattutto a guardare il proprio mondo di appartenenza con la necessaria ironia, la necessaria leggerezza. Alla Seth”.
E a partire da questo telefilm, cosa ripresa da altri in seguito, hanno un peso rilevante e sono dinamiche anche le vicende degli adulti che non sono più, come in passato, una realtà separata: Sandy e Kirsten, genitori di Seth, Jimmy e Julie, genitori di Marissa, e Caleb diventano loro stessi protagonisti. Come sottolinea Elena Palin in “Da Beverly Hills a 90210” (saggio all’interno della raccolta Arredo di Serie, curata da Adlo Grasso e Massimo Scaglioni ed edita da Vita e Pensiero), “(i)n The OC Josh Schwartz si diverte a giocare con il passato degli adulti che racconta, tessendo un gran numero di sottotrame nelle quali non solo il telespettatore si trova imprigionato, ma anche i personaggi, gli adolescenti che racconta, devono fare i conti con il vero io dei genitori”. Schwartz infatti, continua, “ha raccontato gli adulti non come mondo a sé, o come ruoli confezionati per generare dinamiche di scontro e incontro con i protagonisti adolescenti, ma più come ex-adolescenti, degni di essere approfonditi anche in una serie rivolta espressamente ai teen-ager”.
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