In The Secret Circle, che ha debuttato lo scorso 15 settembre sull’americana CW, Cassie Blake (Brittany Robertson, Life Unexpected) è un’adolescente che si trasferisce a vivere con la nonna dopo che la madre è morta per un incendio scoppiato, si direbbe, per l’incantesimo di quello che scopriremo chiamarsi Charles Meade (Gale Harold, Queer As Folk, Hellcats). Arrivata nella nuova cittadina dove si è trasferita, Chance Harbor, nello stato di Washington (ma le riprese sono fatte in Canada) Cassie viene subito informata da alcuni compagni di scuola che, come loro, anche lei è una strega. Ora che è arrivata il “circolo”, che deve rimanere segreto, è completo e questo significa che ora hanno veramente potere.
Loro sono: Diana Meade (Shelley Hennig), la leader del gruppo; Adam Conant (Thomas Dekker), il ragazzo di Diana; Faye Chamberlain (Phoebe Tonkin), la più assetata di potere, la cui madre Dawn (Natasha Henstridge) è la preside della scuola; Melissa (Jessica Parker Kennedy), la migliore amica di Faye; Nick Amstrong (Louis Hunter), un tipo solitario; e ora appunto Cassie. E loro sono gli eredi di una tradizione che risale al 1692. Come loro, anche i loro genitori facevano parte di un circolo simile, ma qualcosa sedici anni prima è andato storto e hanno abolito la stregoneria perché non vogliono che i figli ripetano i loro stessi errori. C’erano in origine 6 famiglie e ciascuna famiglia ha un diario, un libro di incantesimi con cui loro ragazzi fin’ora hanno fatto pratica. Cassie è la discendente della sesta famiglia e quello che i ragazzi ora vogliono fare è un rituale che li leghi l’uno all’altro in modo da riuscire a controllare il loro potere. Cassie non crede a quello che sente e scappa, ma viene raggiunta da Adam che le dimostra i poteri magici che hanno. Fra loro due, in particolare, pare ci sia un destino già scritto. Da una parte degli adulti (Charles, Dawn) c’è un complotto per portare a termine un obiettivo e vogliono che il circolo, a sua insaputa, lo realizzi per loro.
Basata sua una serie di libri di L.J. Smith, l’autrice di The Vampire Diaries, chiamati I Diari delle Streghe in italiano, e sviluppata per la televisione da Andrew Miller (Imaginary Bitches) e con co-produttore esecutivo e occasionalmente sceneggiatore Kevin Williamson (Dawson’s Creek, The Vampire Diaries), la serie adolescenziale non si distanzia molto dagli altri programmi che portano la firma di Williamson. C’è un po’ di Dawson’s Creek qui insomma (specie nell’ambientazione) e parecchio di The Vampire Diaries: adolescenti carini e orfani (e l’assenza dei genitori qui si fa particolarmente esplicita), poteri sconosciuti, una piccola città piena di segreti, eredità spirituali di famiglia e diari, complotti, scuola e locali da frequentare insieme, una colonna sonora pop vagamente folk. La premessa non è proprio originalissima, tutto è già visto, gli attori sono per la maggior parte un po’ verdi, eppure…
Eppure, nonostante si vedesse così fortemente il ricalco da altri telefilm, la serie mi ha conquistata. L’adolescente che è in me è stata davvero rapita dal momento magico nel bosco fra Cassie e Adam, con le gocce d’acqua sospese tutte intorno a loro e il bacio mancato. Ho trovato pieno di potenziale l’allegoria della magia come sesso – “Hai fatto magia con lei?” si irrita Diana quando scopre che il suo ragazzo Adam ha fatto un incantesimo con Cassie. “Praticano?” si sono preoccupati dei genitori sospettando che i figli facessero stregoneria insieme. Il tema del potere, di averlo dentro di sé, di come usarlo, di quando e come fermarsi, il fatto di esercitarlo in gruppo, il fatto di non essere da soli, la “saggezza” dei vecchi diari, le conoscenze degli adulti e lo scoprirle o meno da parte dei giovani, l’evitare gli errori passati sono tutti temi che la serie può sviluppare bene e che sono molto ben legati all’adolescenza. E nelle parti più dark, The Secret Circle mi ha molto richiamato Harry Potter, non per il tema della magia, come si potrebbe facilmente fraintendere, ma per il tono.
Non c’è forse niente di cui entusiasmarsi televisivamente parlando, ma devo essere sotto l’incantesimo della storia perché ne vedo la magia.
una serie molto derivativa, come anche pretty little liars, però il mix anche qui è talmente riuscito che, almeno per quanto riguarda il pilot, è un'autentica figata! :)
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