Ho deciso di guardare la
puntata dedicata alla Puglia della nuova trasmissione di Pippo Baudo Il Viaggio (Rai3, lunedì, prima serata)
perché è una regione che conosco bene. Non credo di aver imparato molto di più.
Quello che è evidente da
subito è che il popolare conduttore avrebbe potuto realizzare praticamente lo
stesso programma standosene sulla poltrona di casa sua, utilizzando qualche
immagine esterna di repertorio. Quelle che ci sono risultano pressoché inutili
e di fatto non è una visita di una regione ogni volta diversa, la sua, ma una
indagine di alcune personalità che hanno fatto la storia di quei luoghi e che
per quei luoghi sono significative. Dei posti si continua a ignorare
praticamente tutto.
La regia è addormentata.
Erano al Petruzzelli di Bari e insieme a Mirabella ammiravano la sola stanza
rimasta intatta dall’incendio del teatro, poi ricostruito. Si guardano intorno
ammirati, e secondo voi la regia ci fa vedere qualcosa di quello che vedono?
Mai sia. Rimane imbambolata a fissare i due. Il trullo davanti a cui si è
chiacchierato con Checco Zalone, nella Valle d’Itria, poteva ben essere una parete passata a calce
qualunque. Sotto la statua di Domenico Modugno a Polignano a Mare, gli
spostamenti di inquadratura lasciavano la sensazione che fossero fatti solo per
evitare l’ombra degli operatori sul conduttore.
Il personaggio medio
intervistato ha un’età di 50 anni, e per il 95% si tratta di uomini. Dopo un po’
ho cominciato a notarlo con fastidio. Nella puntata in questione poi, quando
sulla piana di Ostuni si è parlato con il proprietario di una masseria, lo si è
interrogato sugli ulivi secolari, quando da Bianca Guaccero ci si è fatti
accompagnare a Bitonto dove fanno dei taralli e dove le “taralliste” sono tutte
donne, si è forse chiesto alla proprietaria qualcosa sulla sua attività? Si è
preferito chiedere all’attrice a che età ha avuto il primo fidanzatino e se si
siano baciati.
Per i ritmi moderni
certi inserti li si vorrebbe anche sforbiciare un po’ prima, ma il programma
però è attento ai dettagli. Prima di inquadrare la succitata soubrette, ad
esempio, la si è inquadrata mentre leggeva “Né qui, né altrove”, di Gianrico
Carofiglio. Del libro non si parla mai, né vi si fa riferimento alcuno, ma è di
un autore pugliese, ed è un libro specificatamente ambientato a Bari, città che
in questo caso è quasi un personaggio della storia essa stessa.
Quando si sofferma su alcuni
personaggi il programma riesce comunque a
catturare con il potere delle storie che racconta: la vita e la missione del
fondatore della CGIL, Giuseppe di Vittorio, di Cerignola; Aldo Moro, la cui
scultura in quel di Maglie, con L’Unità sotto il braccio, è un tentativo di
illustrare la sua politica di “compromesso storico”…
L'ho guardato e devo dire che a me è piaciuto molto... ma io ho un debole per Pippo. E' capace di essere sempre all'altezza, che si tratti di Sanremo o di un programma d'altro genere lui gli conferisce una sorta di 'sacralità' che gli altri conduttori non sono in grado di dargli.
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