In Togetherness, Brett (Mark Duplass) e Michelle Pierson (Melanie
Lynskey) sono una coppia di Los Angeles sposata con figli che sta attraversando
un periodo di crisi, dentro e fuori il letto coniugale. Accolgono temporaneamente
in casa la sorella di lei, Tina (Amanda Peet), single preoccupata di restare
tale per tutta la vita, e il miglior amico di lui, Alex (Steve Zissis) attore pelato
e sovrappeso che, anche per questo, si percepisce ormai in declino senza aver
mai veramente sfondato.
Ideata dai fratelli Mark
e Jay Duplass (il primo parte del cast, il secondo noto per interpretare il
figlio del protagonista in Transparent)
e dallo Steve Zissis di cui sopra, questa comedy della HBO più che umoristica è
ironico-meditativa, alla Girls per
intenderci, con un gusto un po’ indie. L’idea di base da cui sono partiti (cfr.
TV Guide, 5 gennaio 2015) è che non è vero che l’erba del vicino, ovvero
l’essere sposati o l’essere single, è sempre più verde; l’erba è verde
occasionalmente, ma la percentuale dei momenti magici è davvero piccola, e che
per gran parte la vita è noioso e inappagante tran tran, qualunque sia la tua situazione. Il
tono riflette questa idea, e anche la riuscita della serie, potremmo dire, ne
viene condizionata.
L’insoddisfazione
personale di Michelle, la frustrazione umana di Brett, la disperazione e la
solitudine di Tina e il tormento per il potenziale non realizzato di Alex sono
sempre sotto la superficie apparentemente leggera. La forza dello show sta nel
modo in cui fa emergere la scontentezza della vita quotidiana e gli stratagemmi
che mettiamo in atto per combatterla. Controllo, quanto avere o quando rinunciarci,
amore, amicizia, realizzazione personale…
sono tutti temi affrontati. Per i protagonisti il contesto è quello di Hollywood e il periodo della vita quando ci si
avvicina la mezza età.
Togetherness brilla in alcuni momenti e non convince completamente
in altri, ma dalla prima stagione si afferma come una serie lucida sul
malessere della vita.
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