giovedì 1 agosto 2013

MISTRESSES: blando e dimenticabile


Non sta avendo troppa fortuna, né di pubblico né di critica, Mistresses (Amanti), rifacimento di una serie inglese che in effetti nella nuova incarnazione lascia molto a desiderare.
Savannah “Savi” (Alyssa Milano)  e sua sorella Josslyn (Jes Macallan), April (Rochelle Aytes) e Karen (Yunjin Kim, Lost) sono quattro amiche che, come tali, si confidano l’una con l’altra. Karen è una psichiatra che ha deciso di avere una relazione con un uomo sposato, suo paziente, quando questi ha scoperto che gli rimaneva poco da vivere. Ora è morto e si è tolto la vita con medicine da lei prescritte, cose che potrebbe crearle dei problemi sul lavoro, senza contare che il figlio adolescente di lui sospetta che il padre avesse un’amante. April, ora vedova con una figlia di 10 anni, aveva quello che credeva il matrimonio perfetto, finché sulla porta di casa non le si presenta una donna che le dice che il marito era il padre di suo figlio: le amiche non sono convinte che non sia solamente una persona interessata a estorcerle del denaro. Savannah, pur innamorata del marito, Harry (Brett Tucker), uno chef australiano da cui sta cercando da tempo di avere un bambino, tira tardi sul lavoro e cede all’attrazione per un collega (Jason George), con cui fa sesso in ufficio, rimpiangendolo subito dopo. Josslyn  è un’agente immobiliare single che va a letto ora con l’uno ora con l’altro.
La serie proprio non funziona: la scrittura è piatta e poco credibile. La recitazione, anche adeguata, occasionalmente cede, forse per il peso di materiale vagamente amorfo e privo di mordente. Il tema è la cosa più interessante della serie. A seguire le puntate ci si rende conto quanto poco in fondo venga esplorata la prospettiva dell’amante. Non c’è né spessore umano però, né eventualmente giocoso senso trash dell’illecito (alla maniera di Scandal), o senso di ironia (alla Desperate Housewives). Blando e dimenticabile.

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