domenica 25 agosto 2013

SCANDAL: la prima stagione

 

Volevo gettare la spugna dopo aver visto i primi venti minuti di Scandal (in Italia su FoxLife), la serie politico-scandalistico-investigativa di Shonda Rhimes (Grey’s Anatomy), dove Olivia Pope (Kerry Washington) è una specie di super-eroina, colei che può risolvere tutti i problemi, la più brava, la più tosta. Se c’è una crisi si chiama lei, perché lei può. Risibile. Ne ho viste tante di serie con questi principio da ragazzina, mi sono detta. Poi però quello che mi ha fatto continuare a verla è che, sì ne ho viste anche troppe su questo principio, ma mai con una donna. E sono una gran fan delle pari opportunità, anche quando si tratta di cose risibili, anzi proprio queste sono un buon segno di parità, in fondo.

E così ho seguito la prima stagione delle investigazioni dell’ufficio di gestione delle crisi di Olivia Pope, ex-direttrice del Dipartimento delle Comunicazioni della Casa Bianca – si dice che la sua figura sia ispirata a quella di Judy Smith, assistente alle comunicazioni durante l’amministrazione di George W. Bush, e qui produttrice esecutiva -, e a capo di una squadra di Associati: il donnaiolo Stephen Finch (Henry Ian Cusick, Lost); Harrison Wright (Columbus Short), un avvocato che ritiene che loro non siano altro che gladiatori vestiti bene; Abby Whelan (Darby Stanchfield), investigatrice che ha un passato di abuso da parte dell’ex-marito; Huck Finn (Guillermo Diaz, Weeds), hacker che vuol cercare di dimenticare il suo violento passato con la CIA, organizzazione per cui torturava e ammazzava i traditori degli Stati Uniti; e Quinn Perkins (Katie Lowes), la neoassunta del gruppo, giovane avvocato. Tutti sono ferocemente leali a Olivia per un motivo o per l’altro. Un po’ rivale, un po’ amico è il procuratore David Rosen (Joshua Malina, The West Wing).

Le vicende si dipanano fra le storie autoconclusive di investigazione e la storia multi-episodica che coinvolge la Casa Bianca, con il Presidente repubblicano Fitzgerald Grant (Tony Goldwyn), con cui Olivia ha avuto una storia, e il suo capo del personale Cyrus Beene (Jeff Perry). La prima stagione in particolare si focalizza su un intrigo che inizia un po’ alla Monica Lewinksy, ma poi prende una direzione diversa, con Amanda Tanner come l’amante del presidente. A interpretarla è Lisa Weil (la Paris di Gilmore Girls che ora recita in Bunheads) che dimostra di essere tanto ferrata nei ruoli drammatici quanto lo è da sempre nei ruolo comici. Il finale è andato in crescendo con colpi di scena non da poco, tanto che con la seconda stagione la serie è di molto cresciuta affermandosi come un vero piacere colpevole per molti.

Scandal si lancia negli intrighi con forza e senza vergogna, senza a benché minima autoironia e forse ha ragione Vulture quando afferma che questo programma è come un pacchetto di patatine, difficilmente se si apre se ne mangia solo una. Il valore salutistico-nutritivo pure è lo stesso.   

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