mercoledì 31 ottobre 2012

Joss Whedon appoggia ironicamente Romney

 
Buon Halloween a tutti.

Joss Whedon ha realizzato un ironico video di promozione politica per Mitt Romney. Sotto trovate prima il video, poi la trascrizione in traduzione italiana (mia). Faccio solo un commento: Joss è un genio.



Sapete, come molti liberal americani, ero eccitato quando Barack Obama si è insediato in carica quattro anni fa. Ma è un mondo molto diverso ora, e Mitt Romney è un candidato molto diverso. Uno con la visione e la determinazione di dare un taglio alla politica “fatta al solito modo” e di rimettere finalmente il Paese sulla via dell’apocalisse zombie. Romney è pronto a fare i profondi retromarcia nella sanità, educazione, servizi sociali, e diritti riproduttivi che ci garantiranno povertà, disoccupazione, sovrappopolazione, malattia, sommosse – tutti elementi cruciali nel creare una landa desolata da incubo per gli zombie. Ma è il suo impegno al privilegio aziendale ingovernato che farà andare in picchiata questa economia verso la vera insolvenza e il caos. Il tipo di caos che non puoi ricomprarti per tornare indietro. Il denaro è solo tanta carta inutile per i non-morti. L’1% non saranno più i ricchissimi, saranno i velocissimi.  Chiunque sappia correre, combattere, fare esplosivi da oggetti casalinghi e soprattutto fare parkour di qualunque tipo – vorrai restare vicino a loro, a meno che non leggano Ayn Rand. Guardate, non pretendo di vedere il futuro. Nessuno sa per certo se saranno gli zombie superveloci di 28 Giorni Dopo o il tipo dinoccolato vecchia-scuola. Ma sono là fuori e hanno bisogno di cervelli. Perciò, se sei un piccolo uomo d’affari che sta solo cercando di tenersi aperte delle porte, una mamma così preoccupata per il benessere di suo figlio che correrà ad abbracciarlo quando è chiaramente infettato e la morderà. O un tipo ex-militare distrutto, che è stato là fuori troppo a lungo e sta correndo il genere di rischi dannatamente stupidi che ci faranno ammazzare tutti, devi porti questa domanda, ‘Sono pronto? Sono pronto per la purezza e il coraggio della visione apocalittica di Mitt Romney?’ Mitt è pronto.  Non ha paura di affrontare un’orda nera, stridula di sub-umani, perché è così che già vede i poveri. Abbracciamo tutti il futuro, smettiamo di fingere che ci importi gli uni degli altri, e cominciamo ad ammassare beni in scatola. Perché se Mitt si insedia in carica, prima o poi, gli zombie verranno per tutti noi.
ZOMNEY – Ha bisogno di cervelli
Pagato dal Comitato per Imparare il Parkour, Tipo Veramente Presto, Tipo Forse Fare un Corso o Qualcosa.
Hmmm. La Spam ha la sua chiave.

domenica 28 ottobre 2012

ELEMENTARY: un procedurale come se ne sono visti a bizzeffe

 
C’è un revival di Sherlock Holmes ultimamente – basti pensare al britannico Sherlock, ma volendo a The Metalist, che usa gli stessi “trucchi”, e in fondo anche al dottor House che è sempre stato considerato la versione medica di quel personaggio. L’ultima incarnazione del personaggio vero e proprio ideato da Arthur Conan Doyle è quella di Elementary (dell'americana CBS). Siamo nella New York contemporanea, Sherlock Holmes (Jonny Lee Miller) è l’eccentrico e un po’ squinternato consulente della polizia, a cui il padre a affiancato un ex-medico, la dottoressa Joan Watson (Lucy Liu) perché sia la sua “compagna di sobrietà”, dopo un periodo di abuso di sostanze.
 Si tratta di una serie procedurale come se ne sono viste a bizzeffe. Gli attori fanno un lavoro dignitoso, ma nessuno dei due convince davvero. I personaggi mancano di fascino, potrebbero cambiare nome e non si noterebbe la differenza.  Sherlock dovrebbe osservare e dedurre, ma così non sembra. Tutto è talmente veloce che è come se avesse già la risposta in tasca, cosa ben poco interessante da vedere. E Watson (per la prima volta una donna) è lì e fa da spalla perché le indagini vadano avanti, ma non è la vera molla che aiuta l’investigatore a fare chiarezza sui punti, cercando di metterne in scacco la logica. Manca intesa fra i due. La serie si lascia guardare, per carità, ma annoia anche.   

giovedì 25 ottobre 2012

"IL TELEFILM È ARTE"

 
Segnalo questa bella carrellata di immagini di telefilm che riprendono capolavori dell’arte, messa insieme da Ed è subito Serial e firmata da Gabriele Russo. Vale proprio la pena ripassarsela: parte 1, parte 2.
E, anche se non si trattava di una locandina, ma l’inserimento artistico è stato diegetico, non si può dimenticare Gilmore Girls – Una mamma per amica che nella puntata “The Festival of Living Art – La ragazza di Renoir” (4.07), riproduce una serie di dipinti (sotto): Kirk diventa Gesù nell’Ultima Cena; Rory si presta per un’opera del Parmigianino, il ritratto di Antea “La Bella”; e Lorelai dà vita al quadro di Renoir  “Ballo a Bougival”.
Kirk:
 
Rory:

Lorelai:

 
 

martedì 23 ottobre 2012

ARCHIVIO DI FILM COREANI su YouTube

Chi è appassionato di cinema, grazie a YouTube può approfittare di una autentica nuova miniera d’oro: la Federazione Coreana degli archivi cinematografici ha reso disponibili moltissimi capolavori girati in Corea del Sud, divisi per annata, dagli anni ’40 ai giorni nostri, in più c’è anche la top ten dei più visti. In questo caso, visto che presumibilmente non sono moltissimi quelli che sono fluenti in coreano, i sottotitoli sono disponibili non solo in hangungmal,  ma anche in inglese. Per trovarli basta andare al Korean Film Archive, il cui scopo -  lo qualificano come “dovere” – è di collezionare, preservare e trasmettere i film come eredità culturale di valore.
 

sabato 20 ottobre 2012

NASHVILLE: uno dei migliori debutti della stagione

 

C'erano almeno due ragioni per cui speravo che Nashville, partita sull’americana ABC lo scorso 10 ottobre, andasse forte. La prima è Connie Britton (American Horror Story, Friday Night Lights), che in questa serie interpreta Rayna James: è un’attrice che è un’autentica forza della natura e chissà che questa non sia per lei la volta buona di vincere l’Emmy che l’è eluso fin’ora, ma che si merita ampiamente. La seconda ragione è Jonathan Jackson (General Hospital) che qui interpreta il ruolo di Avery Barkley: come musicista originale non mi piace, ma è in assoluto uno dei miei attori preferiti (e ha ben 4 meritati Emmy del daytime al suo attivo – ne gioivo in un passato post). È la serie però, ideata da Callie Khouri, che ha vinto un Oscar per “Thelma & Louise”, che è partita davvero bene. Ha avuto un punteggio di ben 84/100 su Metacritic: è piaciuta molto a tutti insomma, me compresa.
 
La premessa è sufficientemente semplice: le vendite dell’ultimo disco della regina della musica country Rayna (Connie Britton appunto) non vanno bene come dovrebbero e la casa discografica le dà un ultimatum, se non vuole che cancellino il tour per mancanza di fondi, deve unire le forze con una reginetta emergente, con scarso talento ma idolo dei giovanissimi, Juliette Barnes - una Hayden Panettiere (Heroes) che dopo le ultime prove d’attrice non proprio eccellenti, mostra di nuovo la grinta che me l’avevano fatta apprezzare da bimba in Sentieri. Quest’ultima è acida e arrivista nei confronti della più matura collega, e mette gli occhi professionali e personali su uno dei suoi musicisti più fidati, Deacon Clayborne (Charles Esten, Enlightened, Big Love), ma sul lato personale è sola e infelice, e ha una madre che fa costante abuso di sostanze con cui non vuole alcun contatto e che la cerca solo per spillarle soldi. Fra le due cantanti in ogni caso è subito cattivo sangue. Il marito di Rayna, intanto, Conrad (Eric Close, Senza Traccia, Santa Barbara), aspira alla carica di sindaco della città, con il sostegno del potente padre di lei Lamar (Power Boothe), con cui lei non ha un buon rapporto, che fin’ora ha sostenuto Coleman (Robert Wisdom). La nipote di Deacon, Scarlett (Clare Bowen), esce col musicista Avery (Jonathan Jackon) e lavora come cameriera al Bluebird Cafè, ma intanto scrive poesie che l’amico Gunnar Scott (Sam Palladio) mette in musica.

Non si deve essere amanti del genere country per apprezzare questa serie. Ci sono magari situazioni cliché, ma i personaggi da subito appaiono complessi. Rivalità, famiglia, ambizione, potere, amicizia, lealtà, orgoglio, talento, soldi, integrità sono solo alcune delle corde che vengono toccate in questa narrazione che, con tinte da soap opera, mostra parecchio spessore. Qualcuno l’ha paragonata al classico film hollywoodiano Eva contro Eva, qualcun altro ha subito osservato che può diventare ciò che Smash prometteva in partenza, ma non ha saputo essere. E non servirà amare la musica country, ma ad apprezzarla qui ce n’è, di originale e di bella, cantata dagli attori. L’autrice ha arruolato fra i collaboratori anche suo marito, il leggendario musicista T. Bone Burnett, che è qui il suo produttore esecutivo musicale.
Insomma, in una miscela di intrighi domestici, politici e musicali, Nashville sembra uno dei debutti più promettenti della nuova stagione.

venerdì 19 ottobre 2012

MADE IN JERSEY: prima cancellazione della stagione

 
Il primo programma delle nuova stagione a venire cancellato, dopo solo due episodi, è Made in Jersey (ne avevo parlato qui), cosa che dimostra solo buon senso da parte della CBS. Il pilot della serie è stato terribile. L’intelligenza di mandarlo in onda proprio è paragonabile a quella della protagonista che nell’incipit si sporca la camicetta con del sapone che le si spruzza inavvertitamente dal dispenser. E lei che fa? Lo risciacqua tanto è sapone e nel giro di mezz’ora si asciuga? Troppo facile. Si toglie la camicia, poi il reggiseno, che rimette dopo aver tagliato il pizzo perché  non si veda una volta che ha indossato la giacca senza la camicetta. La brillantezza dell’intera operazione è molto indicativa di com’era il telefilm ideato da Dana Calvo e di come è stata la decisione di sceglierlo per i palinsesti autunnali.   
Michael Ausiello annuncia anche la cancellazione di Animal Practice, mentre The Hollywood Reporter dice che Next Caller (di entrambi ho parlato qui), nonostante i 6 episodi ordinati di cui 4 già girati, alla fine non verrà nemmeno messa in onda.

giovedì 18 ottobre 2012

QUEER AS FOLK: una guida agli episodi - i link


Nei mesi scorsi ho scritto una piccola guida, episodio per episodio, alla serie britannica cult Queer As Folk. Questo è un post “riassuntivo” che raccoglie tutti i link ai singoli interventi (che contengono a loro volta i link anche alle puntate disponibili su YouTube).

STAGIONE 1

Episodio 2

Episodio 3

Episodio 4

Episodio 5

Episodio 6

Episodio 7

Episodio 8



STAGIONE 2


Episodio 1

Episodio 2 

mercoledì 17 ottobre 2012

GILRS: "sovra-istruite"? Non direi

 
Ho terminato da poco di vedere la prima stagione di Girls, una serie che mi ha conquistato sotto molti aspetti, come dicevo in prima battuta - specie nel modo poco patinato di guardare alla vita delle ventenni moderne, con le loro insicurezze - ma che a momenti mi ha stomacato: il personaggio di Jenna in particolare, per il quale non sono riuscita a trovare un solo elemento che la redimesse ai miei occhi e con la quale trovare un punto di contatto umano che me la facesse apprezzare.
Non mi piace la realtà che vedo ritratta, quella di vite allo sbando vissute a casaccio, ma questo per certi versi è anche una descrizione pregnante della generazione che ritrae. Il problema infatti non è quello, è che a momenti  ho trovato questo ritratto “falso”, un esercizio da corso di scrittura creativa che amplifica dettagli bizzarri (uno per tutti il personaggio di Adam) dietro ai quali ci si nasconde per non andare in profondità. È una critica crudele, mi rendo conto, e non del tutto meritata forse. Così la percepisco io.
Un giudizio che ho sentito ripetere di nuovo e ancora è che le protagoniste sono “overeducated”, ovvero “sovra-istruite”.  Ora, per quel che mi riguarda,  non si può essere troppo istruiti. Si può forse essere molto istruiti e non avere imparato un granché dalla propria istruzione o usarla male o sentirsene paralizzati, o chissà che altro, ma non si è mai troppo istruiti. Capisco in realtà che cosa intendono quando dicono così, ma non mi piace che si esprima in questi termini. E se anche ammettessi che esiste una simile circostanza, in cui non credo, questo non sarebbe sicuramente il problema di quelle ragazze.    

martedì 16 ottobre 2012

NEXT MEDIALITY: il nuovo numero di Ol3Media

 
È da oggi disponibile online il numero 11 di Ol3Media, “Next Mediality” curato da Mauro Corsetti. È presente nei 32 iTunes Stores internazionali e in quello italiano è possibile scaricarlo qui.
Diversamente, da oggi pomeriggio, lo si può trovare in PDF (in versione completa, ma ovviamente senza contenuti multimediali), sulle pagine del blog di Ol3Media.
 

lunedì 15 ottobre 2012

C'ERA UNA VOLTA - "VI HO TANTO AMATO": chapeau

C’era una volta, non il telefilm, ma il programma di reportage internazionali di Rai3 (giovedì, ore 24), firmato da Silvestro Montanaro, di certo non racconta favole, ma una realtà spesso cruda. Quello che vuole fare è entrare “nei fatti dalla porta principale, sfogliando le pagine della globalizzazione”. Si tratta di uno di quei programmi che sono il fiore all’occhiello della TV pubblica, ma che mettono il dito nelle piaghe e per questo non sono sempre facili da vedere. Sono occasione di riflessione e approfondimento che ti lasciano scosso, non certo momenti di svago e intrattenimento.
La puntata andata in onda più di recente, “Vi ho tanto amato”, (ri)vedibile sul sito del programma è stata dedicata a prostituzione infantile e pedofilia a Pattaya, in Thailandia, luogo di miserie economiche e umane. C’è stata accurata attività giornalistico-investigativa, anche se non ho apprezzato la voce fuori campo che narrava in prima persona. Il testo era di denuncia ma quasi poetico, e fungeva da commento, ma trovo fosse un registro inadeguato al contesto. Avrei voluto indicazioni sulle organizzazioni che si battono in questo campo e di cui si è parlato. Per il resto, chapeau.

sabato 13 ottobre 2012

Mitt Romney accusato di plagio da FRIDAY NIGHT LIGHTS

 
Come riportato dall’Hollywood Reporter, l’ideatore della serie Friday Night Lights, Peter Berg, ha accusato di plagio il governatore Mitt Romney, in corsa alle elezioni per la presidenza americana per il partito Repubblicano, per il fatto che nella sua campagna elettorale sta utilizzando come slogan la “frase simbolo” della serie: “Clear Eyes, Full Hearts, Can’t Lose”, che in modo molto meno efficace e originale, ma funzionale al doppiaggio, è stata tradotta in italiano “chi ha cuore e coraggio non perde” (almeno nella finale della prima stagione – avendo seguito io le puntate in inglese, non ho verificato se la traduzione sia stata tenuta coerente nel tempo in italiano, ma mi auguro di sì) 
Ecco sotto, tratto da We Love Soaps, il testo originale della lettera mandata da Berg a Romney, che subito sotto traduco.
 
Governatore Romney:
Ho ideato il programma TV “Friday Night Lights” e ho inventato io la frase “Clear Eyes, Full Hearts, Can’t Lose”.
Non sono rimasto elettrizzato quando ho visto che ha plagiato quest’espressione per supportare la sua campagna usandola sui poster, sulla pagina Facebook e come parte dei suoi discorsi nei comizi. La sua politica e campagna non sono chiaramente allineati con i temi che ritraiamo nella nostra serie.
Il solo paragone rilevante che vedo fra la sua campagna e “Friday Night Lights” è nel personaggio di Buddy Garrity – che ha voltato le spalle ai fabbricanti d’auto americani vendendo macchine importate dal Giappone.
Il suo uso dell’espressione associa in modo falso e inappropriato “Friday Night Lights” con la campagna Romney/Ryan. Mitt, auguriamo tutti il meglio a lei e alla sua famiglia. Siamo grati del suo supporto al nostro amato programma, ma non siamo in alcun modo affiliati a lei o alla sua campagna. Per piacere, si inventi un suo slogan per la campagna.
Distinti saluti,
Peter Berg  

Sotto, due clip:
- la prima è una scena in cui la frase viene usata in Friday Night Lights, un programma amatissimo dalla critica e in assoluto una delle mie serie televisive preferite:

 
- la seconda è un momento di un comizio politico in cui la frase “Clear eyes, full hearts, can’t lose” viene usata da Mitt Romney.


venerdì 12 ottobre 2012

PARTNERS: sit-com con battute trite

 
In Partners (sull'americana CBS), Joe (David Krumholtz, Numb3rs) e Louis (Michael Urie, Ugly Betty) sono due amici molto uniti fin dall’infanzia che lavorano insieme per uno studio di architettura: il primo è eterosessuale, e ha una storia con Ali (Sophia Bush, One Tree Hill), che lavora in un negozio di gioielli, che nonostante le titubanze iniziali ha intenzione di sposare; il secondo è omosessuale e ha una storia con Wyatt (Brandon Routh, Superman), un infermiere che Louis si ostina a dire che fa il medico. Ali e Wyatt son consapevoli però che loro non sono due coppie, ma tre, perché Joe e Louis sono molto legati.
Ispirato dalla vera storia di amicizia personale e professionale degli ideatori David Kohan e Max Mutchnick (Will & Grace), la sit-com è si nota che ha una base solida, ed è apprezzabile che si percorra il terreno sufficientemente poco battuto di un’amicizia al maschile fra straight e gay, ma le battute sono trite e si riescono ad immaginare in anticipo con troppa facilità, per cui il risultato è appena appena tiepido. La segretaria dei due, Ro-Ro (tracy Vilar), la classica ispanica da stereotipo, non aiuta.      

mercoledì 10 ottobre 2012

THE APPRENTICE: Briatore scelta di casting perfetta


“Sei fuori!”: questo è il tormentone che caratterizza il nuovo talent show di competizione The Apprentice (“l’apprendista”, cioè, su Cielo, martedì, ore 21), con il dito del boss che intima al concorrente di andarsene, e trasla appropriatamente il “you’re fired!” della versione americana, che più letteralmente sarebbe “sei licenziato!”.
Senza offesa, ma Flavio Briatore è una scelta di casting perfetta per il ruolo che nella versione originaria del programma è stata di Donald Trump, che si vede all’inizio dargli l’endorsement, e che proprio da pochi giorni ha fatto di nuovo parlare di sé per uno spot che ha girato per i Repubblicani in cui, dopo averlo valutato negativamente, dice al presidente Obama proprio “sei fuori!” secondo la liturgia del programma.
 Sedici persone scelte fra 5000, che desiderano sfondare nel mondo degli affari, si sfidano divisi in due squadre in varie prove per 20 settimane, venendo eliminati uno ad uno. Chiunque rimanga avrà un contratto di 1 anno con uno stipendio a 6 cifre proprio per il boss in persona, che, affiancato da due suoi fedelissimi, Patrizia Spinelli e Simone Avogadro, li valuta e li tartassa di critiche lì dove fanno errori. Non vuole arroganti, cretini e persone che facciano troppa teoria, ha esordito all’inizio. E lui stesso per fortuna non si mostra borioso quanto l’equivalente americano, cosa che temevo. È severo, deciso, ed intimidente quel che basta, dietro l’enorme tavolone bianco, senza apparire gradasso. Il ritmo è serrato, e si colgono qua e là pagliuzze del mestiere imprenditoriale.
La prima puntata era una prova di compravendita di pesce, vinto dalla squadra “Lux”, delle donne, mandata poi a festeggiare in un ristorante giapponese, mentre quella degli Uomini, “Il gruppo”, è inciampata in numerose difficoltà. Funziona.

martedì 9 ottobre 2012

I 50 SHOWRUNNEER più importanti del 2012 secondo THR


The Hollywood Reporter ha fatto uscire per il 2012 l’annuale lista dei 50 showrunner più importanti, con tanto di interviste agli interessati, divisi nella categorie di drama e comedy. Da non perdere.
Nella foto sopra, David Crane e Jeffrey Klarik, showrunner dell’esilarante Episodes.

lunedì 8 ottobre 2012

Online le TV GIAPPONESI

Se siete appassionati di anime o dorama e in generale incuriositi dal piccolo schermo del Sol Levante, ItaliaJapan.net segnala la possibilità di vedere online tutti i principali canali della la tv giapponese (ad esempio TBS, TV Tokyo, TV Asahi, NHK, Fuji TV), gratuitamente. Per farlo è sufficiente scaricare un software chiamato KeyHoleTV, cliccando poi sul nome del proprio sistema operativo e scaricando i file all’interno della cartella che si apre. A conoscere la lingua, per una guida al palinsesto, ci si può affidare a http://www.tvguide.or.jp/.

venerdì 5 ottobre 2012

LAST RESORT: buio e machista

 

Last Resort, che ha debuttato sull’americana ABC il 27 settembre, è stato indicato come uno dei telefilm con maggior potenziale della nuova stagione. A me è attivamente dispiaciuto e a meno che non diventi un mega successo non ci darò nemmeno una seconda occhiata.
L’equipaggio di un sottomarino, il Colorado, riceve ordine di lanciare ordigni nucleari contro il Pakistan. Dal momento che non è chiaro da chi arriva l’ordine, poiché è arrivato da un canale secondario, il capitano Marcus Chaplin (il sempre assolutamente spettacoloso Andre Braugher, Men of a Certain Age) rifiuta di farlo prima di aver ricevuto una conferma da qualcuno la cui autorità riesce a riconoscere. Viene immediatamente sollevato dal comando che viene affidato al suo primo ufficiale Sam Kendal (Scott Speedman) e il Colorado si vede bersaglio del fuoco americano. L’equipaggio scappa e ripara in un’isola, la Sainte Marine, dove prende il controllo, non senza l’ostilità dei nativi – in particolare di Julian Serrat (Sahr Ngaujah) . Si dichiarano uno stato nucleare sovrano, tanto che minacciano gli stessi Stati Uniti di lanciare missili nucleari. A far parte dell’equipaggio del Colorado c’è anche il tenente Grace Shepard (Daisy Betts, Persons Unknown), una delle pochissime donne in un equipaggio di 150 elementi, una pioniera del campo, e figlia di un ammiraglio del Pentagono che, nonostante il suo ruolo, dell’attacco non sa niente.
Nonostante il buon cast, il pedigree dell’ideatore Shawn Ryan (The Shield, Terriers) e la potenzialità delle storie di intrigo e giochi di potere, che facilmente si presta alla lettura metaforica, il pilot mi ha davvero deluso. La narrazione era ripetitiva: quante volte hanno dovuto dire che chiedevano di confermare l’ordine perché era arrivato da un canale secondario? Il tono è machista. Il look è troppo buio: chiaramente all’interno del sottomarino si pone questo problema, ma il fatto è che la stessa sensazione si ha sull’isola. E l’equipaggio del sottomarino colpito, sballottato di qua e di là, riporta alla mente scene da Star Trek anni ’60.

mercoledì 3 ottobre 2012

INDOVINA QUANTO TI VOGLIO BENE: un cartone dal libro per bambini

 
Indovina quanto ti voglio bene, da cui Disney Junior ha tratto una omonima striscia di cartoni animati che va in onda dal 10 settembre (ore 13.25), è un libro per bambini di grande successo scritto da Sam McBratney e illustrato da Anita Jeram, pubblicato in Inghilterra nel 1994 e disponibile in Italia per le edizioni Il Capitello.
L’associazione delle biblioteche americane (ALA) l’ha incluso nella sua lista di libri per bambini maggiormente degni di nota del 1996 e, l’anno successivo, la National Education Association l’ha indicato come uno dei 100 migliori libri per bambini secondo gli insegnanti.
Ha come protagonisti Leprotto Nocciola e il padre Gran Lepre Nocciola che fanno a gara nel dirsi quanto si vogliono bene: così tanto, dice il piccolo aprendo le braccia; e io così tanto risponde il papà facendo lo stesso; fino alla punta delle dita dice il leprotto alzando le braccia verso il cielo, e lo stesso fa Gran Lepre e così via. Io, che ho letto il libro da adulta – volendo lo trovate su YouTube in originale qui e che in corso di via cercavo di capire dove andasse a parare, visto che il padre riusciva sempre a immaginava grandezze più grandi del figlio, immaginavo che chiudesse con il figlio che diceva che lo avrebbe amato per il resto della vita, al che presumibilmente il padre, che aveva sempre utilizzato la stessa unità di misura in risposa, avrebbe risposto altrettanto, con l’amara consapevolezza che la durata sarebbe stata minore. Mi sbagliavo: il libro, con molta più coerenza rimane nella dimensione dello spazio e non del tempo, non cambia il proprio schema e con molta più tenerezza al piccolo che dice che lo ama fino alla luna, il grande risponde che lo ama fino alla luna e ritorno.
Questo, la tenerezza, è quello che caratterizza il cartone animato che ne è tratto, insieme al gusto per i disegni un po’ retrò e il colore acquerello delle immagini, in paesaggi che di proposito guardano con stupore alla natura influenzata dal passaggio delle stagioni. Oltre ai leprotti, altri personaggi sono:  una topolina di campagna piena di energia; un piccolo scoiattolo grigio che ama fare scherzi e fare il giocoliere con le ghiande; una civetta bianca che appropriatamente dorme di giorno e che ama raccontare storie e, quando Leprotto Nocciola ne mette in dubbio la veridicità, assicura che è vero che è una storia; una furba volpe a cui non piace seguire le regole; un uccellino blu, adulto, chioccia del gruppo sempre pronta a dare una mano – e a quanto pare il colore (che a me oggidì fa pensare inevitabilmente a Twitter) vuole essere un riferimento all’“uccellino azzurro della felicità” (bluebird of happiness), animale mitologico dei nativi americani, simbolo di felicità, gioia, salute, prosperità, casa, focolare, rinascita…; una lontra molto giocherellona che si diverte a spruzzare d’acqua i suoi amici.
Gli episodi sono 52, di poco più di 10 minuti ciascuno. Credo che chi li guarda vorrà bene a questi personaggi, per il resto della vita.

lunedì 1 ottobre 2012

THE BIG BANG THEORY (6.01): il futuro di Raj


Ho visto la prima puntata della nuova stagione di The Big Bang Theory, “The Date Night Variable” (6.01) e ho subito notato che le tre ragazze (Penny, Amy e Bernadette) sono nell’immagine finale di gruppo della sigla. L’unico non accoppiato è Raj (Kunal Nayyar).
Verso la fine della puntata, Raj, sul cui orientamento sessuale hanno sempre mantenuto una certa ambiguità – non solo verso il pubblico, ma anche del personaggio verso se stesso, come se fosse, ma non sapesse di essere gay – è andato da solo al negozio di fumetti, dove ha incontrato il proprietario Stuart (Kevin Sussman). Ho letto di recente che quest’ultimo è entrato a far parte regolare del cast (e già qui si nota).
Ho fatto due più due, tanto più in una puntata costruita sulle coppie. Non ci è voluto molto a capire che direzione prenderà la sesta stagione per Raj. Non posso dire che mi dispiaccia. Sono curiosa di vedere come svilupperanno la storia.