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sabato 20 giugno 2020

THE BAKER AND THE BEAUTY: cancellata



È stata cancellata dopo i soli nove episodi della prima stagione The Baker and the Beauty (ne ho parlato qui). E sta cercando casa altrove. Solitamente, non degnerei di un secondo post una serie che in fondo è solo una favoletta da piacere colpevole. Il motivo per cui lo scrivo è perché l’impressione in chiusura è molto diversa da quella che ho avuto dopo il pilot.

La forza della serie non sta minimamente nella coppia centrale per la quale dovremmo tenere, ovvero quella di Noa-non-sai-quanto-è-duro-essere-ricchi-e-famosi-Hamilton (Nathalie Kelley) con l'Anthony-Bourdain-wannabe, il pasticcere Daniel (Viktor Rasuk), due bambolotti piatti che sulla carta dovrebbero funzionare, ma sullo schermo sono troppo costruiti.

Chi funziona sono gli altri, i comprimari. Il fratello Mateo (David Del Rio), con una vera passione per la musica, fa faville con la ex di Daniel, Vanessa "Princesa" (Michelle Veintimilla), Vanessa la Principessa, come la chiamano. Entrambi sono stati veramente molto bravi a recitare la non riconosciuta ma crescente attrazione reciproca, esplicitata nelle puntate finali. E lei, che tanto una cattiva impressione faceva nel pilot, si è rivelata uno dei personaggi migliori, tosta e sincera, una brava persona in una difficile circostanza, multidimensionale. Per loro si fa il tifo che stiano insieme.

I genitori (Lisa Vidal e Carlos Gómes) hanno il sapore di modelli a cui aspirare che ricordano le vecchie serie: si amano a dispetto dei possibili litigi e sono presenti e di sostegno per i figli. Hanno costruito una famiglia nel senso più bello del termine: persone che si amano e cercano di esserci le une per le altre. Posso anche dirlo, per quanto sdolcinato suoni: sembra la mia sotto quel profilo.

E la sorella Natalie (Belissa Escobedo), che si è scoperta lesbica, deve navigare questa nuova realtà. Per qualche ragione, mi pare che nella cultura ispanica si tratti più l’omosessualità da un versante femminile che non maschile, ma forse è una mia errata percezione. Però l’ho notato, e mi chiedo se ci sia un fattore culturale dietro. In ogni caso, si mostra la crescita di una giovane adolescente, il fatto che chi ama e da chi è attratta sia una donna è solo una parte della storia.

Non mi dispiacerebbe che la serie venisse recuperata da qualcun altro, perché è gradevole a sufficienza, però appunto, concentrerei l’attenzione altrove.

venerdì 19 ottobre 2012

MADE IN JERSEY: prima cancellazione della stagione

 
Il primo programma delle nuova stagione a venire cancellato, dopo solo due episodi, è Made in Jersey (ne avevo parlato qui), cosa che dimostra solo buon senso da parte della CBS. Il pilot della serie è stato terribile. L’intelligenza di mandarlo in onda proprio è paragonabile a quella della protagonista che nell’incipit si sporca la camicetta con del sapone che le si spruzza inavvertitamente dal dispenser. E lei che fa? Lo risciacqua tanto è sapone e nel giro di mezz’ora si asciuga? Troppo facile. Si toglie la camicia, poi il reggiseno, che rimette dopo aver tagliato il pizzo perché  non si veda una volta che ha indossato la giacca senza la camicetta. La brillantezza dell’intera operazione è molto indicativa di com’era il telefilm ideato da Dana Calvo e di come è stata la decisione di sceglierlo per i palinsesti autunnali.   
Michael Ausiello annuncia anche la cancellazione di Animal Practice, mentre The Hollywood Reporter dice che Next Caller (di entrambi ho parlato qui), nonostante i 6 episodi ordinati di cui 4 già girati, alla fine non verrà nemmeno messa in onda.

domenica 29 luglio 2012

Cancellato THE KILLING


Dopo solo due stagioni, la AMC ha deciso di cancellare The Killing. Devo ammettere che la notizia mi ha colto di sorpresa, sebbene fosse evidente gli ascolti non erano quelli sperati. Forse, mi immagino, si è atteso si vedere se la serie avrebbe avuto una qualche risonanza alle nomination degli Emmy.  L’intenzione dei produttori è ora di cercare un altro network disposto a continuare a mandare in onda la serie.  

lunedì 19 marzo 2012

LUCK, con bassi ascolti, chiuso dopo alcuni incidenti


Avevo scritto che Luck, la nuova serie del celebrato David Milch, era una serie su cui scommettere, nonostante apparisse piuttosto difficile e volendo noiosa, in partenza. Ebbene, avrei perso la scommessa. Come è appropriato! Nonostante fosse già stata confermata per una seconda stagione, la HBO ha fatto marcia indietro e ha sospeso la produzione della serie.
Due cavalli sono morti durante la prima stagione e quando un terzo cavallo ha subito la stessa sorte durante le riprese della seconda puntata della seconda stagione queste sono state sospese e dopo 24 ore si è optato per una cancellazione definitiva.
Come riporta TV Guide, il direttore medico del consiglio per le corse equestri della California ha dichiarato che questo genere di morti non sono poco comuni, perché gli incidenti capitano, e che le notizie sono state esagerate. Non c’era niente di particolare nelle circostanze in questione, anzi, l’ultimo dei cavalli non è nemmeno morto mentre stavano girando. Si è deciso di praticarle l’eutanasia perché era caduta e aveva battuto la testa mentre la si stava riaccompagnando alla stalla.  
L’organizzazione animalista PETA si era opposta al programma dall’inizio, accusando la serie di usare cavalli vecchi e fuori forma e di drogarli. Accusa a cui ha fatto subito seguito una dichiarazione del network che assicurava che le droghe a cui la PETA faceva riferimento erano state amministrate in seguito alle ferite per calmare gli animali e permettere la visita veterinaria e che mai alcuna droga, per nessuna ragione, è stata somministrata prima delle riprese, ma l’organizzazione animalista insiste che la necropsia ha rivelato droghe che non ci sarebbero dovute essere e ha chiesto alle autorità di avviare delle indagini.  
Ufficialmente perciò la serie chiude a causa degli incidenti ai cavalli, che sicuramente è una parte del motivo, ma ufficiosamente si dice che le ragioni sono anche altre: gli ascolti stavano andando male e l’ippodromo di Santa Anita, dove si facevano le riprese, voleva terminare ogni rapporto con Luck perché secondo loro stava dando una cattiva reputazione alle corse di cavalli. Diciamo che, per come la vedo io, incidenti di normale amministrazione, per quanto incresciosi, sono stati ingigantiti un po’ per dare una scusa alla HBO di fare un bell’inchino e chiudere senza troppe cerimonie una serie che ha come star principale Dustin Hoffman, ma di cui non voleva più saperne.

martedì 6 marzo 2012

SENTIERI, cancellata da Rete4, forse passa online


Secondo quanto annunciato dal palinsesto di Rete4, domani va in l’ultima puntata di Sentieri su quella rete. Si tratta della puntata numero 15.084. Già a gennaio si era parlato di questa possibilità.
In base a quanto riposta lo Springfield Journal, c’è la possibilità che le rimanenti puntate, vadano in onda sul web, a partire da dove si è interrotto in TV. Ci sarebbe una programmazione regolare di cinque puntate a settimana, in lingua originale con i sottotitoli italiani, con puntate in archivio per un mese visibili in qualunque momento. Per accedere alla visione sarebbe previsto un abbonamento mensile di 3,80 al mese, pagabile con carta di credito o prepagata.

martedì 24 gennaio 2012

SENTIERI a rischio di cancellazione su Rete4



Per ora si tratta solo di una voce, ma una di quelle che potrebbero presto essere confermate: Rete4 avrebbe intenzione di cancellare la messa in onda di Sentieri, perché l’acquisto sarebbe diventato troppo oneroso. E i fan stanno insorgendo e un blog dedicato alla storica soap opera, lo Springfield Journal Blog, ha lanciato una specie di campagna, con tanto di spot caricati su YouTube (uno anche con la voce di Lella Costa, doppiatrice del personaggio di Reva, sotto), invitando i fan a scrivere alla rete televisiva per continuare la messa in onda fino all’ultima puntata.

Guiding Light negli Stati Uniti ha chiuso i battenti nel 2009 il che significa che c’è una fine e per l’Italia sarebbe fra circa 700 puntate. Essendo che va in onda da una trentina d’anni, avendo debuttato su Canale5 in quella che allora era la Fininvest, sembra un vero tradimento degli spettatori non mandare in onda le puntate fino in ultimo quando ne mancano in fondo ancora così poche. GL, come è sinteticamente chiamata, non è mai stata trattata troppo bene, negli anni. Le puntate a volte erano di pochi minuti, a volte di più di un’ora, presentate in modo davvero disfunzionale. Una caratteristica del genere è finire con un colpo di scena sospeso che viene ripreso all’inizio della puntata successiva (alla Omero-maniera). Talvolta dopo la fine si attaccava l’inizio della puntata successiva per poi troncare lì, con il risultato di avere in pratica due scene doppione appiccicate e riprendere senza un vero collegamento poi: osceno. Cancellarla dal palinsesto sarebbe un’ennesima mancanza di rispetto per il pubblico. Se siete contrari alla cancellazione, scrivete a Rete4 per dirlo.

giovedì 19 gennaio 2012

UNA VITA DA VIVERE: R.I.P.


Lo scorso venerdì 13, 2012, la soap One Life To Live (OLTL) – Una vita da vivere ha chiuso definitivamente i battenti sulla ABC, dove aveva debuttato il 15 luglio 1968. Già quando ho scritto sull’annuncio della cancellazione, lo scorso aprile, attraverso le parole del comunicato stampa ci si è potuti rendere conto della portata della perdita. La soap è stata ideata dalla pioniera del genere Agnes Nixon che, per l’occasione, ha fatto un piccolo cameo comparendo nella penultima puntata (giovedì 12), nel ruolo di Agnes Dixon, ideatrice di una soap nella soap, Fraternity Row, a cui dà l’addio in occasione della sua fine – la quintessenza del metatesto. Sniff. 

Nella puntata finale Bo (Robert S. Woods) e Nora (Hillary B. Smith) diventano nonni, Vicki (Erika Slezak) e Clint (Jerry VerDorn) scoprono che Jessica (Bree Williamson) è la figlia biologica di Clint, Todd (Roger Howarth) dice a Blair (Cassie DePaiva) che la ama e fanno l’amore, ma il loro incontro romantico è interrotto da John McBain (Michael Easton) che arresta Todd per l’assassinio di Victor Lord jr (Trevor St. John). Solo che… colpo di scena… Victor è vivo e prigioniero di Allison Perkins (Barbara Garrick). Sotto vedete questo momento: l’ultimo minuto dopo 44 anni di messa in onda e più di 11.000 puntate all’attivo.

È stato di recente annunciato che per i popolarissimi Todd e Blair non sarà la fine: entrambi i personaggi (e attori) entreranno a far parte di General Hospital e con loro anche John e Starr (Kristen Alderson).

Addio Llanview.  


giovedì 14 aprile 2011

AMC e OLTL cancellate!



Devo ammetterlo, sono scioccata, e dispiaciuta: è appena stata diffusa la notizia che la ABC ha cancellato tanto All My Childeren (La Valle dei Pini), quanto One Life To Live (Una Vita da Vivere). AMC ha debuttato il 5 gennaio del 1970 e terminerà nel settembre del 2011; OLTL ha esordito il 15 luglio del 1968 e chiuderà i battenti nel gennaio del 2012. La sola soap a rimanere nel line-up della ABC è ora General Hospital.

A sostituire le due soap storiche, entrambe ideate da Agnes Nixon, saranno The Chew, un talk show sul cibo in tutti i suoi aspetti, e The Revolution, una competizione sul perdere peso. Su Daytime Confidential trovate il comunicato stampa intero, in cui si dice tra l’altro:

“‘All My Children’ ha ruotato intorno alle vite dei residenti di Pine Valley, una città di finzione che assomiglia da vicino alla Main Line di Philadelphia. ‘All My Childen’ ha portato a casa il Premio Emmy come Miglior Serie del Daytime nel 1998, la terza volta che il programma ha ricevuto il massimo onore, avendolo anche conseguito nel 1994 e nel 1992. ‘All My Children’ ha ricevuto più di 30 Emmy Awards e si è distinta con costanza nel campo dei daytime drama. Lo show storicamente si è impegnato e è stato spesso il primo a trattare questioni sociali, focalizzandosi su argomenti come l’AIDS, l’aborto, gli impianti cocleari, l’alcolismo degli adolescenti, i pregiudizi razziali, lo stupro da parte di conoscenti, l’abuso da parte del coniuge, l’omosessualità, la sindrome di Reyes, i Dispersi In Azione del Vietnam, l’abuso di droghe, i rischi della maternità dopo i 40 anni, il sesso sicuro, la pet therapy e la donazione degli organi, fra le altre cose. Lo show ha fatto la storia della televisione mandando in onda il primo bacio fra persone dello stesso sesso nella televisione del daytime fra due personaggi lesbici, così come il primo matrimonio fra persone dello stesso sesso fra due donne nella televisione del daytime. È stato il primo a fare la cronaca del coming out di una donna transgender e a inserire nel cast un veterano della Guerra in Iraq nella vita vera la cui storia rifletteva le sue reali esperienze nella vita reale e le ferite che ha subito in combattimento.”

“‘One Life to Live’ è stata lodata per la sua esplorazione senza precedenti di questioni sociali, per il canovaccio vario, per interpretazioni che sono state premiate e storytelling innovativo. Insieme alla settimana di programmazione live nel maggio 2002 che ha fatto storia, ‘One Life To Live’ è responsabile per molte ‘prime volte’ della televisione del daytime, incluse storie di amore interrazziale, analfabetismo, diagnosi mediche sbagliate, pregiudizio razziale, violenza delle gang e gravidanze di adolescenti. Il programma ha ricevuto il plauso critico di massa per la sua storia sull’omofobia del 1992, che ha catturato i titoli di testa nazionali quando ha introdotto il personaggio di un adolescente gay (interpretato dall’allora sconosciuto Ryan Phillippe) e ha culminato con la commovente esposizione  della Names Project AIDS Memorial Quilt. ‘One Life to Live’ è stata onorata dalla Gay and Lesbian Alliance Against Defamation (GLAAD) con il Premio per il Miglior Drama del Daytime nel 1993, e di nuovo nel 2005 e 2010.”

Che giorno triste per le soap opera e per tutti quelli che amano questo genere.