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sabato 13 ottobre 2012

Mitt Romney accusato di plagio da FRIDAY NIGHT LIGHTS

 
Come riportato dall’Hollywood Reporter, l’ideatore della serie Friday Night Lights, Peter Berg, ha accusato di plagio il governatore Mitt Romney, in corsa alle elezioni per la presidenza americana per il partito Repubblicano, per il fatto che nella sua campagna elettorale sta utilizzando come slogan la “frase simbolo” della serie: “Clear Eyes, Full Hearts, Can’t Lose”, che in modo molto meno efficace e originale, ma funzionale al doppiaggio, è stata tradotta in italiano “chi ha cuore e coraggio non perde” (almeno nella finale della prima stagione – avendo seguito io le puntate in inglese, non ho verificato se la traduzione sia stata tenuta coerente nel tempo in italiano, ma mi auguro di sì) 
Ecco sotto, tratto da We Love Soaps, il testo originale della lettera mandata da Berg a Romney, che subito sotto traduco.
 
Governatore Romney:
Ho ideato il programma TV “Friday Night Lights” e ho inventato io la frase “Clear Eyes, Full Hearts, Can’t Lose”.
Non sono rimasto elettrizzato quando ho visto che ha plagiato quest’espressione per supportare la sua campagna usandola sui poster, sulla pagina Facebook e come parte dei suoi discorsi nei comizi. La sua politica e campagna non sono chiaramente allineati con i temi che ritraiamo nella nostra serie.
Il solo paragone rilevante che vedo fra la sua campagna e “Friday Night Lights” è nel personaggio di Buddy Garrity – che ha voltato le spalle ai fabbricanti d’auto americani vendendo macchine importate dal Giappone.
Il suo uso dell’espressione associa in modo falso e inappropriato “Friday Night Lights” con la campagna Romney/Ryan. Mitt, auguriamo tutti il meglio a lei e alla sua famiglia. Siamo grati del suo supporto al nostro amato programma, ma non siamo in alcun modo affiliati a lei o alla sua campagna. Per piacere, si inventi un suo slogan per la campagna.
Distinti saluti,
Peter Berg  

Sotto, due clip:
- la prima è una scena in cui la frase viene usata in Friday Night Lights, un programma amatissimo dalla critica e in assoluto una delle mie serie televisive preferite:

 
- la seconda è un momento di un comizio politico in cui la frase “Clear eyes, full hearts, can’t lose” viene usata da Mitt Romney.


lunedì 18 ottobre 2010

HELLCATS: scadente con brio


È basato sul libro Cheer! Inside the Secret World of College Cheerleaders di Kate Torgovnick il nuovo telefilm (ha debuttato l’8 settembre 2010) della CW intitolato Hellcats. Marti (Aly Michalka), una ragazza che al liceo faceva la ginnasta, all’università si concentra completamente sullo studio della giurisprudenza perché vuole un futuro diverso. C’è la crisi, i soldi scarseggiano, le bollette si accumulano e la madre, che lavora come cameriera nel bar del campus e ha un passato dalla bottiglia facile non le è di aiuto – la sempre fantastica Gail O’Grady nel ruolo di Wanda Perkins, in una situazione che fa pensare a un Friday Night Lights dei poveri. Se non trova presto i soldi per pagarsi l’università viene buttata fuori. Per questa ragione fa un provino per entrare a far parte delle Hellcats del titolo, la squadra di cheerleader della sua scuola. Diventando una ragazza pom-pon infatti può ottenere una borsa di studio. Lo passa, anche grazie al voto positivo di Savannah (la Ashley Tisdale di High School Musical, al cui personaggio in originale si fa un rapido riferimento linguistico), leader del gruppo, con il quale ora Marti deve dividere anche camere e spogliatoi.

Sarà che le mie aspettative erano veramente molto, molto basse, ma non mi è dispiaciuto questo telefilm. Ci sono le solite appena passabili storielle di rivalità, amicizia adolescenziale e piccoli amori, ma non è più terrificante di tanti altri telefilm su questo principio (penso a Make it or break it, con un pizzico del ben più qualitativamente interessante Glee). E’ stato criticato il casting che mi pare magari non eccellente, ma dignitoso. E non mi pare nemmeno che le puntate siano solo balletti in stile video musicale, per quanto ne costituiscano una bella fetta, e tanto meno che abbiano ammiccamenti a toni da porno soft – la malizia forse in quel caso stava in chi ha fatto quell’osservazione. Anche pensando direttamente alla critica durante la visione, non l’ho condivisa. Anzi, ho apprezzato mostrassero un’eroina disposta a lavorar sodo per pagarsi gli studi e migliorare la propria vita. Il motto con cui si allenano anche è positivo: ‘energia, esecuzione, eccellenza’. Forse, nella valutazione della serie, è anche questione di aspettative appunto.

Memorabile, e quello sì mi ha fatto ridere di gusto, è stata la battuta-riferimento a Heroes nel pilot. La frase topica di Heroes era “Salva la cheerleader, salva il mondo”, qui è stata girata in “Salva le cheerleader, salva la borsa di studio”. In questo senso, anche quando il telefilm suona come una soap-opera scadente e ha passaggi di trama troppo smaccati, dimostra un certo gusto per il riferimento intertestuale pop, come la ragazza che per riferirsi all’amicizia fra due amici gli dice che erano “tutti Judd Apatow l’uno per l’altro” (1.03) o il professore di diritto (un Gale Harold in forma smagliante dopo il rovinoso incidente stradale che lo ha lungamente allettato mentre era nel cast di Desperate Housewives) che assegna un caso fittizio ai suoi studenti, il  Kobayashi Maru, che è un noto riferimento a Star Trek e a ciò che ha fatto il capitano Kirk per risolvere la situazione nel test che porta quel nome (1.03). Una parte del focus narrativo è concentrato nel ribadire la legittimità sportiva di un’attività fisica che molti sminuiscono, ricordando che ci sono stati nomi noti che si sono dedicati a questa attività (uno per tutti l’ex-presidente americano George W. Bush), mostrando questa necessità dello sforzo per il riconoscimento da parte della squadra, e utilizzando diciture che hanno una grande forza meta-testuale. Un esempio è la frase “La percezione è la realtà”, pronunciata dal suddetto professore di diritto. Lui la riferisce ai casi legali che gli studenti devono affrontare, ma è chiaro che può essere applicata alle vicende delle Hellcats che si trovano prive di fondi perché la squadra di pallavolo ha fatto causa alla scola per averli loro in quanto “ vero e proprio sport”, così come può essere applicata alla serie in quanto tentativo di “difendere la causa” delle cheerleader. Perché a conoscerlo bene, è chiaro che è uno sport. Non manca nemmeno un tropo del genere: l’atleta che sotto pressione, per motivi vari, in questo caso un infortunio, decide di ricorrere a un aiutino farmacologico. Scadente con brio.