mercoledì 24 settembre 2014

NASHVILLE: la seconda stagione

 
È diventata più esplicitamente una soap opera Nashville, nella sua seconda stagione, che ha potuto vantare come guest star niente meno che Michelle Obama (2.21) in un tributo ai militari.
Ci sono stati picchi decisamente bassi, come la finta gravidanza di Peggy (Kimberly Williams-Paisley), o la dipendenza da pillole di Scarlett O’Connor (Clare Bowen), veri classici visti ad nauseam nelle soap del daytime, a cui Nashville non ha saputo aggiungere nulla di nulla. Comunque è rimasta godibile è ha anche costruito bene alcune sue storie.
Quella di omofobia e odio per se stesso di Will Lexington (Chris Cormack), ad esempio, è stata sviluppata in modo molto efficace. Già nella prima stagione c’è stato un momento in cui era evidente che Will era attratto da Gunnar (Sam Palladio). Allora avevo pensato che se fosse andata in onda su un altro canale l’avrebbero sicuramente svolta come un’attrazione sessuale, e che invece qui non sarebbe accaduto: e invece è successo. Dopo che Gunnar ha respinto le avances di Will, rimanendo per lui sempre e solo un buon amico, abbiamo visto la neostar del country combattere contro la sua attrazione per persone del suo stesso sesso e negare il proprio orientamento. Il suo tentato suicidio dopo una notte d’amore con un uomo che da tempo desiderava (2.10) è stato perciò sia un forte di colpo di scena che completamente coerente. I segnali c’erano tutti (progressiva alienazione, incapacità di accettarsi, sfasamento fra percepita necessità di un’immagine pubblica e desideri privati, omofobia per mascherare omosessualità, la pressione del business ad essere un cowboy-macho), ma l’apparenza era quella di un cantante che comincia ora una promettente carriera. Nashville ha fatto un buon lavoro perché non ci ha fatto su una megastoria, ma ha mostrato i piccoli dettagli che non si vedono, che si sono accumulati nel tempo per poi esplodere a metà stagione. Ha continuato in modo più esplicito della seconda metà (con la pressione su Will da parte di chi sembra saperlo, con un matrimonio di copertura), per poi detonare in una confessione a fine stagione.
I risvolti di quella ammissione, che lui non sa, ma è stata fatta davanti alle telecamere, li vedremo nella terza stagione, che debutta negli USA oggi, il 24 settembre. Il cliffhanger è stato forse prevedibile, ma non meno gustoso. E ha toccato uno dei temi forti di questa stagione, quello dell’impatto dei nuovi media sulla vita delle celebrità (i reality, ma anche i social media), visto in corso di via anche nella prospettiva del ruolo che può avere nella vita dei ragazzi. Entra nell’equazione dell’educazione dei figli. Molte delle vicende hanno esaminato il rapporto fra genitori e figli, specie ora che Maddie (Lennon Stella) spingeva per stare più col padre biologico, e Rayna (Connie Britton) ha dovuto gestire i rapporti con i tre uomini che gravitano intorno a lei: Deacon (Charles Easten), Teddy (Eric Close) e Luke (Will Chase).
Calibratissima e d’impatto è stata anche la dichiarazione d’amore interrotta di Juliette (Hayden Panettiere) ad Avery (Jonathan Jackson): lui apre la porta, lei comincia con foga il suo discorso, ma esce Scarlett con cui Avery ha appena fatto l’amore e Juliette si ferma, chiude in fretta il suo discorso e scappa via, ma Avery capisce. I tempi sono stati impeccabili e la recitazione superba. Ho detto molte volte che Jonathan Jackson è uno dei miei attori preferiti in assoluto e qui la sua reazione dimostra il perché. Lo stesso ho pensato quando  ha recitato una scena apparentemente così banale come alzarsi dal divano ubriaco, dopo che Avery e Juliette hanno rotto la loro relazione in seguito all’ennesimo comportamento autodistruttivo di lei. Non solo Jonathan Jackson è stato convincente, ma decisamente originale, in una condizione in cui più o meno tutti fanno le stesse cose.
È servito il fatto che entrambi gli attori di questa coppia abbiano fatto molta gavetta nelle soap opera (lei in Sentieri, lui in General Hospital), da quando erano alle elementari, in pratica. E, per me che li conosco da allora, devo dire che nel vederli coinvolti in una relazione sullo schermo, non sono riuscita a non pensare con un pizzico di dolcezza che, quando gli erano piccoli, lei aveva una cotta per lui nella vita reale, aveva confessato.

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