lunedì 7 dicembre 2015

IMPASTOR: inverosimile, ma spassosa

Buddy Dobbs (Michael Rosembaum, il Lex Luthor di Smallville), un imbroglione inseguito da creditori strozzini e mollato dalla morosa Leeane (Aimee Garcia), decide di togliersi la vita buttandosi giù da un ponte. Lo ferma un sacerdote luterano gay, sulla via di una nuova parrocchia, Jonathan Barlow, che cerca di dissuaderlo, ma finisce per cadere e morire lui. Buddy decide così di assumerne l’identità. Inizialmente il suo proposito è quello di appropriarsi del denaro del defunto e sparire definitivamente, ma poi gli arride lo stile di vita che gli si prospetta nel nuovo ruolo, per quanto sia quello di un pastore impostore, un “impastore”, l’Impastor della sit-com di TV Land ideata da Christopher Vane.
Buddy, che non conduce una vita da stinco di santo e nulla sa di religione, ha che fare con i problemi dei suoi parrocchiani, ma soprattutto con i membri del “consiglio pastorale”: Dora Winston (Sara Rue), sua efficiente assistente sempre di buon umore; Alden Schmidt, anziano presidente della Ladner Trinity Lutheran Church, che vede con sospetto i metodi non convenzionali di Buddy ed è in crisi con la moglie, che gestisce una agenzia di pompe funebri;  Alexa Cummings (Mircea Monroe, Episodes), la tesoriera con un suo negozio di moda che ha un passato turbolento e che è attratta da lui; Russell Kerry (Mike Kosinski), segretario della chiesa, gay e attratto anche lui da Buddy con cui spera di avere un futuro sentimentale visto che lui, pur eterosessuale, è costretto a fingersi gay.
Confermata per una seconda stagione, questa sit-com non è la più originale o brillante che si sia mai vista. È fortemente inverosimile e assurda. Nondimeno è divertente e ha un cast di attori che riesce a spremere tutto l’umorismo possibile dalle situazioni più piccole. Anche se i personaggi sono nati come macchiette, non si riesce a non affezionarsi e a tenere genuinamente per loro. L’umorismo nasce dalle rocambolesche capriole che Buddy è tenuto a fare perché non venga svelata la sua identità, dai suoi tentativi di essere sempre un passo innanzi ai suoi inseguitori a cui deve del denaro e alla polizia – gli agenti Lovello e Hyde -  che indaga sul ritrovamento del cadavere del vero pastore e al suo spiccio e raffazzonato approccio alle esigenze spirituali che il ruolo gli richiede. Abbiate fede, è singolare e spassosa.

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