giovedì 7 luglio 2022

THE TIME TRAVELER'S WIFE: un amore senza tempo

Ho letto nel 2007 “La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo”, di Audrey Niffenegger, da cui è tratta l’omonima serie televisiva sviluppata e scritta da Steven Moffat, per cui non posso dire di ricordarlo davvero, ma solo che mi era che mi era piaciuto molto, e mi era sembrato molto romantico. Lo stesso posso dire della serie (HBO Max, in Italia su Sky serie, dal 13 al 27 giugno 2022, con il titolo "Un amore senza tempo”), e mi rammarico che non sia stata rinnovata per una seconda stagione, dopo la prima di 6 puntate. Le recensioni sono mediamente tiepide, ed è vero che non è che abbia chissà quali dialoghi memorabili, ma per me è stata sicuramente un appuntamento solido e godibile.

Henry (Theo James, Sanditon) soffre di un disturbo genetico che lo costringe, contro la propria volontà, a viaggiare nel tempo. Non è chiaro che cosa scateni questi viaggi, ma all’improvviso si ritrova in un’altra epoca, solitamente nell’arco della propria vita, tante volte incontrando sé stesso ad altre età. L’approdo nella nuova annata è piuttosto brutale: si ritrova in costume adamitico, nei luoghi più disparati e pericolosi (magari sulle rotaie di un treno). Le prime cose che deve imparare a fare bene per sopravvivere sono scappare, lottare, rubare. Non diventa un supereroe, né può cambiare alcunché, deve solo sopravvivere.  Non è chiaro nemmeno perché finisca in alcuni momenti e non in altri, ma sembra gravitare verso accadimenti e persone che sono per lui emotivamente significativi. Non è di certo poco doloroso essere costretti a rivedere la morte della propria madre molte e molte volte (1.02) anche se questo significa anche poterla rivedere viva.

Claire (Rose Leslie, Il Trono di Spade) è quella che diventerà “la moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo”, è lei la vera protagonista, ci viene ricordato non solo dal titolo, ma anche apertis verbis da lei stessa, in una delle interviste che le vengono fatte e che sono la modalità attraverso cui accediamo da subito alle loro vicende – “perché l’amore è intensificato dall’assenza?” esordisce l’incipit. E si raccontano…Lei ha conosciuto quello che sarebbe diventato l’amore della sua vita già da bambina, anche se lei non lo sapeva ancora, sebbene si siano incontrati molte volte e lei si sia innamorata fin da allora. Per un lasso di 14 anni però non si sono visti, e quando lei da adulta lo incontra per la prima volta, non ne è affatto impressionata. Non le piace granché, perché non è ancora la persona che è diventato anche grazie a lei.

Non sono fondate le preoccupazioni di chi è rimasto perplesso dall’idea che un uomo adulto faccia visita a una bambina. Harry non sceglie dove andare, ci capita, e da persona matura che vede da bimba la donna di cui è innamorato, si comporta da amico, passando il tempo a chiacchierare e a giocare a dama. Non c’è niente di creepy, di viscido, nel loro rapporto. Certo, c’è una bambina con una cotta per l’uomo che amerà, ma il modo in cui stata costruito il loro innamoramento ha senso in ogni caso. Non siamo in “Uccelli di Rovo”, dove lui aspetta solo che lei cresca. Qui, quando si innamorano, si innamorano da adulti. Semmai da ragazzina, è piuttosto spassoso vedere che a 16 anni è maliziosa a sufficienza per non portargli i vestiti come per loro accordo, per poterselo gustare nudo è un bel vedere non c’è che dire, io ho gradito mentre lui si ritrae conscio dell’inappropriatezza. E ci si gode il fatto che lei non gli abbia mai detto quello che è accaduto quando lei ha compiuto 18 anni, aspettando che sia l’uomo adulto con lei sposato a rendersene conto.

Qui si indagano le interconnessioni fra passato, presente e futuro, il senso dell’assenza e dell’attesa, l’amore e come si costruisce, quello che diventiamo, anche grazie a quell’amore, se ci piaceremmo se incontrassimo i noi stessi del passato o del futuro, che cosa diremmo se potessimo dare dei consigli a noi stessi da giovani, si riflette sul tempo che abbiamo con le persone amate, che è poco. La logistica dei viaggi è ben pensata, ed entrambi i protagonisti sono ben convincenti nelle varie età, pur avendo anche altri interpreti che danno il loro il volto da giovanissimi. Everleigh McDonell da bambina e Caitlin Shorey da pre-adolescente per Clare, e Jason David da bambino e Brian Altemus da adolescente per Henry. Se una qualche perplessità l’ho avuta è stata sullo stupro di lei (che non ricordo se fosse o meno nel libro).

Ho gradito molto che la sigla, che cambia lievemente di puntata in puntata, termini nella prima con la stessa immagine che è stata la copertina del libro, ovvero dei vestiti piegati con sopra un paio di scarpe da uomo accanto a dei piedini con scarpette da bimba.

Esiste anche una versione cinematografica di questa storia, che non ho visto, ma se si è amato il romanzo, non si sbaglia a guardare la serie.

 

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