lunedì 8 settembre 2025

GROSSE POINTE GARDEN SOCIETY: una trascurabile dark comedy suburbana

La soluzione del giallo che accompagna tutta la prima stagione di Grosse Pointe Garden Society (NBC, per ora inedita in Italia) mi ha molto soddisfatta. Sono riusciti a mantenere la suspence per tutto il tempo, depistando con potenziali vittime, ma alla fine ha sorpreso e convinto, ed è riuscita credibile nella dinamica in cui si è svolta la morte del/la malcapitato/a. Mi è dispiaciuto scoprire l’identità del cadavere (1.11). Non è stato il solo elemento che io ritenga valido, e argomenterò in tal senso, per quanto in corso di visione io mi sia domandata più spesso che senso avesse continuare a seguire questa serie. Non incoraggerei a guardarla, ma è sufficientemente gradevole se non si hanno troppe pretese: non ha grande originalità, ma il tono è leggero e accessibile. 

Quello che mi aveva attirata era l’idea dell’ambientazione in un club di giardinaggio attorno al quale ruotavano i protagonisti. Si fanno riferimenti botanici, ma non sono così incisivi da essere memorabili e sono solo un afterthought, un qualcosa a cui nella costruzione narrativa si pensa solo in modo tangenziale. Vorrebbe essere una metafora di bellezza che cela radici marce, come l’immagine ricorrente che accompagna il titolo ben segnala, ma il simbolismo è appena accennato ed esteticamente povero. Visivamente è blanda e il potenziale completamente sprecato.  

Ambientata in un quartiere dell’alta borghesia di Grosse Pointe, nel Mitchigan, questa creazione di Jenna Bans e Bill Krebs (Good Girls) ruota intorno a quattro membri di un club di giardinaggio di cui è presidente la moglie del sindaco della cittadina, Marilyn (Jennifer Irwin), e si sposta continuamente fra due piani temporali, quello presente e quello in cui sei mesi dopo i protagonisti cercano di nascondere un omicidio seppellendo il corpo del giardino del club di cui fanno parte – poi si focalizza meglio, ma inizialmente è vagamente disorientante, anche se vengono ben segnalati i passaggi, indicati in modo originale con scritte in sovrimpressione su oggetti di scena. 

Alice (AnnaSophia Robb) è un’insegnante liceale il cui matrimonio con Doug (Alexander Hodge), un artista di scarso successo, è in crisi soprattutto a causa delle forti interferenze della suocera Patty (Nancy Travis) che fa continue pressioni perché lei rimanga incinta, mentre il suocero Keith (Ron Yuan) cerca di mantenere un rapporto più equilibrato. Alice è una grande amante dei cani e, a inizio stagione, si trova a dover fare i conti con la morte misteriosa del suo, cosa che avrà parecchia rilevanza nelle vicende. Brett (Ben Rappaport), che è il migliore amico di Alice, ha rinunciato ai suoi sogni di carriera in favore di quella legale della moglie Melissa (Nora Zehetner), da cui ora ha divorziato, e ora è impiegato come gestore di un negozio di giardinaggio. Teme che il nuovo compagno della sua ex metta distanza fra lui e i suoi figli. Catherine (Aja Naomi King) è un'agente immobiliare dalla vita apparentemente perfetta, ma è insoddisfatta del proprio matrimonio con Tucker (Jocko Sims) e inizia una storia extraconiugale con il collega Gary (Saamer Usmani). La ricca Birdie (Melissa Fumero), autrice di un bestseller autobiografico di sé come arrampicatrice sociale, viene costretta ad occuparsi di piante come sentenza di un giudice a svolgere lavori socialmente utili dopo che si è schiantata con la propria auto contro una fontana, cerca di essere vicina al figlio adolescente Ford (Felix Wolfe) che ha dato in adozione anni prima che non sa che lei è la madre biologica, e questo le porta l’antipatia della madre adottiva Misty (Daniella Alonso), anche per una sua vicinanza troppo intima con il padre adottivo, Joel (Matthew Davis), un agente di polizia.

Quello che questa dark comedy suburbana indaga sono le ripicche, le ostilità, i malintesi, le invidie e le rivalità di una piccola cittadina di provincia, benestante ma non troppo. E come i segreti e le tensioni personali che si creano all’interno delle famiglie e nei rapporti di amicizia possano portare a conseguenze drammatiche, in vortici che prendono forza al di fuori delle proprie aspettative. Che siano le aspettative dei genitori o dei suoceri e le nuove generazioni, i conflitti e le gelosie fra coniugi, la delusione delle proprie aspettative professionali, i rimpianti che portano a cercare di rimediare agli errori del passato e il rischio di ricadere negli stessi errori di sempre, l’ambizione di incanalare le proprie aspirazioni un hobby e primeggiare nella propria cerchia sociale…tutti questi sono temi affrontati, anche se non c’è nulla che davvero non si sia visto prima, ed è tutto sufficientemente superficiale. Le performance sono tutte più che adeguate. Melissa Fumero (nota per Brooklyn Nine-Nine, ma che gli amanti delle soap opera non dimenticano in One Life To Live) si è fatta particolarmente apprezzare per aver infuso il suo personaggio di molta vulnerabilità e un pizzico di umorismo.   

La serie è stata cancellata dopo la sola prima stagione. Dispiace lasciar appassire qualcosa, ma questa non è una serie che continuerei a concimare accontentandomi della presente fioritura. Trascurabile.