La soluzione del giallo che accompagna tutta la prima stagione di Grosse Pointe Garden Society (NBC, per ora inedita in Italia) mi ha molto soddisfatta. Sono riusciti a mantenere la suspence per tutto il tempo, depistando con potenziali vittime, ma alla fine ha sorpreso e convinto, ed è riuscita credibile nella dinamica in cui si è svolta la morte del/la malcapitato/a. Mi è dispiaciuto scoprire l’identità del cadavere (1.11). Non è stato il solo elemento che io ritenga valido, e argomenterò in tal senso, per quanto in corso di visione io mi sia domandata più spesso che senso avesse continuare a seguire questa serie. Non incoraggerei a guardarla, ma è sufficientemente gradevole se non si hanno troppe pretese: non ha grande originalità, ma il tono è leggero e accessibile.
Quello che mi aveva attirata era l’idea dell’ambientazione in un club di
giardinaggio attorno al quale ruotavano i protagonisti. Si fanno
riferimenti botanici, ma non sono così incisivi da essere memorabili e sono
solo un afterthought, un qualcosa a cui nella costruzione narrativa si
pensa solo in modo tangenziale. Vorrebbe essere una metafora di bellezza che cela radici marce,
come l’immagine ricorrente che accompagna il titolo ben segnala, ma il
simbolismo è appena accennato ed esteticamente povero. Visivamente è blanda e
il potenziale completamente sprecato.
Ambientata
in un quartiere dell’alta borghesia di Grosse Pointe, nel Mitchigan, questa
creazione di Jenna Bans e Bill Krebs (Good
Girls) ruota intorno a quattro membri di un club di giardinaggio di cui
è presidente la moglie del sindaco della cittadina, Marilyn (Jennifer Irwin), e
si sposta continuamente fra due piani temporali, quello presente e quello in
cui sei mesi dopo i protagonisti cercano di nascondere un omicidio seppellendo
il corpo del giardino del club di cui fanno parte – poi si focalizza meglio, ma
inizialmente è vagamente disorientante, anche se vengono ben segnalati i
passaggi, indicati in modo originale con scritte in sovrimpressione su oggetti
di scena.
Alice
(AnnaSophia Robb) è un’insegnante liceale il cui matrimonio con Doug (Alexander
Hodge), un artista di scarso successo, è in crisi soprattutto a causa delle
forti interferenze della suocera Patty (Nancy Travis) che fa continue pressioni
perché lei rimanga incinta, mentre il suocero Keith (Ron Yuan) cerca di
mantenere un rapporto più equilibrato. Alice è una grande amante dei cani e, a
inizio stagione, si trova a dover fare i conti con la morte misteriosa del suo,
cosa che avrà parecchia rilevanza nelle vicende. Brett (Ben Rappaport), che è
il migliore amico di Alice, ha rinunciato ai suoi sogni di carriera in favore
di quella legale della moglie Melissa (Nora Zehetner), da cui ora ha
divorziato, e ora è impiegato come gestore di un negozio di giardinaggio. Teme
che il nuovo compagno della sua ex metta distanza fra lui e i suoi figli. Catherine
(Aja Naomi King) è un'agente immobiliare dalla vita apparentemente perfetta, ma
è insoddisfatta del proprio matrimonio con Tucker (Jocko Sims) e inizia una
storia extraconiugale con il collega Gary (Saamer Usmani). La ricca Birdie
(Melissa Fumero), autrice di un bestseller autobiografico di sé come
arrampicatrice sociale, viene costretta ad occuparsi di piante come sentenza di
un giudice a svolgere lavori socialmente utili dopo che si è schiantata con la
propria auto contro una fontana, cerca di essere vicina al figlio adolescente
Ford (Felix Wolfe) che ha dato in adozione anni prima che non sa che lei è la
madre biologica, e questo le porta l’antipatia della madre adottiva Misty (Daniella
Alonso), anche per una sua vicinanza troppo intima con il padre adottivo, Joel
(Matthew Davis), un agente di polizia.
Quello
che questa dark comedy suburbana indaga sono le ripicche, le ostilità, i
malintesi, le invidie e le rivalità di una piccola cittadina di provincia, benestante
ma non troppo. E come i segreti e le tensioni personali che si creano all’interno
delle famiglie e nei rapporti di amicizia possano portare a conseguenze
drammatiche, in vortici che prendono forza al di fuori delle proprie
aspettative. Che siano le aspettative dei genitori o dei suoceri e le nuove generazioni,
i conflitti e le gelosie fra coniugi, la delusione delle proprie aspettative
professionali, i rimpianti che portano a cercare di rimediare agli errori del
passato e il rischio di ricadere negli stessi errori di sempre, l’ambizione di incanalare
le proprie aspirazioni un hobby e primeggiare nella propria cerchia sociale…tutti
questi sono temi affrontati, anche se non c’è nulla che davvero non si sia
visto prima, ed è tutto sufficientemente superficiale. Le performance sono
tutte più che adeguate. Melissa Fumero (nota per Brooklyn Nine-Nine, ma che
gli amanti delle soap opera non dimenticano in One Life To Live) si è
fatta particolarmente apprezzare per aver infuso il suo personaggio di molta
vulnerabilità e un pizzico di umorismo.
La serie è stata cancellata dopo la sola prima stagione. Dispiace
lasciar appassire qualcosa, ma questa non è una serie che continuerei a
concimare accontentandomi della presente fioritura. Trascurabile.