giovedì 22 dicembre 2011

CHE DIO CI AIUTI: titolo con commento incorporato


È sbalorditivo il numero di fiction italiane dedicate a figure di religiosi. Sicuramente c’è una ingiustificata sproporzione in questa direzione. All’insegna delle pari opportunità, dopo don Matteo prete col fiuto dell’investigatore, ora è toccato a suor Angela, suora con il fiuto dell’investigatrice.  Meno male che Elena Sofia Ricci è davvero brava e riesce ad infondere brio e simpatia al suo personaggio altrimenti “Che Dio ci aiuti”, più che il titolo della nuova fiction di otto puntate di Rai1 (giovedì, prima serata), poteva ben essere il commento alla visione della stessa, considerato che una cerca gradevolezza c’è anche, ma le storie, tinte di giallo, sono piuttosto pedestri e scritte in modo non proprio ottimale. Tutto è già stato visto e rivisto decine di volte, che vada bene.

La vicende, ambientate a Modena, si aprono con il ritrovamento di un cadavere in convento – tralasciamo il cattivo gusto di farlo rinvenire murato all’interno dell’edificio religioso, con echi un po’ troppo vicino alla realtà della cronaca nera recente - e con  il coinvolgimento della polizia, in primis dell’ispettore superiore Marco Ferrari (Massimo Poggio), un po’ in contrasto con i superiori. Si crea un duo dinamico di incontro-scontro con la religiosa protagonista che ha alle spalle un passato in galera. A ritrovare il corpo è una giovane operaia, Giulia (Serena Rossi) che vive con la figlioletta di otto anni in un furgoncino: presto le vengono in aiuto offrendole un posto in cui stare, così come sono si sostegno a Margherita (Miriam Dalmazio), che sogna di diventare medico legale, e Azzurra (Francesca Chillemi), piena di soldi, ma trascurata dalla famiglia. Visto che dal lato del convento alla fine ci sono solo donne, per equilibrare dal lato delle forze dell’ordine ci sono solo uomini. Molto “separazione alla Opus Dei”.


Meno male che la suora protagonista in questione è anche piuttosto gagliarda, materna e in gamba, perché sentirle dire che le sole cose che fa sono fare marmellate e pregare la svilisce quando invece è poi chiaro che la sua intraprendenza le permette di tenere vivo il convento in cui vive, come guida spirituale e aprendovi anche un convitto per ragazze e pure un bar. L’altra “pinguina” della situazione, come la chiamano scherzosamente, è suor Costanza, la pure eccellente Valeria Fabrizi. Alla fine di tratta di una serie anche leggera, ma senza grandi pretese, di alcun tipo.

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