È
una autentica perla, The End of The
F***cking World (Netflix), ideata
da Jonathan Entwistle, perché crea qualcosa di bello e prezioso da una
situazione molto dolorosa. Ammetto che, nonostante le recensioni entusiaste,
non credevo l’avrei apprezzata sulla base della premessa, e invece mi ha conquistato
con una dolcezza capace di emergere da amarezza e violenza e con la sua
intensità, commovendomi anche con un toccante finale.
James (Alex Lawther) è una
sorta di Dexter adolescente: è formalmente un “bravo ragazzo” che però è desensibilizzato
e distaccato rispetto a quello che avviene nel mondo esterno, e la sola cosa
che lo interessi è uccidere. La fa da quando era piccolo, con piccoli animali.
Alyssa (Jessica Barden) è una diciassettenne arrabbiata con il mondo e ribelle
che non sopporta il neopatrigno e decide scappare di casa per raggiungere il
proprio padre biologico. Quando James incontra Alyssa e lei lo manda a quel
Paese con una teminologia più colorita della mia, si piacciono: lui la vede
perfetta come sua prima possibile vittima umana, lei si sente al sicuro con lui
e comincia a considerarlo il suo ragazzo e decidono di scappare insieme.
Quello che ne segue è una
storia di innamoramento e di auto-scoperta non priva di tristezza e di momenti
esilaranti, piena di vulnerabilità e di forza, di stupore e di sottili rivelazioni.
Nella loro fuga on the road succedono
diverse cose, una particolarmente imponente, e questo cambierà il loro modo di
sentire se stessi e gli altri. Esplorando i temi della crescita, del ruolo dei
genitori nella propria vita, della violenza, si costruisce una vicenda forse contortamente,
ma assolutamente romantica. E si celebra il potere delle connessioni umane di svelarti
a te stesso e di farti capire chi sei e che cosa vuoi davvero.
Come spettatore non
riesci a non compartecipare nelle sorti dei personaggi anche di fronte ai loro
riprovevoli comportamenti. La recitazione è eccellente – interessante la scelta
di farli parlare senza guardarsi, a lungo, nelle puntate iniziali soprattutto -
e la sobria scarna calibrazione dei personaggi secondari pure: Phil (Steve Oram), il
padre di James; Gewn (Christine Bottoley), la madre di Alyssa; Tony (Navin
Chowdhry) il patrigno; Eunice Noon (Gemma Whelan) e Teri Donoghue (Wunmi Mosaku), le poliziotte
sulle tracce dei due ragazzi.
Le otto puntate, di circa 20 minuti l’una, di questa British dramedy che ha il gusto di una commedia dark, sono basate su una graphic novel di Charles S. Forman.
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