lunedì 10 settembre 2018

THE END OF THE F***ING WORLD: una perla


È una autentica perla, The End of The F***cking World (Netflix), ideata da Jonathan Entwistle, perché crea qualcosa di bello e prezioso da una situazione molto dolorosa. Ammetto che, nonostante le recensioni entusiaste, non credevo l’avrei apprezzata sulla base della premessa, e invece mi ha conquistato con una dolcezza capace di emergere da amarezza e violenza e con la sua intensità, commovendomi anche con un toccante finale. 

James (Alex Lawther) è una sorta di Dexter adolescente: è formalmente un “bravo ragazzo” che però è desensibilizzato e distaccato rispetto a quello che avviene nel mondo esterno, e la sola cosa che lo interessi è uccidere. La fa da quando era piccolo, con piccoli animali. Alyssa (Jessica Barden) è una diciassettenne arrabbiata con il mondo e ribelle che non sopporta il neopatrigno e decide scappare di casa per raggiungere il proprio padre biologico. Quando James incontra Alyssa e lei lo manda a quel Paese con una teminologia più colorita della mia, si piacciono: lui la vede perfetta come sua prima possibile vittima umana, lei si sente al sicuro con lui e comincia a considerarlo il suo ragazzo e decidono di scappare insieme.   

Quello che ne segue è una storia di innamoramento e di auto-scoperta non priva di tristezza e di momenti esilaranti, piena di vulnerabilità e di forza, di stupore e di sottili rivelazioni. Nella loro fuga on the road succedono diverse cose, una particolarmente imponente, e questo cambierà il loro modo di sentire se stessi e gli altri. Esplorando i temi della crescita, del ruolo dei genitori nella propria vita, della violenza, si costruisce una vicenda forse contortamente, ma assolutamente romantica. E si celebra il potere delle connessioni umane di svelarti a te stesso e di farti capire chi sei e che cosa vuoi davvero.

Come spettatore non riesci a non compartecipare nelle sorti dei personaggi anche di fronte ai loro riprovevoli comportamenti. La recitazione è eccellente – interessante la scelta di farli parlare senza guardarsi, a lungo, nelle puntate iniziali soprattutto - e la sobria scarna calibrazione dei personaggi secondari pure: Phil (Steve Oram), il padre di James; Gewn (Christine Bottoley), la madre di Alyssa; Tony (Navin Chowdhry) il patrigno; Eunice Noon (Gemma Whelan) e  Teri Donoghue (Wunmi Mosaku), le poliziotte sulle tracce dei due ragazzi.

Le otto puntate, di circa 20 minuti l’una, di questa British dramedy che ha il gusto di una commedia dark, sono basate su una graphic novel di Charles S. Forman.  

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