sabato 6 marzo 2021

THE WILDS: un esperimento di ginotopia


The Wilds (Amazon Prime) è una sorta di Signore delle Mosche al femminile che incontra Lost.

Il volo di nove ragazze adolescenti diretto alle Hawaii a un ritiro di empowerment per giovani donne dal nome “Dawn of Eve” (l’Alba di Eva) precipita e si ritrovano su un’isola deserta. Qui devono sopravvivere e imparare a fidarsi l’una dell’altra. Quello che non sanno è che si tratta di un esperimento e vengono osservate da Gretchen Klein (Rachel Griffiths, Six Feet Under), a capo del programma, che conduce indagini poco ortodosse. Le vicende partono da un momento successivo, quando le ragazze, ora in salvo ma separate, vengono interrogate da - apparentemente - un agente dell’FBI (Troy Winbush) e da uno psicologo (David Sullivan).

Proprio come in Lost, le vite delle nove ci vengono raccontate con dei flashback che ci spiegano chi sono e perché in qualche caso reagiscono come fanno, compresa Jeanette, in realtà Linh Bach, un’agente sotto copertura (1.07). Leah (Sarah Pidgeon) si sta riprendendo da una delusione d’amore, dopo una relazione con un romanziere che lui ha interrotto quando ha scoperto che lei era minorenne (1.01, 1.06); Rachel (Reign Edwards) ha un passato di bulimia sviluppato nel disperato tentativo di rimanere competitiva nei tuffi (1.02) ed è precipitata insieme alla sorella gemella Nora (Helena Howard, una Zendaya look-alike), quieta e studiosa; Dot (Shannon Barry) si occupava del padre morente (1.03); Toni (Erana James), con la madre a disintossicarsi e data a una famiglia affidataria, è una lesbica apertamente tale che ha facili scatti d’ira (1.04), ed è molto amica di Martha (Jenna Clause), della riserva Obijwe in Minnesota, che ha un passato di abuso con cui ha difficoltà a venire a patti (1.09);  Fatin (Sophia Ali) è una violoncellista spinta ad eccellere dalla madre (1.05); Shelby (Mia Healey) è una reginetta di bellezza del Texas, molto religiosa con omofobia interiorizzata (1.08).

Ci sono tutte le tematiche classiche del genere sopravvivenza, dall’allocazione delle risorse scarse, alla costruzione di ripari, dalla necessità di procurarsi cibo e acqua all’esigenza di comunicare con l’esterno, ai pericoli e come difendersi, alla divisione dei compiti… Questa volta è declinato al femminile, ed è bello per una volta vedere delle giovani donne parlare di partner e anche di sesso in modo naturale, molto vero. Indubbiamente contemporaneo pure nel fare riferimento esplicito da parte dei personaggi a programmi televisivi che hanno trattato questo genere, come Survivor.

La trama orizzontale del fatto che sono parte di un progetto di ricerca aggiunge quel pizzico di mistero utile ad aumentare la tensione. Una delle ragazze del gruppo è segretamente informata e una di loro comincia a nutrire dei sospetti. È appassionante e ricco di colpi di scena, fino all’ultimo momento, con un cliffhanger che rende già ghiotta la prospettiva di una seconda stagione.   

L’abilità dell’autrice Sarah Streicher sa nel rendere fresca una premessa già vista, creando credibili relazioni fra donne che provengono da ambienti molto diversi fra loro.   Quello che davvero è il nucleo della narrazione sono i rapporti umani, e come un’esperienza del genere cambi le persone. A mano a mano che si procede poi nella storia si capisce l’intento dell’esperimento (1.07): creare una “ginotopia” le donne sarebbero più naturalmente portate a creare una società armoniosa, senza i conflitti distruttivi che hanno minato l’umanità fino ad oggi a causa del patriarcato, per cui sono loro che dovrebbero avere il potere.

Il target sono gli adolescenti, ma è trascinante anche per gli adulti.

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