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domenica 14 gennaio 2018

9-1-1: un procedurale solido, ma perdibile


“9-1-1, qual è la sua emergenza?”: la frase di risposta del 113 americano punteggia, ricorrente, la nuova serie di Ryan Murphy, Brad Flachuck  (entrambi di Glee e American Horror Story) e Tim Minear (Angel, American Horror Story), intitolata 9-1-1 appunto (sull’americana Fox), e raggruma intorno a queste chiamate i casi professionali intrecciati alle vicende personali dei first responders di Los Angeles, ovvero di pompieri, paramedici, poliziotti, e in generale di tutti coloro che lavorano nel primo soccorso raccogliendo per primi le richieste di aiuto più disparate. Viene in mente ER, viene in mente Third Watch.

Abby Clark (Connie Britton, Friday Night Lights, Nashville) è la centralinista del 911 che ha a casa la madre con l’Alzheimer avanzato; Bobby Nash (Peter Krause, Six Feet Under, Parenthood) è pompiere cattolico che ogni settimana confessa di aver avuto problemi di dipendenza con l’alcool per ricordarsi di non ricaderci; Athena Grant (Angela Bassett, American Horror Story) è la poliziotta in crisi con il marito Michael (Rockmond Dunbar, The Path) che le ha da poco confessato di esser gay; Evan “Buck” Buckley (Oliver Stark) è il giovane testa calda troppo irruento e irrispettoso dell’autorità; Howie “Chimney” Han (Kenneth Choi) e Genrietta “Hen Wilson” (Aisha Hinds) sono i pompieri/paramedici di cui dobbiamo ancora conoscere meglio le storie.

Si debutta con casi memorabili: un bebè intrappolato in una tubatura perché partorito e buttato nello scarico del water, e a seguire una ragazza quasi soffocata da un serpente e una bimba intrappolata in una casa dopo che sono entrati dei ladri.

La recitazione, come si comprende dal cast, è di primo’ordine e il ritmo è serrato, la narrazione chiara, decisa, dai contorni netti e le tinte forti. Non ci sono molte sottigliezze e c’è un tono da “eroi senza macchia e senza paura”, ma umani e vulnerabili, con un pizzico di potenziale predicozzo di vernice.  È un procedurale convenzionale con soluzioni veloci per in casi, solido, ma niente di cui entusiasmarsi.  

domenica 4 agosto 2013

AHS COVEN: l'oppressione delle mionoranze

 
Tim Minear, produttore esecutivo di American Horror Story: Coven, terzo capitolo di AHS, che si preannuncia più ricco di umorismo dei precedenti, ha rivelato, insieme ad oltre ghiotte novità, che il punto focale della stagione sarà quello dell’oppressione delle minoranze di ogni tipo, come scrive l’Hollywood Reporter: “All’interno di quell’idea, [verrà esplorata] l’idea dei gruppi minoritari che si attaccano l’un l’altro e che fanno il lavoro della cultura più ampia per la cultura più ampia. […] “Pur essendoci un forte tema femminista che attraversa Coven quest’anno, ci saranno anche i temi della razza, dell’oppressione e c’è il tema molto forte della famiglia, specificatamente delle madri e delle figlie”.