giovedì 4 novembre 2010

BEAUTIFUL incontra dei veri senzatetto


In Italia le vedremo solo fra qualche mese, ma negli Stati Uniti il 28 e il 29 ottobre sono andate in onda due puntate molto speciali di Beautiful. La voce di Susan Flannery (Stephanie) le annuncia come tali in partenza. Il suo personaggio, che è malato di cancro ai polmoni allo stadio avanzato e ha da poco subito un’operazione, ritrova una ragione di vita nell’aiutare i senzatetto. Solo che, in questo caso, non si tratta di senzatetto nella finzione. Le telecamere della soap sono andate a filmare, e l’attrice e il personaggio a parlare, con veri e propri homeless che abitano nell’area di Los Angeles nota come Skid Row: “le persone intervistate oggi, non sono attori, sono le vere persone che abitano in questa comunità che dà ispirazione”, esordisce la Flannery, che negli scambi verbali è molto umana e calorosa. Il confine fra realtà e fantasia è molto labile e lei è brava a sufficienza da sembrare allo stesso tempo se stessa e il suo personaggio.

In questo modo si è voluta mettere la lente di ingrandimento su una vera e propria piaga: 50.000 sono le persone senza una casa nella sola Los Angeles secondo quanto fanno dire a Brooke (Katherine Kelly Lang) in un dialogo con Taylor (Hunter Tylo). Non si guarda fingendo di non vedere girando la testa dall’altra parte, ma si scoprono le persone, nelle loro storie individuali, per la strada, al Gladys Park (nella pirma puntata), presso uno shelter, alla Union Rescue Mission dove alcuni trovano un rifugio temporaneo (nella seconda puntata): la donna che ha un passato di crolli nervosi e abusi, l’uomo che a 12 anni è stato tolto ai genitori e che dopo varie famiglie affidatarie è tornato a casa a 18 anni per sentirsi dire dalla madre che per lui non c’era posto, il veterano della guerra in Iraq, il manager che ha perso il lavoro per via della crisi economica… Si guarda alle persone. E il messaggio è che ciascuno può fare la differenza nell’aiutarli, e un appello a chiusura delle puntate invita a visitare il sito di You Are The Mission.

L’impegno sociale nelle soap non è una cosa nuova. Di solito, quando se ne parla, si pensa soprattutto ad Agnes Nixon e alle sue soap, Una vita da vivere e La Valle dei Pini in particolare. Sono molto contenta però che Beautiful abbia preso la decisione di raccontare questa storia. Il capo-sceneggiarore Bradley Bell in un’intervista con Michael Logan di TV Guide, spiega come la storia sia nata dalla domanda “perché sei un senzatetto?”, scritta su un foglio anni fa e rimasta a lungo nel suo cassetto, di come sia stato un risveglio per lui e di come tutta la produzione sia stata cambiata dall’esperienza. La puntata in chiusura porta la firma sua, di Michael Minnis, Kay Alden, Adam Dusevoir, e come consulente alla storia Patrick Mulcahey sceneggiatore di Beautiful che, da anni nella sua vita personale, si dedica alla causa dei senzatetto. La regia di Miachel Stich (per entrambe le puntate) è stata molto efficace nel mantenere un doppio registro fra realtà e finzione e a far convivere le due. Sono state puntate commoventi, potenti, efficaci.

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