mercoledì 26 settembre 2012

IL VIAGGIO: poteva farlo stando a casa

 
Ho deciso di guardare la puntata dedicata alla Puglia della nuova trasmissione di Pippo Baudo Il Viaggio (Rai3, lunedì, prima serata) perché è una regione che conosco bene. Non credo di aver imparato molto di più.
Quello che è evidente da subito è che il popolare conduttore avrebbe potuto realizzare praticamente lo stesso programma standosene sulla poltrona di casa sua, utilizzando qualche immagine esterna di repertorio. Quelle che ci sono risultano pressoché inutili e di fatto non è una visita di una regione ogni volta diversa, la sua, ma una indagine di alcune personalità che hanno fatto la storia di quei luoghi e che per quei luoghi sono significative. Dei posti si continua a ignorare praticamente tutto.  
La regia è addormentata. Erano al Petruzzelli di Bari e insieme a Mirabella ammiravano la sola stanza rimasta intatta dall’incendio del teatro, poi ricostruito. Si guardano intorno ammirati, e secondo voi la regia ci fa vedere qualcosa di quello che vedono? Mai sia. Rimane imbambolata a fissare i due. Il trullo davanti a cui si è chiacchierato con Checco Zalone, nella Valle d’Itria,  poteva ben essere una parete passata a calce qualunque. Sotto la statua di Domenico Modugno a Polignano a Mare, gli spostamenti di inquadratura lasciavano la sensazione che fossero fatti solo per evitare l’ombra degli operatori sul conduttore.
Il personaggio medio intervistato ha un’età di 50 anni, e per il 95% si tratta di uomini. Dopo un po’ ho cominciato a notarlo con fastidio. Nella puntata in questione poi, quando sulla piana di Ostuni si è parlato con il proprietario di una masseria, lo si è interrogato sugli ulivi secolari, quando da Bianca Guaccero ci si è fatti accompagnare a Bitonto dove fanno dei taralli e dove le “taralliste” sono tutte donne, si è forse chiesto alla proprietaria qualcosa sulla sua attività? Si è preferito chiedere all’attrice a che età ha avuto il primo fidanzatino e se si siano baciati.
Per i ritmi moderni certi inserti li si vorrebbe anche sforbiciare un po’ prima, ma il programma però è attento ai dettagli. Prima di inquadrare la succitata soubrette, ad esempio, la si è inquadrata mentre leggeva “Né qui, né altrove”, di Gianrico Carofiglio. Del libro non si parla mai, né vi si fa riferimento alcuno, ma è di un autore pugliese, ed è un libro specificatamente ambientato a Bari, città che in questo caso è quasi un personaggio della storia essa stessa.
Quando si sofferma su alcuni personaggi il programma  riesce comunque a catturare con il potere delle storie che racconta: la vita e la missione del fondatore della CGIL, Giuseppe di Vittorio, di Cerignola; Aldo Moro, la cui scultura in quel di Maglie, con L’Unità sotto il braccio, è un tentativo di illustrare la sua politica di “compromesso storico”…  

1 commento:

  1. L'ho guardato e devo dire che a me è piaciuto molto... ma io ho un debole per Pippo. E' capace di essere sempre all'altezza, che si tratti di Sanremo o di un programma d'altro genere lui gli conferisce una sorta di 'sacralità' che gli altri conduttori non sono in grado di dargli.

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