giovedì 10 aprile 2014

ABOUT A BOY: il potenziale c'è


Basato sul libro di Nick Horby con lo stesso titolo da cui è già stato tratto un film di successo del 2002 con Hugh Grant, About a boy parte incredibilmente bene come sit-com, portata sul piccolo schermo niente meno che da Jason Katims (Parenthood, Friday Night Lights).
Will Freeman (David Walton, Bent) è un giovane uomo che vive dei diritti d’autore di una canzone natalizia di grande successo e non ha altri interessi nella vita che non rimorchiare ragazze e fare la bella vita, senza legarsi a nessuno, eterno Peter Pan. Un giorno si trasferisce a vivere accanto a lui una mamma single, Fiona (Minnie Driver, The Riches), con il figlio piccolo Marcus (Benjamin Stockham), oggetto del bullismo dei compagni. Fra Will e Fiona è subito scontro: lui alza la musica perché non vuole sentire lei che medita, lei gli chiede di abbassarla; lui si mette a fare il barbecue in giardino, lei è vegana e gli chiede di non cucinare quando i fumi vengono dalla sua parte; lui cerca di portarsi a letto una ragazza fingendosi un padre single, lei gli chiede di darsi una regolata davanti al suo troppo giovane e potenzialmente impressionabile piccolo… Will però fa amicizia con Marcus: lo accoglie in casa quando è inseguito da compagni teppisti e gli chiede di reggergli il gioco, fingendosi il suo bambino, finché Fiona non scopre tutto. Anche grazie a una spintarella dell’amico Andy (Al Madrigal), sposato con tre figli, Will, che si è suo malgrado affezionato al piccolo Marcus, decide di provare a essere un buon vicino di casa e un amico per madre e figlio. 
La recitazione è forte: già in Bent, durato una manciata di episodi, in un ruolo abbastanza simile Walton aveva dato prova di saper fare scintille nei battibecchi, e con la Driver c’è buona intesa, anche se la sua scena di crollo emotivo durante la scena della cena insieme nel pilot non mi ha convinta: era una punta troppo caricaturale per risultare davvero umoristica. Il piccolo Stockham anche, sembra navigato. Le situazioni non sembrano troppo forzate, anche lì dove, in linea con le sit-com del momento, c’è una buona dose di cuore oltre all’umorismo.  Almeno in partenza il potenziale c’è, anche per parlare di molti temi come l’essere una famiglia, l’essere genitori, le responsabilità, il crescere, il volersi bene…

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