mercoledì 1 agosto 2018

THE MINIATURIST: appagante



Tratto dall’omonimo libro di Jessie Burton, The Miniaturist (BBC1) - “Il Miniaturista”, per Bompiani -, è un adattamento di John Brownlow in due puntate che regala circa due ore e mezza di televisione appassionante ed elegante, molto curata nei dettagli e nello stile – scorci, arredamenti, abiti...

Siamo ad Amsterdam, nella seconda metà del XVII° secolo, nel 1686 per essere precisi. Una giovane donna, Petronella “Nella” Oortman (una luminosa Anya Taylor-Joy), per salvare la propria famiglia dai debiti, accetta di sposare il ricco mercante Johannes Brandt (Alex Hassell). Arrivata nella casa di lui, viene accolta con freddezza e sospetto dalla sorella non sposata di lui, Marin Brandt (Romola Garai), molto devota e ascetica, e dai domestici Cornelia (Hayley Squires) e Otto (Paapa Essiedu), un ex-schiavo. La ragazza riceve come regalo di nozze dal neo-marito il modellino di una casa identica da quella in cui va a vivere, e dopo un primo ordine, spesso senza farne richiesta riceve, da una miniaturista (Emily Berrington, la Niska di Humans) che le cela la propria identità, molti oggetti che sono sorprendentemente fedeli a quelli veri e bamboline che rappresentano le persone della sua vita. Si sente come se venisse spiata e come se qualcuno sapesse anche in anticipo tutti i segreti che a poco a poco lei stessa viene a scoprire o gli eventi che stanno per accadere.

La narrazione è ricca di suspense e di colpi di scena, tanto inaspettati quanto sensati e coerenti, e riesce in un’impresa rara e quanto mai gradita - anche se forse avrebbe beneficiato ai una costruzione un po’ più lenta: tutti i personaggi principali a mano a mano che si conoscono si vogliono bene e cercano di proteggersi e rispettarsi a vicenda. Nel corso delle vicende ci sono “i cattivi della situazione”, che in parte lo sono perché intrappolati dai mores del’epoca, che per varie ragioni precipitano gli eventi verso situazioni tragiche,  ma la famiglia rimane unita e presente gli uni agli altri fino alla fine. Ciascuno dei personaggi è tridimensionale e realistico, anche in fondo il personaggio della miniaturista, per gran parte del tempo permeato di mistero, anche quando  con lei si scopre una vena vagamente sovrannaturale. Un altro punto di forza della storia è stato riuscire a trattare tematiche quanto mai attuali, pur in una cornice d’epoca.

Con la regia di Guillem Morales, è stata una miniserie decisamente appagante.

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