venerdì 3 luglio 2020

CHERISH THE DAY: ogni puntata un giorno di una coppia

Ha avuto il sapore di un romanzo, per me, la prima stagione della nuova creazione di Ava DuVernay (Queen Sugar, When They See Us), Cherish the Day, che racconta la vita di una coppia guardando in ciascuna puntata a un solo giorno nel corso della loro relazione – nel primo arco di otto episodi si sono coperti 5 anni. Ogni stagione intende avere personaggi diversi, e in questo senso è definita una serie antologica. Il titolo è tratto da un’omonima canzone di Sade che funge da sigla.

Nella prima tranche si è trattato di Gently James (Xosha Rochemore) ed Evan Fisher (Alano Miller). Lei è una giovane donna indipendente che ama viaggiare; si prende cura di una anziana leggenda del cinema, Miss Luma (Cicely Tyson), condannata in carriera a ruoli secondari e all’oblio in quanto nera; vive con il genitore affidatario che l’ha cresciuta, Ben (Michael Beach), ex membro di una gang e ora fattorino. Lui è un laureato di Stanford (scherzosamente lo chiamano proprio “Stanford”, come lui chiama lei “Carson” per il quartiere da cui proviene) che viene da una famiglia danarosa e che ambisce a fare successo creando una propria app.

La storia si snoda attraverso dei momenti topici – l’incontro avvenuto in biblioteca (1.01), la prima volta che fanno l’amore (1.02), la conoscenza con i genitori di lui in occasione del loro quarantesimo anniversario (1.03); la proposta di matrimonio (1.04); i preparativi per le nozze (1.05); la crisi (1.06); la terapia di coppia (1.07); il re-incontro a distanza di tempo da quando di sono separati (1.08). Quello che può essere accaduto fra un momento e l’altro sta a noi capirlo e ricostruirlo.

C’è molto realismo nel trattare il rapporto di coppia e, mettendo la  lente di ingrandimento sugli snodi e sui momenti nevralgici, si riesce a mostrare che cosa fa sì che ci siano delle svolte in una direzione o in un’altra, oltre a soppesare in che modo si costruisce ed evolve un rapporto. Viene definita una serie “romantica”, ma il motivo per cui io sono restia a definirla tale è perché a quel termine do un’accezione un po’ di edulcorazione dell’amore, cosa che qui non c’è affatto. Si guarda al rapporto, che capita sia prevalentemente di natura sentimentale-romantico-sessuale, ma è di vita in senso ampio.

Qui i due protagonisti vengono da ambienti molto diversi e parte della riflessione si poggia proprio sulla capacità di incontrarsi e di superare queste diversità, lì dove sono un ostacolo, o di farle essere motivo di arricchimento reciproco. La madre si lui, Marilyn (Anne-Marie Johnson)  non approva il rapporto (1.03). Le basta sentire che Gently non è stata al college o accorgersi che ha un tatuaggio per non vederla come una compagna adatta al figlio. Qui, nello specifico nella puntata scritta da Chloé Hung, lo spettatore lo capisce anche prima dell’interessata, grazie a un sapiente uso del non detto e da come il detto viene espresso. La differenza, e come possa costituire una difficoltà, c’è in ogni dettaglio della preparazione delle nozze. Nella puntata scritta da Sylvia L. Jones (1.05) si rende tangibile attraverso gli oggetti fisici di vita. La scelta fra possibili tipi di torta rappresenta le diversità culturali, familiari e di educazione fra i due come meglio non poteva avvenire. Il padre di lei glielo fa notare: ci sono dolci ugualmente buoni, ma sono fatti con ingredienti diversi e non tutti sono per lo stesso palato, alla fine è una questione di scelte.

Si indaga che cosa sia importante nella vita di una coppia, a che cosa dar  valore, che peso abbiano le aspirazioni di ciascuno e in che modo trovare un equilibrio. E, quasi sempre, si esaminano queste questioni nell'incontro e scontro delle due metà della coppia, messa l’una davanti all’altra con molta onestà.

Francamente non mi hanno convinto più di tanto come duo. Gli attori sono stati molto convincenti, e hanno una buona intesa “chimica” fra loro –  vedendoli ci si rende conto anche di quanto siano troppo rare belle scene d’amore per le coppie nere. In definitiva, pur capendone razionalmente le basi però, non vedevo questo grande amore, o perché l’uno dovrebbe essere così interessato all’altra. Il comportamento di lei in particolare mi irritava, di fronte a quello più accomodante di lui. Ma questa è una sensibilità personale. Non dubito che per molti possa essere l’opposto. In fondo comunque il fatto che non fosse il grande amore travolgente per cui uno fa il tifo, ma uno dei tanti amori in cui si inframmezzano le banali quotidianità e diversità di carattere penso sia il senso della serie, e in questa prospettiva non l’ho considerato un difetto.  

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