giovedì 30 dicembre 2010

THANK YOU commuove con delicatezza e amorevolezza


Una bimba si ferma a fare popò in un campo, mentre la madre le sta vicino. Visto che ci sono, per non annoiarsi, ripassano insieme alcune regole fondamentali che la madre le fa ripetere ogni mattina prima di andare a scuola: primo. Spazzolino da denti e forbicina per le unghie - non devo usare quelle degli altri e non devo prestare i miei; secondo. Quando sanguino devo solo usare il fazzoletto che mi ha dato mamma, poi metterlo in una busta di plastica dopo averlo usato e portarlo a casa; terzo. Anche se c’è uno sfregio e sanguino non devo accettare aiuto dagli altri. È per via del segreto di famiglia, le rivela la mamma, quando si mostra dispiaciuta di non potersi eventualmente far aiutare dagli amici: lei è una bambina speciale, un angelo del paradiso che ha fatto un errore ed è stato rimandato sulla terra. La mamma non glielo dice, ma quella bambina speciale, Bom (il cui nome significa primavera), è sieropositiva, infettata per una trasfusione a causa di un errore di una dottoressa in ospedale.

Dopo una prima puntata un po’ confusionaria e poco chiara, si può vedere racchiuso in questo inizio della seconda puntata tutto lo spirito di Thank you (Gomapseumnida), il k-drama vincitrore nel 2007 dell’Amnesty International Award scritto dalla sceneggiatrice di I’m sorry I love you e A love to kill. Thank you è una storia tenera e caparbia, dolce e potente, e di un romanticismo scritto con understatement.  Min Ki Seo (Jang Hyuk) è un medico molto apprezzato, ma con un caratteraccio, che perde per malattia la dottoressa di cui era innamorato, Prima di morire lei gli chiede di scusarsi per lei con una bimba, a cui ha modo di regalare un orso di peluche grande quanto lei, ma a cui non fa in tempo a parlare di quello che rimpiange: un suo errore le ha trasmesso l’HIV. Solo alla fine verrà fuori questa richiesta di perdono: Min Ki Seo conosce la piccola Bom (Seo Shin Ae) e la madre Lee Young Shim (Gong Hyo Jin), che, sola, si è resa insensibile agli uomini e si dedica anima e corpo alla adorabile figlioletta (custodendo in segreto la verità della sua malattia) e al vecchio nonno che soffre di uno stato di demenza molto avanzato. Vive con poveri mezzi, su un’isola rurale di natura rigogliosa e mari cristallini, la Blue Island.

La semplicità e l’affetto reciproco di madre e figlia travolgono  Min Ki Seo e i due personaggi di innamorano, ma la storia d’amore, davvero, è fatta di parole non dette, frasi non pronunciate, brevi intensi momenti che li avvicinano ma potrebbero non arrivare mai a compimento. Ed è una storia di ignoranza prima e accettazione poi quella di Thank you: da parte della comunità, di Bom e della sua malattia. Spezza il cuore quella bimba che si scopre respinta dagli amici più cari, quando la notizia della sua malattia si sparge nel villaggio. Piena di vita, radiosa, pura nel riso e nel pianto, conquista senza riserve. Nella sua ingenuità, nelle sue piccole deliziose malizie di bimba (farsi portare al parco giochi dicendo di non volerlo lei, ma il suo orsacchiotto), nel suo rapporto con gli adulti, scritto in modo molto realistico, sul confine fra la realtà e la magia della comprensione infantile (il considerare “angeli” le figure maschili che le sono vicine). Seo Shin Ae dimostra una intelligenza d’attrice ben al di là dei suoi anni, e l’intero cast brilla. Memorabile anche la figura del nonno e la sua passione per i “le choco pie”, le tortine al cioccolato. Levità e lieve umorismo colorano momenti di grande pregnanza e intensità. Il padre biologico di Bom, le sue scelte da ragazzo, il suo volersi riscattare nel presente, pure sono parte di una narrazione che commuove con tanta delicatezza e amorevolezza, svelando riserve e impeti del cuore umano. Alla quarantaquattresima edizione dei Paek-Sang Arts Awards, la serie ha vinto per la miglior sceneggiatura.

Si può vedere in streaming online in originale coreano con i sottotitoli in inglese qui.

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