mercoledì 14 novembre 2012

SONS OF ANARCHY: feroce, complesso, ispirato all'Amleto


Ispirato vagamente all’Amleto di Shakespeare e con un feeling che ricorda I Soprano e Easy Rider mescolati insieme, Sons of Anarchy (ora su Cielo, venerdì, ore 1.15, con la prima stagione) è un telefilm tosto,  che ha come protagonisti i membri di una gang di motociclette internazionale, i Sons of Anarchy (Figli dell’Anarchia) appunto, che ha un gruppo che opera nella cittadina di Charming, nel nord della California. Sono fuorilegge dediti ad atti intimidatori violenti, corruzione e traffico d’armi da fuoco. Le vendono a bande Afro-Americane che spacciano droga, ed in particolare ai “One Niners”, una gang già protagonista di The Shield, dove ha lavorato come sceneggiatore e produttore esecutivo l’ideatore di questa serie, Kurt Sutter.
 
In realtà poi, questi motociclisti in fiammanti Harley-Davidson vogliono tenere lontana la droga dalla propria città e questo li mette in contrasto con la banda dei Nords, costituita da supremazisti bianchi. Devono vedersela anche con la gang rivale dei Mayans e sono guidati da Clay Morrow (re Claudio, nel parallelismo con l’Amleto, interpretato da Ron Perlman), uno dei 9 membri originari dei Sons of Anarchy, sposato con la vedova di uno dei fondatori, Gemma (la Gertrude della tragedia, con volto di Katey Sagal). Secondo in linea di successione nella gang è il giovane Jax (Charlie Hunnam), che proprio nel pilot diventa padre di un bimbo prematuro, come risultato dell’abuso di droga da parte della madre che lo ha portato in grembo, Wendy  (Drea de Matteo), e che come il principe Amleto “parla” con il padre defunto, in questo caso attraverso dei diari e scritti che questi si è lasciato dietro.
 
Feroce e complesso, ma comprensibilmente difficile da seguire.

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