venerdì 24 giugno 2011

THE NINE LIVES OF CHLOE KING: l'eroina-gatta che vuole emulare Buffy


È già stata indicata come la possibile erede di Buffy, e una versione al femminile di Teen Wolf, ed è facile capire perché dalla premessa. La protagonista di The Nine Lives of Chole King (Le Nove Vite di Chloe King, sull’americana ABC Family dallo scorso 14 giugno) è una ragazza come tante altre. Chloe King (Skyler Samuels, The Gates) vive a San Francisco con la madre adottiva (Amy Pietz), ha due buoni amici con cui trascorre il tempo libero, Paul (Ki Hong Lee) and Amy (Grace Phipps),  va a scuola e lavora part-time in un negozio d’abbigliamento. Si annoia un po’ anche, vorrebbe una vita vivacizzata da un po’ d’avventura e di pericolo, e vorrebbe un ragazzo. Non sa ancora che, almeno per quanto riguarda la prima parte, il suo desiderio sta per realizzarsi, anche troppo. Al compimento dei 16 anni scopre infatti che il suo corpo si sta trasformando in modo inaspettato (a proposito di metafore). È come un gatto: è agile, cade in piedi, ha gli occhi che “si trasformano” come quelli del suddetto felino, ha un udito finissimo, e tira fuori gli artigli se c’è bisogno di combattere, cosa che è costretta a fare presto. Come le rivelano infatti due compagni di scuola, Alek (Benjamin Stone) and Jasmine (Alyssa Diaz), lei è, come loro, una Mai, la discendente di una antica dea egiziana ed è mezza umana e mezza dea. Non solo, lei è l’”Unitrice”, colei che insomma è destinata a riunire gli umani con gli dei, e per questo, diversamente da loro, ha nove vite (otto se si conta che una l’ha persa all’inizio del pilot), ma deve combattere contro l’“Ordine” una sorta di setta umana dedicata alla distruzione della stirpe Mai. E giusto per complicare un po’ le cose, a capo di questa c’è il padre del ragazzo con cui ha cominciato ad uscire, ma con il quale difficilmente riuscirà ad avere molta intimità considerato che non può baciare nessuno senza causarne la morte.

Ideata da Celia Thompson e basata sui libri dallo stesso titolo di Liz Braswell – ma i due nomi corrispondono alla stessa persona, il secondo è quello vero, il primo uno dei due d’arte che utilizza - la serie è una facile avventura in cui, oltre al paragone con Teen Wolf dovuto alla trasformazione fisica,  in effetti è facile vedere in modo forte il modello di Buffy: una figlia che vive con la madre single, una protagonista destinata a combattere e costretta a farlo riluttantemente, un gruppo di amici simil -“Scooby Gang”, con Paul in particolare ricalcato su Xander (la scena nel pilot in cui è legato riporta subito alla mente l’ammazzavampiri), le scene di lotta (anche se non coreografate altrettanto bene, almeno nel pilot), l’attrazione verso colui che è il nemico giurato, la mitologia, le battutine folgoranti vagamente umoristiche…

Siamo lontani dal modello, e siamo più in un territorio da ragazzini, ma, proprio per la lezione imparata dalla creazione di Joss Whedon che aspira a emulare, a un’eroina per teen-ager non diciamo di no. Si proverà sul campo.  Il pilot però, che come sensazione di fondo mi ha trasmesso solitudine e mi ha fatto pensare a un “Dan Brown” all’acqua di rose, devo ammettere che non mi ha entusiasmata, nonostante mi sia divertita a vedere Chloe inseguita e poi buttata giù da una torre (una torre – oh, le allegorie e i rimandi!) da uno scagnozzo dell’Ordine interpretato da Kiko Ellsworth, che ha visto la sua dose di eventi sovrannaturali quando interpretava Jamal in Port Charles.


Nessun commento:

Posta un commento