Mi
mancheranno i personaggi di Tastefully Yours (Netflix), una miniserie
umoristico-romantica in 10 puntate (ma ne sarebbero benvenute altre), che di
primo acchito ho trovato poco convincente, ma
poi mi ha conquistata con il suo cuore. È una
favola con lieto fine, in parte prevedibile sulla base degli stilemi del
genere, dove al massimo fra i protagonisti si arriva a un paio di baci e un “ti
amo”, ma realizzata con garbo. È una di
quelle storie che sai che andrà a finire
bene, ma vuoi vedere come e con i tuoi occhi, e se le immagini dei fotogrammi
scelti alla fine di ogni puntata mi ha trasportato nostalgicamente all’infanzia
perché mi ha ricordato fortemente gli album di figurine dei vari programmi TV,
ho molto gradito anche il saluto finale di autori e attori che hanno ciascuno
lasciato un messaggio personale in linea con il tema del programma.
ATTENZIONE
SPOILER
Il
potenziale erede dell’impero culinario del Gruppo Hansang, il direttore
esecutivo Han Beom-woo (Kang Ha-neul), vuole a tutti i costi far sì che il
proprio ristorante, il Motto, riceva tre stelle. Per questo è in competizione
col fratello Han sun-woo (Bae Na-Ra) che ha un ristorante chiamato La Lecel, che
pure cerca di raggiungere lo stesso obiettivo. Chi prima otterrà il
riconoscimento avrà in eredità l’intero impero. A metterli l’uno contro l’altro
è la madre anaffettiva, Han Yeo-ul (Oh Min-ae ), unicamente interessata al
proprio conglomerato. Il cibo e i suoi ristoranti sono più importanti dei suoi
figli, non è nemmeno andata al funerale della madre, anche se era giustificata
dal fatto che l’azienda sarebbe fallita se non fosse andata, mentre questa è
stata una nonna amorevole verso i nipoti facendo loro apprezzare piatti
deliziosi (1.10), e se la si vede piangere sulla tomba della defunta è solo per
il tempo in cui viene filmata dalle telecamere ai fini pubblicitari.
Beom-woo
non ha una grande cultura culinaria, per lui un ingrediente vale l’altro, gli
interessa solo il successo a cui viene spinto dalla genitrice. Per questo ha
assunto una valente cuoca Jang Young-hye (Hong Hwa-yeon) che, molto ambiziosa, inizialmente
è più interessata ai riflettori che non a essere messa sotto pressione in
cucina. Quando stanno per lanciare il loro nuovo menu con un piatto esclusivo,
si rende conto che c’è un altro locale che lo propone. Vi si reca e scopre con
sorpresa che è una piccola locanda gestita da una giovane cuoca in bolletta, Mo
Yeon-joo (Go Min-si) che al contrario è appassionata di quello che rende la
cucina veramente speciale, dei sapori, degli ingredienti accuratamente
selezionati, anche per stagionalità e biologici, della maestria con cui si
realizzano i piatti che impara a pensare per le persone che li mangeranno. Chef
Mo, che è stata abbandonata in fasce davanti a un convento e lì cresciuta, si è
in seguito laureata con lode alla prestigiosa scuola di cucina CIA e ha
esperienza in un rinomato ristorante, dal quale se ne è andata dopo essersi
presa la colpa di un errore compiuto dal ragazzo di cui era innamorata, Jeon
Min (Yoo Yeon-seok), pure lui uno chef.
Quando il
giovane protagonista perde il suo locale a favore del fratello, a causa di uno
sgambetto di quest’ultimo, decide perciò di fare una proposta a questa giovane
cuoca mirando a diventare lui il numero uno sulla piazza. Segretamente vuole
fare quello che ha fatto sempre ovvero rilevare ristoranti più piccoli, rubarne
le ricette e poi chiuderli. Dovrebbe farlo anche in questo caso, ma si innamora,
scopre il valore della cucina fatta non solo per soldi, l’esserci gli uni per
gli altri. A condividere le avventure culinarie di Beom-woo e Yeon-Joo ci sono Jin
Myeong-sook (Kim Shin-rok) la dipendente di punta del ristorante di gukbap più famoso della zona
che sogna lei stessa di diventare un’autentica cuoca, e Shin Chun-seung (Yoo
Su-bin) figlio del proprietario di quel ristorante di gukbap, che tutti
considerano un buono a nulla finché in questo contesto non riesce a dimostrare
le proprie capacità. Lavorano insieme a imparano a volersi bene.
Rispetto
alle storie occidentali di questa natura, i personaggi si preoccupano meno di
spiegare i propri comportamenti o errori per arrivare al perdono e
all’avvicinamento reciproco. Lo vediamo noi e tanto basta. Sono più riservati.
Spesso quando c’erano dissapori avrei voluto gridare ai personaggi: spiega
all’altro che cosa ti spinge a comportarti così, non aspettare che ti legga nel
pensiero! Il bello in ogni caso, quello che tante produzioni occidentali
sembrano spesso aver dimenticato è vedere la costruzione del rapporto e come
l’innamoramento non sia istantaneo, ma graduale, quando ci si conosce. Ci sono momenti delicati, minimi, di
attrazione accennata: lui la vede che si addormenta sull’autobus e le cade la
testa contro il vetro e si siede accanto a lei e lei appoggia la testa contro la
sua spalla, lui la prende per mano per correre a ripararsi dalla pioggia, lei
lo tira verso di sé quando vede che la pensilina della fermata dell’autobus ha
un buco sulla tettoia che rischia di bagnarlo… C’è il primo castissimo bacio su
fuochi d’artificio a forma di cuore e quando lui vuole mettersi con lei arriva
l’ex di lei (1.05) l’ostacolo-tropo per eccellenza. Ci sono le innocue
schermaglie amorose e battute. Quando lui la accompagna al mercato a comprare
dei granchi, la invita con entusiasmo a guardare come al maschio piaccia la
femmina, lei lo fredda ribattendo che sono tutte femmine, cosa che spegne il
suo sorriso in modo per noi esilarante.
Scritta
da Jung Soo-yoon, con la regia di Park Dan-hee mostra anche cibo da far venire
l’acquolina in bocca ha un peso notevole, sia sul fronte propriamente gustativo
che su quello valoriale: una competizione di food truck dove loro presentano
Gimbap classico avvicina i quattro come squadra. Un padre opposto a matrimonio
del figlio con una francese cena con i genitori di lei e, sebbene ostile,
attraverso il cibo si avvicinano (1.05). Veniamo da Paesi diversi ma il palato
non fa distinzioni, osservano. Un pasto casalingo fuori competizione (1.10)
costringe i due fratelli a sedersi con la madre intorno a un tavolo e a
riassaporare piatti che evocano ricordi intimamente connessi con sentimenti
radicati aprendo spiragli emozionali.
Si riflette sui rapporti familiari (i fratelli con la madre, dei due fratelli che si riavvicinano, Chef Mo con la monaca che le ha fatto da madre o sempre lei con il cuoco del ristorante da cui si è licenziata, in una storia secondaria, Shin Chun-seung con il proprio padre), sul valore dell’onestà e dell’importanza delle persone che contano più del denaro. La recitazione è solida.