venerdì 8 ottobre 2010

Sarah Scazzi e la TV del dolore


Sul “Sole 24 Ore” è apparso un articolo intitolato A chi giova la «tv verità»?, in cui ci si interroga sull’opportunità di andare avanti a carro armato, senza curasi di nulla e di nessuno, mandando immagini come quelle di Chi lo ha visto? (Rai3), che il 6 ottobre (il link porta alla puntata specifica) ha continuato il collegamento con la madre della giovane Sarah Scazzi, fino ad allora solo scomparsa, che ha saputo in diretta della morte della figlia. Andare avanti ad oltranza non giova a nessuno. Condivido quanto espresso dall’articolo. Il link sopra riporta alla puntata intera. Volendo vedere solo il momento incriminato basta cliccare qui. Io, proprio perché condivido quello viene detto nell’articolo, scelgo di non guardarlo. Avrei girato canale se mi ci fossi trovata? No. Ma non scelgo di vederlo sapendo quello che è accaduto.

In fondo l'esistenza della fiction serve anche a questo, a mostrare in narrativa quello che nella vita reale non mostri per rispetto delle persone coinvolte. Un conto è quando  si parla di malattie o cose del genere. In quelle situazioni pensi che almeno il dolore può essere utile a qualcun altro – io mi sono lasciata “sfruttare” per parlare a I Fatti Vostri della mia storia, munta in tutto il suo aspetto più doloroso proprio per questo. In questo caso non vedo utilità, anche quando non ne apprezzo comunque il registro.

Mi sono chiesta la stessa cosa anche ieri sera quando il TG5 ha mandato in onda una intervista esclusiva alla cugina, che era disperata non solo della perdita di Sarah, chiaramente, ma anche del fatto di aver scoperto che il padre era un assassino. È stata TV del dolore, e di solito la condanno in toto. Ieri però devo ammettere che un po’ ne ho capito il senso, almeno in questo caso. Ho vissuto l’evento con una certa partecipazione, più di quanto non faccia di solito con queste storie. Vado spesso ad Avetrana, è il comune limitrofo a quello dove vado in vacanza. In qualche modo mi sono sentita coinvolta e ho seguito un po’ le vicende. In TV tontonano di continuo con ogni dettagli di queste vicende. E alla fine, umanamente, così come “narrativamente”, vuoi il finale. Ti hanno fatto interessare a queste persone. Nel momento di catarsi e di conclusione vuoi esserci, vuoi capire, vuoi sentirti vicino a quelle persone che hai seguito fino a quel momento. Ne hai bisogno. Diversamente sarebbe un quasi tradimento.

Non credo che vedere il dolore di un’altro essere umano in maniera così feroce e immediata sia necessariamente un abuso. O meglio, il più delle volte lo percepisco come tale, ma  penso sia anche un modo di ritrovarci nella comune umanità, che è fatta anche di dolori. Preferirei che non ci fosse. Preferirei che il dolore rimanesse privato. Forse sono molto nordica in questo. Ne ho pudore, anche. Penso però che la TV ab origine, per così dire, dovrebbe non attaccarsi in maniera morbosa a queste storie. Dovrebbe avere il coraggio di dare la notizia e passare oltre. Perché concentrarsi su tutti i dettagli più torbidi sì non ha senso. Non giova alle indagini, non giova nell’eventuale giudizio in tribunale, non giova alla propria vita. Giova meno sicuramente di mostrare chiunque affranto dal dolore. Non puoi decidere di cominciare a raccontare e fermarti a tre quarti.  Come mi ha insegnato Paolo Taggi: la Tv è storia, è racconto. Tutta.


2 commenti:

  1. Ciao Giada, era da tempo che volevo leggere questa tua critique al trattamento del caso Scazzi. Interessante il paragone con come hai raccontato il tuo caso a Fatti Vostri, ma non credo che la differenza sia nell'argomento (malattia vs delitto) quanto nell'immediatezza.
    In un certo senso tu, al momento del racconto, (a quanto ho capito) ti eri già fatta un bilancio della tua storia, eri già arrivata ad una conclusione, o meglio un'elaborazione interiore della tua vicenda. Invece le famiglie Scazzi e Misseri stanno vivendo non tanto una TV del dolore, quanto un Reality. Le ferite sono fresche, e ogni giorno arriva una nuova coltellata, e la gente ne rimane ancora più affascinata perché non stanno ascoltando una storia già elaborata e raccontata, la stanno vivendo in diretta, un Grande Fratello dell'orrore. A proposito di GF, sarei curiosa di sapere la tua...

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  2. Grazie del tuo commento Valentina. No, io credo che conti anche l'argomento. E nel mio caso non ero affatto arrivata alla conlcusione, tutt'altro. Ero proprio nel bel mezzo. Stavo decisamente male all'epoca.

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