venerdì 2 settembre 2011

GAME OF THRONES: le fondamenta per cominciare


Come dicevo in un mio precedente post, le vicende di Game of Thrones (la cui messa in onda è prevista su Sky Cinema a novembre) sono molto complicate e ricchissime di personaggi. Cerco qui di dare una sintesi del punto di partenza che sia al contempo sufficientemente dettagliata e chiara. C’è solo uno spoiler, ma lo segnalo, in modo che il lettore se vuole possa evitarlo, per il resto può essere letto senza problemi anche da chi non abbia visto la serie. Anzi proprio a costoro sarà più utile perché intendo tracciare le fondamenta. Quelli che indico sono un po’ in sintesi i personaggi principali nei loro rapporti reciproci, indicati nel modo che mi pare più chiaro alla memorizzazione, un po’ quello di cui io stessa sono andata in cerca senza trovare e che avrei voluto conoscere in partenza per affrontare la visione. Non ci si perde nella narrazione, che è fatta con cura e con un ritmo tale da essere seguito senza difficoltà anche da chi, come me, fosse totalmente digiuno della saga, ma conoscere la struttura di base aiuta a cogliere le molte sfumature. Un piccolo esempio: in una puntata si vede l’anziano Lannister scuoiare un cervo. Sapere che il cervo è il simbolo di casa Baratheon aiuta a cogliere la simbologia.
Siamo a Westeros, una terra di finzione divisa in sette regni, unificati sotto il Trono di Spade (the Iron Throne in originale), detto così perché è un trono realizzato proprio con tantissime spade. La storia - che è una lotta politica e militare per la conquista di questo trono (che prende proprio il nome di “game of thrones” gioco dei troni) da parte dei vari casati nobiliari di Westeros – vede come regnante, in partenza, re Robert Baratheon (Mark Addy). Il suo casato, quello dei Baratheon ha come simbolo un cervo incoronato. Robert, un sanguigno e giulivo regnante, con un buon apprezzamento per il vino e un divertito senso della propria e altrui pinguitudine, è detto l’Usurpatore, perché anni addietro ha preso il trono da re Targaryen, noto come Mad King (Re Folle) la cui casata aveva regnato per secoli.
Il pilot si apre con la morte, avvenuta in maniera sospetta, del braccio destro del re, John Arryn. Re Robert perciò si reca dal suo amico Eddard Stark (Sean Bean), detto Ned, uno con un gran senso dell’onore e della giustizia, che lo aveva aiutato a conquistare il trono e della cui sorella Lyanna, ora defunta, Robert era innamorato. Era proprio per salvare l’innamorata rapita dalla casata del re precedente che aveva dato vita alla Ribellione di Robert. Questi chiede ora a Ned di diventare il suo nuovo braccio destro accettando la carica di Primo Cavaliere del re e di Recarsi ad Approdo del Re (King’s Landing, una sorta di capitale). Eddard, il sui simbolo di casata è un meta-lupo, è il Lord di Grande Inverno (Winterfell in originale), il regno più a Nord, dove gli inverni possono durare generazioni e che si trova a contatto con un’enorme Barriera di ghiaccio al di là della quale la mitologia vuole che ci siano presenze misteriose e temibilissime, come i Bruti (Wildings) e gli Estranei (Others). “L’inverno sta arrivando” (Winter is coming) sentiamo come monito costante durante la prima stagione.
  
Ned, che è uno dei protagonisti principali durante la prima stagione, è sposato con Catelyn (Michelle Fairley), che porta anche lei ora il cognome Stark, ma che appartiene alla casata Tully, il cui simbolo è una trota argentata. Ned e Catelyn hanno  quattro figli legittimi: Robb (Richard Madden), il primogenito, molto amico di un giovane che il padre ha preso sotto la sua ala protettrice, Theon (Alfie Allen); Sansa (Sophie Turner), una ragazzina preadolescente che di invaghisce del coetaneo figlio del re, futuro erede al trono; Arya (Maisie Williams), una volitiva e peperina ragazzina che desidera imparare a combattere; e Brandon, detto Bran (Isaac Hempstead Wright) un bambino a cui è pure legato il sorprendente finale della prima puntata. Ned ha anche una altro figlio, Jon Snow (Kit Harington), detto “Bastardo”, che si arruola nei Guardiani della Notte (Night’s Watch), che proteggono il regno dai pericoli al di là della Barriera di Ghiaccio, dove fa subito amicizia con il mite, simpatico Sam (John Bradley) .
Re Robert dal canto suo è sposato con Cersei Lannister (Lena Headley), del ricchissimo casato dei Lannister, che ha come simbolo un leone d’oro. Cersei era innamorata di Robert quando lo ha sposato, ma quando si è resa conto che lui era innamorato della defunta Lyanna ha preso ad odiarlo. Ha un fratello gemello, Jamie (Nikolaj Coster-Waldau), detto lo Sterminatore di Re (Kingslayer), membro della Guardia Reale. E, saltate a dopo il punto se non volete spoiler, Cersei e Jamie hanno una relazione incestuosa, segreto che si svela già nel pilot e che porta al colpo di scena con cui si  chiude la puntata. Hanno poi un altro fratello, Tyrion (l’eccellente Peter Dinklage, nominato all’Emmy come miglior attore non protagonista), un nano chiamato anche il Folletto (Imp), amante della vita godereccia, arguto e affilato più di lingua che di spada. La madre è morta dando lui alla luce. Completano il clan Lannister il padre e l’androgino, crudele  figlio Joffrey (Jack Gleeson), futuro erede al trono alla morte di Robert e promesso sposo di Sensa, la figlia maggiore di Ned Stark. Guardia del corpo di Joffrey è un guerriero sfigurato, Sandor Clegane (Rory McCann), detto il Mastino (Hound).
Re Robert ha anche un Concilio Ristretto per gli affari di governo e fra questi spiccano Petyr Baelish (Aiden Gillen), detto Ditocorto (Littlefinger), mastro del Conio che gestisce anche un bordello, e Varys (Conleth Hill), detto il Ragno Tessitore (Spider), un eunuco, mastro delle spie. Anche la sola scena fra i due in 1.10 la dice lunga: da maestro, nella scrittura e recitazione.
Quando Re Robert ha preso il potere si è interrotta la dinastia dei Targaryen che è stata tutta sterminata. A sopravvivere sono stati solo due bimbi ora adulti: Viserys (Harry Lloyd) e Daenerys (Emilia Clarke), detta Dany e nota anche come Nata dalla Tempesta (Stormborn), eredi della stirpe dei draghi, il  cui sangue scorre nelle loro vene. Il loro simbolo infatti è proprio un drago. Viserys vuole riconquistare il trono che gli spetta di diritto e per farlo decidere di vendere come sposa la sorella a un signore del selvaggio popolo dei Dothraki, Khal Drogo (Jason Momoa), che in cambio gli promette i propri guerrieri per riprendersi il suo ruolo. Lui è il più potente di tutti, e formalmente lo si vede da un lungo treccione di capelli dietro alle spalle (il taglio di capelli avviene con la sconfitta e lui non è mai stato sconfitto). La trasformazione di Dany, da timida ragazza ricevuta dal re della tribù come quasi come una schiava di cui servisi per il suo piacere a regina (che si dice khaleesi nella lingua dothraki) e legittima consorte innamorata è una degli archi più affascinanti della prima stagione. Alla grinta si è accompagnato un look alla Shakira, per dare un’idea. La serie si è preoccupata di assumere anche un linguista per creare la lingua dothraki – con quasi 2000 vocaboli e una complessa struttura grammaticale - che viene utilizzata come una qualunque altra vera lingua (un po’ come in Star Trek si è fatto con il Klingoniano) con la trauizione nei sottotitoli e Dany, prima di impararla lei stessa si fa aiutare da un cavaliere che le fa da traduttore e consigliere, Jorah Mormont (Iain Glen). Sulla lingua, vale la pena leggere un articoletto in proposito sul Time.
È un testo ricco, pieno, quasi troppo pieno, che satura ogni poro di schermo quello di Game of Thrones. Il modo migliore per goderselo è immergervisi e lasciarsi trasportare e sedurre dai mille dettagli, anche se ti accorgi di perdertene lungo la via. Già c’è sete per una seconda stagione.     

Nessun commento:

Posta un commento