martedì 20 settembre 2011

MISS ITALIA 2011: Stefania Bivone



È Stefania Bivone (numero 18, già Miss Calabria) la vincitrice di Miss Italia 2011. Ha anche vinto la fascia di Miss Wella Professional.
Seconda classificata Mayra Pietrocola (numero 46).
Le serate, presentate con garbo da Fabrizio Frizzi nella spettacolare e luminosa scenografia di Marco Lanzavara, sono state lineari e classiche, quasi noiose, forse piatte e stantie a tratti ma almeno senza i momenti umilianti di passate edizioni. Molte delle ragazze, è evidente, sanno già muoversi bene da modelle in passarella, peccato che spesso non si possa dire lo stesso del modo in cui parlano. L’idea di farle presentare attraverso filmati in RVM, che ha conservato qualche papera e momento genuino, è stata vincente, evitando lo strazio di farlo loro fare in diretta.
L’aspetto più interessante che è filtrato da questa edizione è stato quello di riflessione meta-televisiva, dal discorso sulla fattura del programma stesso fatta a flash in diretta  da Bernardini di TV Talk, al ruolo sociale della figura della reginetta di bellezza nel contesto culturale attuale, con riferimento anche alla polemica di tre escluse per aver posato nude o quasi. La squalifica è corretta a mio parere perché giustificata dal regolamento, ma questo, ipocrita, andrebbe rinnovato e i presunti appelli al “pudore dell’anima” e all’”etica” li ho trovati fuori luogo e insensati, specie per i casi, come quelli delle ragazze presenti, che hanno posato per le foto in contesto lavorativo o per workshop fotografici senza aver nemmeno dato la liberatoria per l’uso delle proprie foto.
Uno studioso che ha concentrato la sua riflessione sui concorsi di bellezza, Richard Wilk, ha ben osservato come siano emblematici del paradosso della globalizzazione, aspirano all’universale essendo contemporaneamente radicati nelle istituzioni locali e nel contesto storico-sociale che ne altera idiosincraticamente la matrice globale. Questo è stato reso esplicito durante il concorso, che, nel mettere in discussione pubblicamente il decalogo di regole proposto dalla Mirigliani per le miss, ha smascherato anche quanto stereotipati siano i modelli di bellezza femminile posti come ideale. È stato un bene in questo senso l’apertura alla taglia 44.

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