venerdì 7 dicembre 2012

DOWNTON ABBEY: raffinato, ma una seconda stagione narrativamente più debole

Raffinato, elegante, misurato: sono questi alcuni dei primi aggettivi che vengono in mente quando si pensa a Downton Abbey, dal 2 dicembre con la nuova stagione (Rete4, prima serata), pluripremiata serie britannica, che non si capisce perché le reti Mediaset non promuovano un po’ di più e meglio.
La prima stagione si era chiusa con l’annuncio dello scoppio della prima Guerra Mondiale, e proprio agli anni della guerra e agli sconvolgimenti che porta è dedicata la seconda stagione. “Prima, l’aristocrazia era sembrata remota a quelli delle classi inferiori, ma al Fronte vivevano fianco a fianco nelle trincee, mentre le donne lavoravano le une accanto alle altre come infermiere. Qualcosa del fascino misterioso dell’aristocrazia era andato perduto” nota il libro The Chronicles of Downton Abbey che ufficialmente accompagna la serie.
Narrativamente questa stagione è più debole, soprattutto perché ricorre a quei classici cliché che ormai risulterebbero stantii anche nella più trita delle soap: il giovane finito sulla sedia a rotelle che dovrebbe rimanere paralizzato che recupera l’uso delle gambe (qui Matthew Crawley); l’uomo onesto che finisce in carcere per un crimine che non ha commesso (qui John Bates); un vecchio cugino creduto morto che torna a comparire (in una storia senza capo ne coda, mollata come una patata bollente).
Si consolidano però le coppie portanti della serie: Lady Mary e Matthew, Anna e il signor Bates, Lady Sybill e Tom Branson. Lady Edith rifiorisce dando aiuto ai malati, Daisy si ritrova intrappolata in una storia che non vuole… Non mancano i graffianti commenti della Contessa di Grantham Lady Violet e c’è anche uno “speciale” di Natale.

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