lunedì 28 settembre 2015

SCREAM QUEENS: morti e cattiverie gratuite


Delude fortemente la nuova serie antologica comico-horror-trash in 13 puntate firmata da Ryan Murphy (American Horror Story, Glee), Brad Falchuk  e Ian Brennan, Scream Queens. Ci troviamo nella fittizia Wallace Univesity dove l’associazione femminile più ambita di cui far parte è la Kappa Kappa Tau. Nel 1995 una ragazza che ne faceva parte era stata trovata morta in una vasca da bagno dopo aver dato luce a un bebè, ma la faccenda era stata insabbiata dal rettore di allora, Cathy Munsch (Jamie Lee Curtis), che ricopre ora lo stesso ruolo.
Interessate solo ad essere belle, ricche e popolari, le studentesse della  sorellanza, dopo la morte sospetta di un’altra ragazza, nel 2015 sono comandate con un pugno di ferro dalla “regina” Chanel Oberlin (una Emma Roberts in forma smagliante), giovane esasperatamente snob che delle sue tirapiedi non conosce il nome perché tanto le chiama con il proprio, seguito da un numero. C’è perciò un personaggio che si chiama ufficialmente Chanel n. 5  (Abigail Breslin). Tiranneggia e umilia chiunque le capiti a tiro, che sia la cameriera dei loro alloggi o il barista Pete Diller (Diego Boneta). L’intervento della presidente nazionale della sorority Gigi Caldwell (Nasim Pedrad) impedisce che la confraternita venga chiusa, ma sono obbligate ad accettare qualunque richiesta di iscrizione, ed è così che fanno domanda diverse indesiderate, fra cui Hester Ulrich (Lea Michelle, Glee), che porta un grande apparecchio al collo, Zayday Williams (Keke Palmer), voce della ragione del gruppo, e Skyler Samuel (Grace Gardner), dolce e ficcanaso (e se fosse la bimba venuta alla luce in quella vasca da bagno 20 anni prima?). Nella premiere che è una puntata doppia compaiono come guest star Ariana Grande, nel ruolo di Chanel n. 2 e Nick Jonas nel ruolo di Boone. Un uomo vestito da diavolo comincia ad ammazzare ragazze a destra e a manca. Si trattengono a stento panico e urla.
Un miscuglio di American Horror Story: Coven, Glee, Greek, Popular, Scream, Gossip Girl, Pretty Little Liars e Mean Girls, la serie preme l’acceleratore su tropi e cliché. Occasionalmente c’è qualche guizzo ben riuscito (come il caso della ragazza e l’assassino che, faccia a faccia, si parlano via sms sul cellulare) e ci sono venature di humor anche apprezzabili, ma l’eccesso caricaturale sfocia nella vignetta risibile, e la parodia della superficialità non si vede bene quanto parodia alla fin fine sia. Come sempre con questi autori, si è particolarmente efficaci sul versante dell’omofobia, ma per il resto si può ridurre tutto a qualche morto e una sfilza di cattiverie gratuite.

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