venerdì 18 novembre 2011

CURB YOUR ENTHUSIASM: l'ottava stagione


È partita dall’esatto punto dove si era terminato con la precedente ottava stagione Curb Your Enthusiasm, per poi schizzare a un anno dopo le vicende di allora. La puntata (8.01), che segna il definitivo divorzio fra Larry (Larry David) e Cheryl (Cheryl Hines), ha avuto i suoi momenti, ma è stata tirata un po’ in eccesso all’interno in una arco complessivamente buono, che però ha avuto dei momenti di cedimento. In particolare hanno deluso le puntate con le guest star famose Ricky Gervais (8.06) e Rosie O’Donnell (8.07) forse perché si poggiavano più sulla loro presenza che sulla storia. Parte della stagione si è spostata da Los Angeles, con una trasferta newyorkese di Larry, con tanto di apparizione da parte del sindaco Bloomberg (8.10).
La sit-com è stata esilarante quando si è affidata a quello che sa fare meglio. Il politicamente scorretto è sempre un tema al centro dei riflettori: donne maltrattate e violenza domestica  con Larry non crede che una energumena possa essere una donna maltrattata (8.02); bianchi-neri (8.02) - arguto è anche il modo in cui mette sotto i riflettori quanto talvolta risultiamo razzisti nel cercare di non esserlo; l’omosessualità (8.10), con Larry impegnato a cercare un regalo per un bambino che non sembri gay alla madre del piccolo; la religione, con Larry che, pur ebreo, non rinuncia ad andare a mangiare un delizioso pollo in un locale palestinese che affigge manifesti anti-ebraici sulle pareti e non rinuncia a portarsi a letto una ragazza del locale, una che per eccitarsi gli urla che lo scoperà fino a buttar fuori l’ebreo che è in lui o espressioni tipo “scopami ebreo, bastardo”: “Al pene non importa nulla di razza, credo e colore. Il pene  vuole raggiungere la sua madrepatria, vuole andare a casa”, si giustifica (8.03), mentre gesticola un indice che si infila in un buco. O ancora, con Larry che involontariamente insegna a un bambino a disegnare una svastica, un simbolo di cui il piccolo di sette anni apprezza l’aspetto stilistico e alla menzione di Larry che probabilmente agli ebrei non piacerebbe nell’abbigliamento risponde: “Fatevi una vita, ebrei” (8.10). Perfino il Parkinson è occasione per situazioni di ilarità (8.10) – tanto di cappello a Michael J.Fox per essersi prestato.  Altrove cose così forti risulterebbero offensive, ma c’è un certo tatto nonostante tutto nel modo in cui viene fatto e alla fine risulta esilarante e si ride di quello che altrove è un tabù.
L’asocialità di Larry rimane memorabile: “un appuntamento è un’esperienza che fai con un’altra persona che ti fa apprezzare il fatto di essere solo” (8.03). E insieme a questa, c’è la sua analisi puntuale delle convenzioni sociali (è giusto portare una ragazzina ad una cena di adulti? Bisogna riconfermasi un appuntamento una volta che è stato fissato? Qual è il limite di tempo entro cui si devono porre le condoglianze a qualcuno che ha subito un lutto?), ci sono quello che facciamo per evitare obbligazioni sociali e le bugie che raccontiamo per uscire da inviti sociali sgraditi (la trasferta newyorkese e il momento finale di trasferimento a Parigi ne sono il risultato), ci sono le complicate interazioni umane e le assurde situazioni (una donna piange davanti al banco frigo del gelato e non vuole spostarsi per lasciarglielo prendere, ad esempio) per cui alla fine deve comunque essere sempre Larry a scusarsi, c’è quello che la gente inferisce da determinate conversazioni… I suoi amici lo definiscono appropriatamente “un assassino sociale” (8.03) perché dice in faccia a tutti quello che pensa, con conseguenze spesso disastrose.
A volte di tratta semplicemente di situazioni vagamente imbarazzanti: Larry che deve spiegare a una ragazzina come infilarsi l’assorbente interno perché ha appena avuto il menarca (8.01); Larry, Jeff (Jeff Garlin), Funkhouser (Bob Einstein) e Richard (Richard Lewis) che discutono del seno della ragazza di quest’ultimo che lavora nel burlesque (8.02); la reazione sconvolta di Larry all’eccitazione di Suzie (Susie Essman) causato dall’”auto procura-orgasmi” (8.09) – da inserire negli annali.
Ci sono state spassosissime commedie degli errori – Larry creduto maltrattato, il suo coinquilino Leon sospettato del furto di un laptop – e come è tipico di Curb storie che apparentemente sono scollegate ma che si incastrano alla fine l’una dell’altra (8.09, ad esempio, con il giocatore di baseball e il bebè lanciato da una palazzo in fiamme) e con situazioni minime che gli esplodono vigorosamente in faccia: la bugietta dell’essere arrivato in ritardo perché il dermatologo lo ha fatto aspettare è la piccola palla di neve che rotolando si trasforma in una valanga con il dermatologo che alla fine viene abbandonato da tutti i clienti quando questi perde il corteo funebre per raggiungere il cimitero e qualcuno commenta “dicono che fa aspettare i suoi clienti” (8.04).
Tanti i momenti memorabili in questa stagione insomma: “The Safe House” (8.02), “Palestinian chicken” (8.03), “The Smiley Face” (8.04) e “Larry v. Michael J. Fox” (8.10, che ha anche una breve comparsata di Aasif Mandvi), in particolare, sono da maestro, con Curb your enthusiasm al suo meglio.

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