venerdì 4 novembre 2011

ENLIGHTENED: Laura Dern e Mike White sono "illuminati" e tristi


Mi piace Mike White: le puntate da lui scritte in Dawson’s Creek sono fra quelle di quella serie che mi hanno colpito di più; ho apprezzato il suo contributo in Freaks and Geeks - come dimenticare “Kim Kelly is my friend”  (1.04); ho rimpianto la prematura cancellazione di Pasadena, da lui ideata. Ho atteso con trepidazione un suo nuovo progetto, e ora che è arrivato il nuovo semi-autobiografico Enlightened, per l’americana HBO, co-ideato con Laura Dern con la quale condivide anche i doveri di produttore esecutivo, non sono sicura che mi piaccia. L’ho trovato ben scritto, e ha i suoi bei momenti, ma non posso dire mi abbia conquistata.
Dopo una storia finita male con il suo capo Damon (Charles Esten), Amy (Laura Dern) – di cui facciano conoscenza mentre è sulla tazza del cesso seduta a piangere, con il trucco che le cola - ha un crollo emotivo-psicologico in ufficio. Passa qualche mese in un centro di meditazione alle Hawaii, dove trova la pace interiore nuotando con le tartarughe marine, e torna a Riverside (California) come una donna rinnovata, serena, pronta a “cambiare ed essere agente di cambiamento”. Cerca di fare ammenda per il rabbioso comportamento con cui ha lasciato tutto e tutti, con la minaccia di una causa legale si fa riassumere dalla Abaddonn Industries, la corporation per cui lavorava, e si impegna a riprendere la vita di tutti i giorni con un nuovo atteggiamento. Non è facile: con la madre Helen (Dianne Ladd, la vera madre dell’attrice) ha difficoltà di comunicazione; Damon è sposato e non la vuole vedere; il suo ex Levi (Luke Wilson) sniffa mentre lei gli parla della sua illuminazione; la sua vecchia assistente Krista (Sarah Burns), che ora ha il suo ufficio, cerca di evitarla, sebbene lei la consideri un’amica; il suo nuovo capo Dougie (Timm Sharp), il socialmente imbranato Tyler (interpretato da Mike White, che in questa serie fa anche il regista del pilot) e gli altri colleghi sembrano tutti un po’ squinternati. Lei poi vorrebbe una svolta ecologica per l’azienda, ma nessuno la sta ad ascoltare e finisce ad essere impiegata in quello che in pratica è una specie seminterrato.
Questo dramedy di mezz’ora netta a puntata potrebbe quasi essere una sorta di anti-Nurse Jackie, se non fosse che alla fine dei conti hanno molti più punti di contatto di quanto le due protagoniste non desidererebbero probabilmente ammettere. Amy ha abbandonato il cinismo e il sarcasmo, vuole lasciarsi alle spalle le amarezze e le paure della vita, cerca la crescita spirituale, e vuole raggiungere saggezza e consapevolezza attraverso una via vagamente new-age. La serie decolla nella frizione e nello scontro fra questi due aspetti: la realtà che vorrebbe farti mandare tutto e tutti in malora e l’impegno a renderla migliore. Solo quando il dolore che provoca affrontarla e saperla ribaltare a tuo favore viene esposto alla luce del sole Mike White brilla.
La puntata “Someone Else’s Life” (La vita di qualcun altro, 1.03) si apre con la protagonista sotto le coperte. In voice over si sente: “Qualche volta, a tarda notte, visitata da paura e vergogna, sto stesa a letto e penso alla vita di qualcun altro. Immagino l’amore che ricevono, e il sollievo che si prova nell’essere conosciuti veramente, i piaceri privati che condividono, gli amici che hanno, le pressioni che non hanno, il loro senso di importanza, la soddisfazione del loro lavoro. Immagino quanto sono appagati, quanto è ricca la loro vita. E in questi momenti, mi sento vuota e che mi manca qualcosa”. Su queste parole scorrono le immagini della sua ex-assistente Krista, la cui compagnia lei cerca, senza riuscire ad avere. Verso la chiusura della puntata, dopo aver rinunciato a un lavoro con i senzatetto perché non la pagherebbe a sufficienza per mantenersi e pagare i suoi debiti, Amy riflette: “Qualche volta penso alla vita di qualcun altro. Immagino tutto l’amore che non hanno. Vedo la passione che manca, gli amici che non conoscono, e le terribili pressioni che li schiacciano. In quei momenti, mi rendo conto quanto ho e quanto ho da dare”. E su queste parole scorrono le immagini dei suoi attuali colleghi. Invita Tyler a uscire a pranzo con lei, e anche se Krista si è all’improvviso liberata e ha finalmente tempo da trascorrere insieme, Amy le dice che non può perché ha già un impegno. In questi momenti penso che Enlightened sia sulla strada giusta, pronto a diventare qualcosa di grande, mentre cerca la serenità superando momenti di grande tristezza. In questi momenti penso che valga la pena di fidarsi di Mike White. 

5 commenti:

  1. Da come l'hai descritto sembra molto interessante... in più Laura Dern mi piace: la ricordo giovanissima in "Mask", stupendo film con Cher, dove interpretava una cieca.

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  2. ho visto solo la prima puntata e mi ha dato sui nervi. troppo new-age per i miei gusti...

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  3. La prima puntata è stata molto più new age delle successive. Io non sono ancora del tutto convinta dalla serie, ma almeno una stagione la concedo.

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  4. Guest star d'eccezione nella puntata 6 della prima stagione dal titolo "Sandy": Robin Wright nel ruolo di Sandy appunto. Davvero spassoso!

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