La
seconda stagione di The
Buccaneers (AppleTV+) riparte senza soluzione di continuità rispetto
alla prima: nonostante ami Guy (Matthew Broome), Nan (Kristine Froseth) decide
di sposare comunque Theo (Guy Remmers), questo per il potere e la voce che
essere la nuova duchessa di Tintagel le dà. Non lo fa per ambizione, dato che
il suo nuovo stato civile la rende molto infelice, quanto per garantire la
sicurezza di sua sorella, Jinny (Imogen Waterhouse), che è sfuggita dagli abusi
e dalle violenze del marito Lord James Seadown (Barney Fishwick) scappando in
Italia. Se Nan lo ha sposato per il titolo, lui la tiene inizialmente per avere
un erede, ma è risentito perché non potendo divorziare non può rifarsi una vita
e nello specifico con Lizzy (Aubri Ibrag) di cui si è innamorato, ricambiato. La
madre di lui (Amelia Bullmore) pure è complice di questo imbroglio. Lizzy è
corteggiata dall’aspirante politico Hector Robinson (Jacob Ifan) il cui padre,
Reede (Greg Wise) ha una passato romantico con la madre di Theo, e forse un
presente, in un gradito tentativo di mostrare l’amore nella terza età, quando
le scelte passate hanno una prospettiva nuova, che siano rimpianti o decisioni
che si riprenderebbero alla stessa maniera. Questi personaggi, reggono gran
parte delle narrazione, che per me ha subito un forte calo rispetto
all’esordio. Dimenticata Edith Warthon, a cui si ispira, è entrato in
territorio da telenovelas. E le scene in Italia mi sono sembrate così posticce
da rendere tutto attivamente finto. Mi sono interrogata se non sia perché
riguarda il mio Paese e se avrei la stessa percezione delle scene in
Inghilterra se fossi inglese. E una festa in cui la gente si getta cibo?
Nell’Italia di quei tempi? Mi è parso fuori luogo.
Non si rinuncia
a mostrare la limitata e limitante posizione di una donna all'epoca. Il figlio
di Jinny è in tutto e per tutto del marito abusante e lei viene subito
etichettata come pazza, avendo abbandonato il marito. La madre di Nan, Patti
(Christina Hendricks), vuole divorziare dal marito Tracy (Adam James), ma non è
così facile. Deve affrontare un processo che le risulta umiliante, ma con il
quale vuole comunque procedere non solo per se stessa, ma per le altre donne,
per creare un precedente. Un nuovo arrivo, la madre naturale di Nan, Nell
(Leighton Meester), sua zia, mostra donne che si sostengono le une con le
altre, cifra etica importante di questo programma, anche se in questa stagione
le cinque amiche protagoniste sono state viste meno insieme, punto di forza per
la prima stagione. Comunque si rimane inequivocabilmente femministi ante
litteram. Le donne sono al centro delle vicende, hanno una propria volontà e
capacità di essere agenti del proprio destino. Le donne possono non venire
ascoltate, ma vengono guardate, sostengono, e Nana si veste rosso ad un ballo
che prevedeva un look in bianco e nero per far sì che parlassero di lei invece
che della fuga della sorella. Anche gli uomini al loro fianco le supportano (2.02). Credo che uomini che sostengono le donne ce ne siano stati e ce ne
siano, e che mostrali aiuti a far sì che ce ne siano di più. Ancora sono i desideri
muliebri a essere sotto i riflettori. Sono, certo, anche desideri di relazioni
sentimentali, ma non solo.
Intanto
Conchita (Alisha Boe) ha deciso prestarsi da sensale, dietro compenso, per
aiutare l'ereditiera americana Cora Merrigan (Maria Almeida) a trovare marito.
Una delle maggiori tragedie della stagione riguarda lei e il marito Richard
(Josh Dylan), ed è proprio il colpo di scena che lo riguarda che mostra
un’altra debolezza della serie. Si muove a una rapidità tale che non permette
di metabolizzare emotivamente eventi di grande rilievo biografico, che
arricchirebbe approfondire. Mabel (Josie Totah) e Honoria (Mia Threapleton) per
la gran parte delle volte cercano di trovare l’occasione stare insieme. Quale
sorpresa per tutte il coming out di Honoria quando decide finalmente di
ribellarsi alla opprimente madre Lady
Brightlingsea (Fenella Woolgar) che non ne comprende il valore.
Le
ambientazioni in generale e i costumi rimangono mozzafiato, e i balli, le
feste, le occasioni mondane in giardino e nelle situazioni di gala più svariate
non mancano mai, cosa che rende comunque la fruizione godibile con una certa
leggerezza – che bello vederle vestite da farfalle per un ballo a Thirlestane Castle per la festa di compleanno
di Lizzy (2.03) ispirata a Sogno di Una Notte di Mezza Estate. “La
visione progettuale è stata radicata nello spirito dell'opera di Shakespeare. I
boschi, la luna, i fiori e le rose hanno creato il regno delle fate, dove le
regole normali si dissolvono e si verificano eventi onirici, caotici e
trasformativi. Mi sono ispirata anche a fotografie d'epoca di Vivien Leigh nei
panni di Titania all'Old Vic alla fine degli anni Trenta. Il set stesso è stato
progettato da zero come una foresta magica e stravagante, mescolando elementi
teatrali con dettagli d'epoca e la rigogliosità di piante vere, con una luna
gigante riflessa in un pavimento lucido. Il tutto sullo sfondo del tendone di
Tintagel, un ibrido fantastico tra una serra vittoriana e una tenda da festa da
sogno, i cui pannelli di tela sono dipinti con motivi floreali ispirati ad
antichi paraventi giapponesi”, dice a Tatler la
Production Designer Markéta Kořínková, che aggiunge “il set è ricco di
simbolismi. In fondo, si tratta del mistero dell'amore e della magia della
natura, che riecheggiano sia nell'opera teatrale originale sia nella
sceneggiatura del terzo episodio. La rosa che si arrampica sul vecchio albero
rappresenta il fiore magico da cui si ricava la pozione d'amore: un cenno alla
magia selvaggia delle fate e alle turbolenze romantiche in cui si trovano nelle
nostre Buccaneers. Il pavimento nero e lucido rispecchia l'intera scena,
evocando la sensazione che, in questa notte magica, tutto possa essere
capovolto. Le trasformazioni avvengono e i confini tra realtà e illusione si
confondono. La luna gigante è un simbolo per gli amanti, che segna il passaggio
del tempo, la natura ricorrente degli eventi e gli aspetti onirici e
irrazionali dell'amore e del destino, illuminando le scelte e i viaggi emotivi
dei personaggi di The Buccaneers, mentre navigano le proprie storie”. La
costumista Makeup Designer Jenny Rhodes-McLean racconta di essersi ispirata a
dipinti preraffaelliti, come Spirit of the Night di John Atkinson Grimshaw, e a
moderni editoriali di alta moda per i costumi e di aver utilizzato le
silhouette di stili infantili per le acconciature, per evocare un senso di
gioco e nostalgia, come se i personaggi stessero tornando alla loro infanzia
per un'ultima notte. In questo c’è molta cura e diventa un vero piacere per lo
spettatore.
Soap opera, dramma storico, sorellanza protofemminista, avvenimenti tragici, scoperta di sé, amicizia e spumeggianti occasioni sociali sono insomma le colonne portanti delle vicende della quattro ereditiere americane, con un sottofondo impegnato, ma non troppo.