venerdì 25 febbraio 2011

MR SUNSHINE: delude la creatura di Matthew Perry



Mi è sempre stato molto simpatico Matthew Perry (Friends, Studio 60 on the Sunset Strip) e un po’ mi dispiace che non mi sia piaciuto il suo nuovo Mr Sunshine, che sulla fiducia ha ricevuto l’ambita collocazione successiva al fantastico Modern Family sull’americana ABC. Perry interpreta Ben - il protagonista principale, un quarantenne concentrato solo su se stesso - ma è anche autore, insieme a Marc Firek e Alex Barnow, co-sceneggiatore e co-produttore esecutivo. Insomma, la sit-com è una sua creatura in tutto e per tutto.

Ben gestisce uno stadio, il Sunshine Center di San Diego, in California, dove si tengono eventi di vario tipo (sport, concerti, circo, politica…). Il suo capo è Crystal (Allison Janey, The West Wing) una donna vagamente razzista con la fobia dei clown che finge di non avere un figlio ormai adulto, Roman (Nate Torrence),  dolce ma inetto, per il quale Ben deve trovare un’occupazione. Direttore del marketing è la donna con cui va a letto, Alice (Andrea Anders, Better off Ted); uno dei manager, Alonzo (James Lesure), è un ex-giocatore di basketball sempre di buon umore; Bobert è un operaio (Jorge Garcia, Hugo di Lost) che gli risponde sempre di sì perché così gli era stato chiesto.

Tutto quello che si riesce a vedere sono persone di talento che hanno lavorato in molto di meglio, da Matthew Perry stesso in primis, al resto del cast, al regista Thomas Schlamme. Nel pilot non manca qualche momento divertente, come nella fascinazione che la segretaria di Ben trova per Roman, ma in generale è troppo sopra le righe e l’umorismo fatica ad andare a segno, anche lì dove il potenziale c’è, come nella presenza di un elefante sul set e nella battuta finale che gioca sull’espressione in inglese dell’“elefante nella stanza”. Con “c’è un elefante nella stanza” si intende che c’è una questione che tutti sanno essere presente, ma che tutti volontariamente ignorano. Qui viene resa reale dalla presenza un effettivo elefante, in carne e zanne. La battuta c’era ed era divertente, anche se forse non completamente inaspettata, ma la vis comica è stata mortificata da una scrittura e una regia che non sono stati capaci di renderla al meglio. Un po’ è il sunto di quello che non funziona. Io di certo non tornerò dopo il primo assaggio.

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