domenica 20 febbraio 2011

Festival di SAN REMO 2011: vince Vecchioni



Il 61° Festival della Canzone Italiana, presentato da Gianni Morandi, è stato vinto da Roberto Vecchioni con la canzone "Chiamami ancora amore". Ha ricevuto il 48% delle preferenze. Secondi classificati sono stati i Modà con Emma che hanno cantato, con una romantica interpretazione sul palco, "Arriverà" (40% dei voti). Terzo, Al Bano con la condiscendente "Amanda è libera" (12%), una delle peggiori canzoni di questa edizione, dove nessuna comunque ha completamente conquistato. Rappresenterà l’Italia all’Eurosong il 14 maggio la rivelazione fra i giovani, Raphael Gualani, che ha accompagnato al pianoforte la jezzata “Follia d’amore”.

Guardare San Remo mi fa sentire italiana. È questo il valore aggiunto di una manifestazione che quest’anno potremmo definire sgangherata. È sempre stato così, e probabilmente anche di più quest’anno che ha celebrato i 150 anni dell’unità d’Italia. Nell’introduzione al libro “Scusi, lei si sente italiano?”, a cura di Filippo Maria Battaglia e Paolo Di Paolo (edizioni Laterza), raccolta di voci di intellettuali vari che spiegano che cosa significa per loro appartenere al nostro Paese, si cita una certa Igiaba Scego, nata in Italia da genitori somali, che ha risposto alla domanda del titolo con un elenco. Alla settima voce dice: quando “sento per radio o tv la voce di Gianni Morandi”. In questa prospettiva il conduttore è stato una scelta perfetta. Professionalmente c’era e non c’era, a volte caldo e presente (l’intervista finale con Ranieri ne è stato un bell’esempio), a volte sperduto e improvvisato. Troppe volte per promuoverlo. Eppure ha funzionato lo stesso. E l’immagine più bella della sessantunesima edizione del Festival della canzone italiana è stata probabilmente quella finale di Roberto Vecchioni che cantava dopo essere stato proclamato vincitore (e pure la soddisfazione di aver ricevuto il ‘golden share’, della ‘quota d’oro’ della sala stampa), mentre Gianni Morandi lo stava ad ascoltare appoggiato ad una paretina. “Chiamami ancora amore” è stata indicata come possibile percorso futuro della musica italiana: una via di mezzo fra canzone d’autore e canzone popolare.

Uno dei momenti più intensi di questa edizione è stato l’intervento rinascimental-attuale di Roberto Benigni, arrivato a cavallo per poi spiegare l’inno di Mameli. Bravo, ma ogni volta che lo vedo non riesco a non pensare che in fondo è una lezione-tipo del mio professore di lettere del liceo, nell’esposizione dei contenuti, nei guizzi e nelle digressioni, nell’umorismo, nella mimica corporea. Entrambe di una smilza (troppo), ma innegabile bellezza, le due presenze femminili, Belen Rodriguez e Elisabetta Canalis, sono state spigliate e impacciate a pari merito, con punti di forza e debolezza diversi. Più eclettica Belen. Vorrei sapere chi ha pensato che avere un fidanzato americano e vivere da un paio d’anni negli Stati Uniti possa aver reso competente la Canalis a fare da interprete per De Niro, già un soggetto d’intervista non facile nelle migliori circostanze. Ho sofferto per lei, tesa e piena di paura, a dover arrabattarsi in un ruolo per cui ragionevolmente non poteva essere all’altezza. Poverina, alle prese con il participio passato di “to gentrify”, che alla meno peggio avrebbe potuto rendere al limite con “imborghesimento”, ma che si è arresa e rassegnata davanti all’evidenza di non sapere che cosa significasse. Pazienza. Tradurre è difficile anche per chi ha una buona competenza in entrambe le lingue, figurarsi per una che, come lei, non mastica ancora troppo bene l’inglese. Solo, non dovevano metterla in quella posizione. Io ho giudicato vincitori morali di questo Festival i comici-disturbatori Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu. Sono partiti come una forza della natura con la canzone parodia “Ti sputtanerò” – un buon esempio di come in comicità in certi casi le volgarità possono essere usate in modo appropriato ed efficace – e hanno continuato per tutte le serate, in modo esilarante, ma mai chiassoso. Proprio bravi.

Video Rai.TV - Sanremo - Roberto Vecchioni canta la canzone vincitrice del Festival

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