giovedì 18 agosto 2011

JUDAS di LADY GAGA: la cultura pop come religione




Torno per un momento su Lady Gaga. Ho avuto modo di soffermarmi di recente su quelle che ritengo essere le coordinate in cui iscrivere la comprensione della cantante. Qui mi soffermo specificatamente su uno dei suoi più recenti video, quello di “Judas” (Giuda).

Non intende essere offensivo nei confronti della religione cristiana, dice all’Hollywood Reporter di quest’ultima canzone, dichiarando che crede nel Vangelo e che non intende toccare questioni che ritiene di non avere il diritto di toccare. Il video, di cui è co-regista insieme alla coreografa Lurieann Gibson, la mostra nel ruolo di Maria Maddalena, con un Gesù a capo di apostoli che sono una gang in motocicletta in pellegrinaggio verso una moderna Gerusalemme. In una vasca lava i piedi tanto a Giuda quanto a Cristo (Rick Gonzales), e alla fine del video muore dopo una sorta di pubblica lapidazione. Dall’intendimento esplicitamente felliniano, epico, teatrale e vagamente grottesco, ha ricevuto valutazioni critiche tiepide per il fatto che non c’è davvero niente che non si sia visto prima, e anche musicalmente, in un sound che qualcuno ha definito industriale, assordante e disperato, e che ricalca volutamente Bad Romance, non c’è niente di veramente innovativo.

Il Giuda della canzone (interpretato da Norman Reedus, The Walking Dead) altri non è se non la peggior storia d’amore mai avuta, in senso stretto, o in senso più ampio, ciò che di oscuro c’è nella propria vita. Il ritornello dice “Sono innamorata di Giuda” e parte delle liriche dicono “Gesù è la mia virtù, e Giuda è il demone a cui mi aggrappo”. Alla MSN Canada, la cantante ha spiegato:
“Judas” è una metafora e un’analogia rispetto al perdono e al tradimento e alle cose che ti tormentano nella vita e su come credo che sia il buio nella tua vita che alla fine risplende e illumina la luce più grande che hai su di te. Qualcuno una volta mi ha detto, ‘se non hai ombre allora non ti trovi nella luce’. Perciò la canzone parla del lavare i piedi tanto al bene quanto al male, e del capire e perdonare i demoni del tuo passato in modo da andare verso la grandezza del tuo futuro. È solo che mi piacciono metafore veramente aggressive – più dure, più dense, più oscure – ed è così anche per i miei fan. Per cui è una metafora molto provocatoria e aggressiva, ma è una metafora.

E continua dicendo: "Beh, il video, in essenza suggerisce che il perdono e il tradimento vanno mano nella mano e che… come posso dire? Il video mette il destino sopra ogni cosa e assume la posizione che gli errori della vita non sono affatto errori, sono solo parte del tuo potenziale globale e del tuo destino." In generale la canzone è “meno un riferimento alla religione istituzionalizzata e più un riferimento culturale alla cultura pop come religione”. Spiega: "Ma l’intenzione è più di celebrare la fede che metterla in discussione. Questo album continua lo stesso tipo di fascinazione con la cultura pop come religione. [Qui] semplicemente c’è un’associazione più profonda e dettagliata con la cultura pop intesa come religione. In “The Fame” e “The Fame Monster”stavo analizzando la fama nel contesto del solo modo in cui potevo capirla, cioè come qualcuno che ancora non l’aveva. Per cui riguardava di più l’arte che non la fama, e ora che ho i miei fan e, fra virgolette, “la Fama”, l’album riguarda più la cultura pop come religione, le voci e la generazione giovane come religione, il pensiero secolare come religione, l’avanzare e la modernità come religione. Perciò, tornando alla tua domanda precedente rispetto a Giuda come riferimento religioso, è meno un riferimento alla religione istituzionalizzata e più un riferimento culturale alla cultura pop come religione".

Nel soffermarsi su come intende rappresentare queste idee nel prossimo tour in supporto all’album, ha dichiarato:
Beh, sono affascinata dall’iconografia e sono affascinata dal modo in cui quell’iconografia viene insegnata in termini di educazione al mondo, sia che sia attraverso la religione istituzionalizzata o attraverso il simbolismo o attraverso i film o attraverso la musica. Se potessi esprimerlo in una sola frase, direi, se non fossero coloro che ti è stato insegnato che sarebbero stati, crederesti ancora?  In molti modi riguarda la fede e la speranza, ma non in senso religioso. Riguarda la fede e la speranza nella cultura specialmente in un tempo in cui in tutto il mondo ci sono molti che hanno bisogno di speranza, hanno bisogno di comprensione, hanno bisogno d’amore, hanno bisogno di assenza di pregiudizio, hanno bisogno di non venir giudicati, hanno bisogno di accettazione. Come possiamo guardare alla cultura come fede?

E quando le è stato chiesto di spiegare il passaggio “In the most Biblical sense,/ I am beyond repentance/ Fame hooker, prostitute wench vomits her mind/ But in the cultural sense/ I just speak in future tense/ Judas, kiss me if offenced,/ Or wear ear condom next time”, ovvero “In senso biblico sono al di là del pentimento / prostituta per la fama, donna di strada, che vomita quello che pensa / Ma in senso culturale / parlo al futuro / Giuda, baciami se offeso / o la prossima volta indossa un preservativo per le orecchie” a “The Haus of Gaga” ha risposto che il significato è molto diretto: “Nei termini di visioni tradizionali di quello che si suppone sia una donna sono al di là della capacità di redimermi. Ma non voglio redimermi, perché in senso culturale credo solo di essere prima dei miei tempi. E se non vi piace, indossate un preservativo per le orecchie”. Insomma, se non vi piace, non ascoltatela.


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