lunedì 23 luglio 2012

POLITICAL ANIMALS: "the West Wing" incontra "Brothers and Sisters"


The West Wing incontra Brothers and Sisters, con un pizzico di Dallas e una buona ispirazione dalla vita reale di Hillary Clinton, nella nuova serie di Greg Berlanti Political Animals che ha debuttato il 15 luglio su USA Network. Il risultato del pilot è tiepido.
L’ex first lady Elaine Barrish (Signoury Weaver), che durante la presidenza del marito Bud Hammond (Ciran Hinds) per anni ne ha sopportato le scappatelle, deve rinunciare alla corsa alla Casa Bianca – odia le campagne elettorali che definisce “uno sport olimpico, in ipocrisia” - e quella sera stessa chiede il divorzio. Accetta il ruolo di Segretario di Stato per il nuovo presidente Paul Garcetti (Adrian Pasdar, Heroes), che ha come vice-presidente Fred Collier (Dylan Baker, Kings).
Quando si trova ad affrontare la crisi di alcuni giornalisti rapiti dal governo iraniano che vuole giustiziarli  - crisi che viene risolta mandando in quel Paese l’ex-presidente (un po’ come era successo con i Clinton in Nord Corea) -, la giornalista Susan Berg (Carla Cugino) le chiede come faccia a reggere quello che deve affrontare con tale determinazione. Lei replica che il modo standard in cui risponde di solito è che condivide l’ethos della maggior parte degli americani per cui se lavori sodo e metti tutto te stesso in quello che fai il domani sarà migliore dell’oggi. Le viene chiesto: e la verità? E lei  risponde (nella mia traduzione): “La maggior pare della vita è un inferno, è piena di fallimenti e perdite. Le persone ti deludono, i sogni non si realizzano, i cuori si spezzano, giornalisti innocenti muoiono. E i migliori momenti della vita, quando tutto va a posto, sono pochi e fuggevoli, ma non arrivi mai al successivo gran momento se non continui ad andare avanti, perciò questo è quello che faccio, continuo ad andare avanti”.
La giornalista in questione, con cui si instaura un rapporto di fiducia, inizialmente  riesce  ad avere una settimana con Elaine grazie a un ricatto: se non glielo avesse concesso avrebbe dato alle stampe la notizia che il figlio gay con problemi di droga Thomas “TJ” (Sebastian Stan, in un ruolo abbastanza simile in quello che ha avuto in Kings), nel dicembre precedente aveva cercato di togliesi la vita. La storia esce comunque dopo che lei lo rivela al fidanzato e suo capo Alex (Dan Frutterman, Giudice Amy). Elaine ha come capo del personale l’altro figlio, Douglas (Jimmy Wolk, Lone Star), fidanzato con Anne (Brittany Ishibashi), che ha problemi di bulimia, e ha vicina anche l’anziana madre senza peli sulla lingua e spesso alticcia Margaret (Ellen Burstyn).
Non è la prima volta che Berlanti si addentra in territori “politici” – ricordiamo Jack e Bobby su due fratelli uno dei quali diventerà da adulto presidente. Qui si intrecciano vite private e questioni pubbliche, con un tono vagamente melodrammatico. A momenti c’è ispirazione e realismo, in altri si inciampa in situazioni trite e dialogo fiacco. Nonostante un cast di prim’ordine che assicura un’ottima recitazione, la serie, in 6 puntate, non riesce mai ad essere al livello a cui la vorresti, ma non di meno è godibile ad un livello superficiale. E si vede comunque l’intento di costruire dei personaggi femminili tosti e pieni di grinta.  C’è insomma né più né meno di quello che è sempre stata la scrittura di Berlanti.

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