martedì 4 ottobre 2011

2 BROKE GIRLS: due ragazze squattrinate


Qualcuno le ha definite le possibili Laverne & Shirley degli anni 2000 e ha evocato la classica Alice. La bruna Max (Kat Dennings) e la bionda Caroline (Beth Behrs) sono 2 broke girls (dal 19 settembre sulla CBS), “due ragazze squattrinate”, che lavorano in una tavola calda insieme a Oleg (Jonathan Kite), un cuoco di origine russa che cerca di far colpo sulle ragazze, e Earl Garrett Morris), l’anziano cassiere, alle dipendenze del signor Han Lee (Matthew Moy), un coreano che per sembrare più americano usa come primo nome Bryce, in modo tale che alla fine suona Bryce Lee (simile a Bruce Lee, insomma).
Max ha fatto la cameriera praticamente tutta la vita, e ha pure un secondo lavoro come baby-sitter presso una ricca famiglia, Caroline è un ex-miliardaria finita sul lastrico dopo l’arresto del padre e il congelamento di tutti i beni di famiglia che si presenta al colloquio di lavoro con un abito di Chanel bianco, ma è costretta a dormire in metropolitana perché tutti i cosiddetti amici si sono rifiutati di offrirle aiuto. Le due si incontrano sul  posto di lavoro e diventano amiche. Max molla il ragazzo che la tradisce e invita Caroline a trasferirsi da lei. Insieme hanno un sogno: aprire una pasticceria in cui vendere cupcakes, muffin insomma. Nell’ideale porcellino mettono via una piccola cifra ogni settimana per mettere in piedi il progetto che necessita di una base di partenza di 250.000 dollari - e alla fine della puntata appare il prezzo di quanto hanno raggiunto. La storia delle sit-com, ha ben ricordato Pomatters, ha visto solidi successi nascere dall’entrata in un bar/ristorante/café di una persona con la vita in frantumi (Cin cin, Friends).
Co-ideata da Whitney Cummings (Whitney) e Michael Patrick King (Sex and the City), questa sit-com dalla fin troppo udibile laugh track (la traccia di risate pre-registrate insomma), ha qualche battuta davvero ben riuscita, ma alla fine non convince completamente perché è troppo caricata, soprattutto in una delle vene umoristiche che sembra voler cavalcare, quella della differenza fra ricchi e poveri. Il potenziale c’è anche. Tutto sta a vedere come verrà sviluppato.


Più di qualcuno ha trovato le rappresentazioni etniche ai limiti del razzismo. Come spiega Wide Lantern, il copione originario prevedeva ad esempio che Bryce non riuscisse a pronunciare bene il suo nome e alla fine si dicesse Rice Lee (con riferimento al riso). Alcune organizzazioni, come Racebending.com (che ha una recensione della serie qui), MANAA e altre, hanno incontrato i rappresentati della CBS Diversity e hanno chiesto che lo script venisse modificato, cosa che è avvenuta, in parte, con l’eliminazione di altre battute considerate offensive. Qualcosa è rimasto, così come l’accento coreano, che nella pronuncia di Moy ondeggia fra coreano e cinese, dicono (mi fido sulla parola).

2 commenti:

  1. a me diverte tantissimo, il ritmo delle battute nei primi 2 episodi è elevatissimo. non ho letto in giro molti consensi nei confronti di questa serie, ma per una volta sono dalla parte del grande pubblico americano che le sta premiando :D

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  2. Sulle battute mi trovo d'accordo, ma fin'ora l'ho trovato troppo over the top.

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