lunedì 10 ottobre 2011

LA MALA EDUCAXXXION: donne che parlano di sesso


In La Mala EducaXXXion (la7d – canale 29 del telecomando-, martedì, ore 23.10), titolo che gioca evidentemente con il titolo di un film di Almodovar, come è facile intuire dalle tre ics, è una trasmissione in cui si parla di sesso, e specificatamente si tratta di un talk show al femminile in cui 40 donne, sotto la direzione dell’ex-iena Elena Di Cioccio, e 4 uomini, parlano in modo libero rispetto al tema di volta in volta scelto. Viene ripetuto più volte, nel corso delle serate ideate da Chiara Salvo e Katiuscia Salerno, che in video non ci sono dottori, esperti o sessuologi, e che non si cerca di capire come il sesso lo si dovrebbe fare, ma ci si racconta come di fatto lo si fa, condividendo con franchezza le proprie esperienze e inesperienze, in modo esplicito, confessando tecniche così come imbarazzi e ingenuità, senza che venga dato alcun tipo di giudizio e senza entrare in conflitto. Il primo argomento in un ciclo di 6 (o sono 8? Ho fonti contrastanti), è stato la fellatio, il secondo sarà la masturbazione, e altri argomenti in puntate a venire, saranno il cunnilingus,  i preliminari, le trasgressioni e il sesso come modo per dare solidità a un rapporto. La prospettiva è eterosessuale. 
La puntata, se la prima del 4 ottobre la possiamo prendere come modello, esordisce con la padrona di casa che recita una citazione letteraria: all’esordio “Le particelle elementari” di Houellebecq. Poi le donne invitate cominciano a raccontare di sé. In un secondo momento  entrano i 4 uomini che fino ad allora erano rimasti in disparte, e nella seconda parte del programma si entra più nel vivo del tema parlando anche di tecniche. Qui e lì il programma è punteggiato da qualche video-intervista con persone famose che aggiungono anche la loro prospettiva e costituiscono uno spunto in più per la riflessione. La discussione continua in internet, sul sito del programma, dove oltre a poter rivedere degli spezzoni (ed eventualmente la puntata intera attraverso il servizio di la7.tv) si possono lasciare commenti e osservazioni.
Il punto di forza di questa arena verbale, e quello che me la ha fatta apprezzare, è quello dell’intimità, e non nel senso che si parla di argomenti intimi, per qualcuno forse anche tabù, cosa pure vera, ma il fatto che la sensazione che viene trasmessa è quella di una condivisione autenticamente interiore. Nella prima puntata si è anche riso e sorriso molto, specie all’inizio, quando le prima a parlare raccontavano della loro reazione all’exploit finale, inteso in senso molto fisico, dei loro esperimenti di fellatio. Fra loro, e con lo spettatore, si è creata una cerca complicità che rimane la nota distintiva del talk-show. Si trattano gli argomenti seriamente, ma senza medicalizzare e imporre così una professionalità che tiene imbrigliate le reazioni emotive. Qui c’è spazio per quel pizzico di malizia che si avrebbe parlando di queste cose nella vita di tutti i giorni, e sempre mantenendo un atteggiamento rispettoso. Mai è stato volgare, ma pruriginoso e dolce. E costruttivo nella misura in cui lo è sempre il confronto con l’esperienza e la saggezza di vita di altri. Si è parlato come si sarebbe fatto fra amiche prima e fra amici poi.
Il campione di donne scelto copre varie fasce di età – la più giovane ha 19 anni, ma si entra bene negli “anta” - e questo è importante non solo perché è un argomento che attiene a presone effettivamente di età diverse, ma perché la prospettiva con l’età cambia, e qui se ne tiene conto. Anche se non viene esplicitato, diverso è anche il contesto da cui vengono queste donne. Una, ad esempio, era velata e le si è chiesto il motivo per cui lo fosse: ha risposto che era mussulmana e che per parlare di questi temi preferiva in parte celare la propria identità (le si vedevano solo gli occhi).  
Proprio recentemente in un saggio dal titolo “Sexual Outlaw”, contenuto nella raccolta Best Sex Writing 2010, ho letto che l’autrice Betty Dodson rifletteva: “Ho cominciato a capire il concetto che tutte le forme di sesso sono uno scambio di potere, sia che sia conscio o non conscio. Mi focalizzavo  esclusivamente sullo scambio di piacere nel sesso. Non avevo mai considerato il sesso in termini di potere”. Per questa autrice, la rivelazione è arrivata incontrando un gruppo di lesbiche che praticavano sesso sado-masochistico, ma ha presto applicato quest’idea al sesso in tutte le sue forme. Ho subito notato che il programma si è espresso sì in termini di piacere, individuale e dell’altro, ma più volte anche in termini di potere, ed è stato un taglio che ho trovato pregnante.
In un’intervista sul blog di Davide Maggio da Di Cioccio cita come modello di ispirazione Pasolini: “ricordi Comizi d’amore di Pasolini? Pierpaolo girava per tutta l’Italia e chiedeva nei posti più disparati e nelle più disparate condizioni sociali di parlare di sesso. Erano anche altri anni, ma il senso è ancora questo: raccontare la propria esperienza, non le esperienze dei massimi sistemi lette o apprese per sentito dire”.

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