venerdì 28 ottobre 2011

ONCE UPON A TIME: una favola per adulti



C’era una volta
Una foresta incantata piena di tutti i classici personaggi che conosciamo.
O che pensiamo di conoscere.
Un giorno si trovarono intrappolati in un luogo dove tutti i loro lieti fine erano stati rubati.
Il nostro mondo.
Questo è quello che è successo…

Con questa scritta, nella mia traduzione, comincia la nuova serie Once Upon a Time, C’era Una Volta cioè, una favola fatta coi personaggi delle favole, potremmo dire. Il principe Azzurro (Josh Dallas) bacia e risveglia così Biancaneve (Ginnifer Goodwin, Big Love). Si sposano, ma proprio durante le nozze la Regina Cattiva (Lana Parrilla, Swingtown) lancia loro una maledizione. Per ora che la maledizione arriva come un potente fumo nero – che ferma la città nel tempo e fa sì che tutti si dimentichino chi sono e vivano una realtà simile alla nostra – Biancaneve ha partorito una bambina, Emma, che messa dal padre in un portale magico (un armadio a forma di albero) riesce a passare nel mondo reale. La leggenda, come raccontata dal cattivo Rumplestiltskin (Tremotino in italiano), vuole che questa bimba a 28 anni di distanza torni per liberare i personaggi delle favole dalla maledizione.
Il giorno del suo ventottesimo compleanno Emma Swan (Jennifer Morrison, House), una donna che era stata abbandonata dai genitori in fasce, riceve la visita di un bambino, Henry (Jared S. Gilmore) che le dice che, secondo il suo libro di fiabe, è lei la salvatrice, la figlia di Biancaneve e del Principe Azzurro. Si fa riaccompagnare a Storybrooke, nel Maine, dove tutti gli abitanti sono appunto delle versioni “umane” dei personaggi delle fiabe, anche se non lo sanno. La Regina Cattiva è Regina, la madre adottiva del piccolo, sindaco della città. Biancaneve è Mary Margaret Blanchard, una maestra delle elementari. Il Principe Azzurro, che nel regno delle fiabe era rimasto ferito per assicurare la salvezza a Emma, è qui John Doe, un uomo privo di identità perciò – in inglese sono chiamati John Doe tutti gli uomini senza un’identità conosciuta – in coma. Il Grillo Parlante è Archie Hopper. Tremotino è Mr. Gold, il proprietario della locanda dove alla fine Emma decide di fermarsi. E in tutte le persone apparentemente comuni si intravedono i personaggi che erano nelle fiabe.
Ideata da Edward Kitsis e Adam Horowitz, già autori di Lost (la cui lezione si vede, su più piani), Once Upon a Time è una storia fantasy piena di stupore e commozione, avventura e amore, ambiziosa ed epica. Non vuole essere una semplice favoletta, e se anche è adatta a un pubblico molto giovane, si rivolge senz’altro anche a uno adulto. La storia si sposta avanti e indietro su due dimensioni, quella delle favole e quella più reale. C’è una grande cura ai dettagli: Regina che offre ad Emma del sidro di mele, ad esempio, o che si guarda allo specchio; una bimba a scuola che regala alla maestra al posto della tradizionale mela una pera; nei nomi - il Grillo Parlante che da umano si chiama Hopper (Saltatore), Biancaneve che ha il cognome che comincia con Blanch(e)… Il cast è eccellente.
In primissimo piano c’è il tema della speranza. I poster pubblicitari scrivono The Hope (La Speranza) sotto l’immagine di Emma, poiché lei è la Salvatrice (cosa che fa molto Buffy) e Mary dice che proprio la speranza, la possibilità di un lieto fine, è una delle forse più importanti nella vita. L’importanza delle storie, come modo per dare un senso al mondo, e il potere che credere in qualcosa ha nel renderlo vero sono delle altre colonne portanti. Al di là degli effetti speciali e dell’affabulazione, già dal trascinante pilot  si nota lo spessore di una storia leggibile al di là dell’allegoria. Pur non avendo tinte religiose, più volte ne ho sentito parallelismi con la religione cristiana peraltro.
Le favole, eredità culturale presente un po’ nel DNA di tutti, nel tempo sono state oggetto di feroci critiche e terreno di battaglia per il modo in cui la società costruisce e intende i generi sessuali. In estrema sintesi, l’accusa maggiore è stata quella di rendere le donne o impotenti vittime che devono essere salvate, il cui solo ideale è ottenere l’amore del principe di turno che aspettano passivamente o malvage megere, e di converso di rendere gli uomini superflui e irrilevanti, premio finale di vicende che hanno come protagoniste donne. Qui le donne sono sicuramente molto protagoniste, ma sono tutt’altro che inermi: quando la Regina Cattiva si presenta al matrimonio del Principe Azzurro e Biancaneve, quest’ultima prende la spada dal marito e la punta contro la nemica, anche solo per cominciare. Quello dei generi sarà uno degli elementi che sarà affascinante vedere come verrà sviluppato, così come la reinterpretazione in chiave moderna delle favole, che hanno la potenzialità di prendere nuovo smalto e nuovo significato.    
La serie ha debuttato sull’americana ABC lo scorso 23 ottobre. Su IMDB si può vedere (in inglese) il pilot.  

5 commenti:

  1. mah, la prima puntata mi ha lasciato nel dubbio: può svilupparsi in una serie valida oppure rischia di finire male?
    aspetto i prossimi episodi...

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  2. Come dice il cannibale, vale così per le serie di quest'anno!

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  3. All'inizio è stato così anche per me, ma per fine puntata sono stata conquistata. Come ascolti intanto è andata molto bene.

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  4. Mi hai incuriosito moltissimo: sembra molto interessante come serie... e l'idea mi piace parecchio! p.s.: I'm baaack!!! Un bacione.

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  5. Lieta di vedere che alla fine riesci a postare di nuovo, Luca. :o)

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