martedì 31 maggio 2011

ARMY WIVES: sul fronte di casa


Sarà, per una di Pordenone come me, per la vicinanza alla base americana di Aviano, sarà per le guerre varie in medio oriente, ma mi ha affascinato l’idea di una serie televisiva dedicata alle mogli dei miliari americani di stanza in una base, o meglio, in originale dicono in un “post”, perché loro sono l’esercito, le basi sono per i Marines. Intriga l’idea di scoprire vite così particolari. Army Wives (Rai2, ore 14.50) non è che sia chissà quale rivelazione di serie televisiva. È narrato in modo rapido, senza nonsense e in modo tradizionale. Come telefilm è abbastanza ordinario e scialbo, ma tocca molte tematiche interessanti.

E’ stato accostato alle solite “casalinghe disperate” e il parallelismo ha solo ragione di essere nella misura in cui si dipingono le vite di mogli (e in qualche caso mariti) in situazioni variamente e ragionevolmente stressanti e impegnative. E nel suo essere è un po' "femminile".

Basato sul libro di Tanya Blank, parla del “fronte di casa”: Claudia Joy (Kim Delaney), madre di due figlie adolescenti, è la moglie di un colonnello e per questo rappresenta un po’ la figura di vertice; Denise (Catherine Bell, già avvezza agli ambienti militari per il suo ruolo da protagonista in JAG), sposa di un maggiore, viene picchiata dal figlio; Pamela (Brigid Brannagh) deve fare da madre anche al marito, su cui non può contare più di tanto perché in ogni momento può essere chiamato in missione; Roxy (Sally Pressman) è la più giovane e inesperta, ancora nuova al ruolo di moglie dell’esercito; Roland (Sterling K. Brown) è l’unico uomo del gruppo, un medico sposato ad una soldatessa tornata dalla guerra con problemi post-traumatici da stress. Sono amici fra loro, si aiutano, si sostengono, in un mondo che ha regole tutte sue.

Le storie sono coraggiose (basta quella del figlio che picchia la madre per capirlo) e auto-indulgenti allo stesso tempo. L’apprezzabile tentativo di inserire elementi di gergo, o di consuetudini militari, viene praticamente abbandonato dopo il pilot. Emergono qui e lì scintille di qualcosa in più, e temi forti: la propria identità costruita nell’appartenenza all’esercito, l’onore, l’orgoglio per il proprio Paese, le incertezze con cui si costruiscono giorno dopo giorno le vite di militari e familiari, il senso di servizio. Army Wives da sottotenente ha fatto carriera e ora ha il grado di tenente colonnello – sono già state fatte cinque stagioni negli Usa, insomma. È stata rinnovata per una sesta. Per anzianità può essere che arrivi decorosamente anche a generale, ma per brillantezza e complessità non ci pare meriti il grado.

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